giovedì 15 marzo 2012

Che cos'è l'amor?


A trentacinque anni non si ha più voglia di mediare. Non si accettano compromessi, non che si ammettessero prima, ma ora più che mai si hanno le idee chiare su ciò che si vuole ma soprattutto su ciò che non si vuole. È inutile perdere tempo sperando che al secondo appuntamento le cose migliorino, tendenzialmente peggiorano. Ma se proprio vogliamo dare una seconda possibilità allora è il caso di pensarci bene perché, alcune volte, potremmo rimanerci molto male.


Anche il sentimento dell'innamoramento sembra avvertire i ritmi frenetici della modernità. “Pare, infatti, che per innamorarsi basti appena un quinto di secondo e quando succede si ha lo stesso sentimento di euforia che si prova quando si assume cocaina”. Al cuor non si comanda, ma in realtà l'amore è un sentimento scientifico legato al cervello più di quanto non si pensi. Quando ci si innamora ci sono ben 12 aree cerebrali che lavorano in toto per rilasciare sostanze chimiche che danno l'euforia (dopamina, ossitocina e adrenalina). Se siamo state graziate dal colpo di fulmine ma comunque al rientro da una cena con un uomo abbiamo le farfalle allo stomaco allora attenzione, il nostro termometro amoroso potrebbe in meno di venti giorni trasformare un semplice appuntamento in una vera tortura di piacere mista a sofferenza; l’Amore.

Che cos’è l’amor? Capossela ha scritto chiedilo al vento. Secondo Aristofane anticamente eravamo uniti e lo struggimento per quella perduta unità e il desiderio di ritrovarla si chiama amore. Beethoven tenta di spiegarlo alla sua amata immortale in una lettera datata 7 luglio 1812, dove si dichiara eternamente tuo e Oscar Wilde sconta due anni di lavori forzati per aver scritto frasi come: “possa io vivere per toccare le tue mani e i tuoi capelli” nelle lettere di adorazione ad Alfred Douglas. Per Baudelaire “…e tanto più t'amo quanto più mi fuggi…” ai giorni nostri, Gramellini scrive “l’amore non ha un perché, l’amore è il perché”. E per noi contemporanei esseri umani in una società dominata dalla comunicazione via internet, con Facebook, Messenger e i tanto utilizzati Sms, che cos’è l’amore? Ma soprattutto scriviamo ancora lettere, imprimiamo i nostri sentimenti su carte color paglierino profumate di Patchouly o incitiamo il postino a far presto a consegnare la busta perché arrivi il prima possibile in buchetta a chi l’abbiamo spedita? La risposta è molto semplice ma cela una sorta di speranza in un ritorno alla semplicità e alla scrittura che si stacca dalla nostra abitudine quotidiana, certo l’sms è più sbrigativo, più diretto, più veloce ma non esprime interamente i palpiti del nostro cuore, ci compare su uno schermo freddo a caratteri piccolissimi e anche se inseriamo le tanto acclamate Emoticons con cuoricini rossi non ha quel calore ardente e appassionato che esprime la parola scritta su carta, inviata a mezzo posta o appoggiata timidamente sul comodino perché al risveglio venga letta dalla persona che vorremmo accanto.


In questo momento la nostra società mette a dura prova questo impulso tanto ricercato dimostrandoci di essere incapaci di amare e metterci in gioco e facendoci vivere nella continua disintegrazione dei sentimenti, rendendoci automi in preda a bulimia affettiva. Risulta che ognuno rimane disperatamente solo, perso nelle proprie insicurezze, cercando di consumare subito una passione come fosse un oggetto. Un amore definito da Bauman, liquido, in quanto scorre, si consuma e si scioglie in un lasso di tempo talmente veloce che quasi fatichiamo a rendercene conto.



Ma torniamo a noi. Dopo aver capito che l’amore, 
oltre ad essere scientifico, è anche un sentimento che coinvolge tutti, ecco cosa mi attanaglia stanotte. Vale la pena o no dare una seconda possibilità a una persona che ti piace intellettualmente ma che dimostra chiaramente di non conoscere l’ABC del comportamento da tenere con una donna? Mi spiego. Cosa fareste se trovaste un uomo che stuzzica il vostro celebro con tutti gli argomenti che amate, cucina compresa. Un uomo che parla di antropologia, filosofia, arte, letteratura, un uomo che sa cucinare le frittelle di fiori di Zucca e leggere un piatto paragonandovi a una ricetta immorale di Montalban, uno che sa la differenza tra Jung e Freud e magari ci mette pure Lacan. Come reagireste se enunciando la frase “fantastico questo non-luogo” lui rispondesse: “ in effetti, Augè, è un genio ad averli definiti cosi” e se parlando di Chef Stellati lui vi tirasse fuori dal cappello un bel: “sarebbe carino andare a mangiare dal trentatreenne Rene Redzepi”?. Come vi comportereste di fronte a due occhioni nocciola (colore che non amo particolarmente, ma che correlati di profondità risultano stupendi) che vi guardano con interesse mentre argomentate su cose super impegnate e lui non fa una piega e non da segni di ignoranza?.


Io personalmente rimarrei spiazzata. Ma probabilmente rimarrei ancora più spiazzata dal fatto che al primo appuntamento, invitandovi a cena, lui non toccasse cibo, non desse cenno di avere fame e al finale, dopo due bicchieri di vino gustato con bramosia, il conto lo dividesse alla romana con voi. E adesso che si fa?

Non so non ho ancora pensato alla risposta. TO BE CONTINUED…

4 commenti:

  1. ..io ci andrei ancora a cena...solo per vedere se fa il bis...(nel senso non mangio ma pago la metà)

    Grazie per i tuoi articoli che danno sempre da pensare...io ti seguo...
    Un abbraccio

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  2. cara Blue ecco... due appuntamenti possono bastare, perché a mio parere (e anche io ci metto l'esperienza perché prima la pensavo dicersamente) la questione non è +: "ma di quante cose intellettuali e impegnate e glamour e che sono così vicine ai miei gusti" posso parlare con lui. La questione è (immagino che parlo con una mia amica tipo Blue davanti a un caffè dei nostri): "ma sai che non conosce nemmeno i Joy Division e Keiith Haring? Però mi è venuto a prendere a casa, mi ha invitata fuori a cena e mentre pioveva e camminavamo per strada mi ha anche detto, vieni dalla parte del marciapiede...io sto in strada che se passano le macchine ti bagnano. E non mi dilungo che sennò divento melensa". Anzi aggiungo solo una cosa: "che quando gli parlo di universo, manifestazioni, mappe e spiritualità varie non mi prende in giro". A proposito, ora sa chi sono i Joy Division e Keith Haring... e un po' mi dispiace :)))). ALLA FINE DELLA FIERA: dopo due il terzo può aspettare. E in caso se proprio ha voglia dii parlare con te di Bauman e Redzepi, può sempre telefonarti eh eh...

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  3. Dopo anni di incontri spirituali,viaggi in India e navigazioni solitarie leggendo questo post ho avuto un'illuminazione(avró incontrato anche l'anima di Edison?) Ma perché con semplicità non chiedere lumi al diretto interessato di questa strana incoerenza? Si potrebbe aiutare il bimbo a crescere e regalare un gesto d'amore al mondo o rimanere sconcertati da una risposta inattesa. Sicuramente sparirebbero i dubbi e non si avrebbero rimpianti. E poi......chi é Chitering? Un maestro svedese di Kung Fu?

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  4. Io mi associo al commento di Adorabile: chiedi spiegazioni. Faccia tosta e carattere non ti mancano di certo, per poterlo fare.
    E se vuoi parlare di Bauman, o degli archetipi di jung, della psicanalisi come forma di smascheramento di Freud, o delle meravigliose poesie di Baudelaire ... hai il mio numero: usalo.

    Un sorriso. Antonia.

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