Ci sono tante prime volte. La prima volta che piangi quando
esci dalla pancia della mamma, la prima volta che cadi dalla bicicletta dopo
mesi che stavi cercando di reggerti sulle due ruote e la prima volta che a
scuola prendi un brutto voto. C’è una prima volta per piangere, per soffrire,
per lamentarsi, per arrabbiarsi e per fare il broncio, ma c’è anche una prima
volta per ridere, gioire, rallegrarsi e per rendersi conto che la vita è
bellissima, anche se la mamma ti ha dato un calcio nel sedere perché hai
sporcato il vestito bianco con quelle more selvatiche (rigorosamente rosse)
rubate dall’albero.
C’è la prima volta per il bacio, per una carezza
ingenua, per una fuga verso il triangolino e naturalmente c’è la prima volta
che scivoli nel letto del tuo compagno di banco, senza realmente sapere cosa
significhi fare l’amore con qualcuno. La prima volta è una questione
complicata, per qualunque cosa tu ti accinga a fare, generalmente l’adrenalina
scaccia la paura, rende tempestosi i gesti, li carica di istintualità e soffoca
quella parte di razionalità che diversamente non ti permetterebbe di compiere
nessuna follia. Allora ti ritrovi a correre in bicicletta senza sapere bene se
riuscirai a frenare (sei nata senza freni e quello a contro-pedale ancora non
te lo hanno montato), ti trovi in mezzo a una folla di manifestanti armati
pensando di andare a un concerto e perdi l’equilibrio su una scala di cinque
metri fantasticando che sotto ci sia una rete che ti farà rimbalzare verso il
cielo come fanno i trapezisti. Non c’è seconda volta che non abbia visto
passarsi la staffetta dalla prima così come non c’è seconda volta che non viva
all’ombra dell’emozione di ciò che è stato precedente a lei. La prima volta è
unica, inimitabile, indiscutibile, ineguagliabile. Se pur tutto ciò che viene
dopo può essere migliore, il podio lo detiene lei, solo lei rimane nella
memoria, solo lei riaffiora come una Madelaine dopo il morso, solo lei si
stampa sui fogli bianchi di carta, fa piroette e disegna con la Bic un cuore
gonfio di passione.
La prima volta che incontri una persona che desta la tua
attenzione ogni gesto che si compie per “la prima volta” è fondamentale. Allora
ci sarà un primo sguardo, un primo dialogo, un primo brivido, una prima
incertezza, una prima titubanza, un primo imbarazzo e se sei fortunata un primo
accenno di battito affannato. Ci sarà la prima volta in cui i tuoi occhi
incontrano i suoi e una prima volta in cui potrai sentire il profumo dei suoi
capelli avvicinandoti lentamente all’orecchio per sussurrargli una qualche
cazzata che hai inventato per l’occasione. Ci sarò una prima volta in cui la
tua saliva si lega con la sua e poi ci sarò una prima volta, quella vera, in
cui il tuo corpo si lascerà andare e metterà insieme il puzzle della tua
felicità. La prima volta con un uomo che ti piace è come mangiare i “Paccheri”
tiepidi con le mani, sentirne la consistenza, ascoltarne la temperatura,
annusarne il calore. Mangiare un “Pacchero” nudo, come lo sei tu e avvertirne
la pelle liscia è un percorso, una strada verso la scoperta di un corpo, di una
sensazione, di un’emozione che piano piano si fa spazio dentro e fuori da te.
Come nell’amore si deve capire come funziona, nel rapporto
con l’altro e nel sesso si devono cercare risposte dettate più dall’istinto che
da altro. La prima volta devi farti guidare da lui, (l'istinto) seguire un odore e
lasciarti trasportare da un sapore senza sapere realmente dove ti porterà.
Esistono tante prime volte ma solo una rimane unica e questo Blue lo sa.
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