giovedì 11 ottobre 2012

Esistono tante prime volte, ma solo una rimane unica.


Ci sono tante prime volte. La prima volta che piangi quando esci dalla pancia della mamma, la prima volta che cadi dalla bicicletta dopo mesi che stavi cercando di reggerti sulle due ruote e la prima volta che a scuola prendi un brutto voto. C’è una prima volta per piangere, per soffrire, per lamentarsi, per arrabbiarsi e per fare il broncio, ma c’è anche una prima volta per ridere, gioire, rallegrarsi e per rendersi conto che la vita è bellissima, anche se la mamma ti ha dato un calcio nel sedere perché hai sporcato il vestito bianco con quelle more selvatiche (rigorosamente rosse) rubate dall’albero.


C’è la prima volta per il bacio, per una carezza ingenua, per una fuga verso il triangolino e naturalmente c’è la prima volta che scivoli nel letto del tuo compagno di banco, senza realmente sapere cosa significhi fare l’amore con qualcuno. La prima volta è una questione complicata, per qualunque cosa tu ti accinga a fare, generalmente l’adrenalina scaccia la paura, rende tempestosi i gesti, li carica di istintualità e soffoca quella parte di razionalità che diversamente non ti permetterebbe di compiere nessuna follia. Allora ti ritrovi a correre in bicicletta senza sapere bene se riuscirai a frenare (sei nata senza freni e quello a contro-pedale ancora non te lo hanno montato), ti trovi in mezzo a una folla di manifestanti armati pensando di andare a un concerto e perdi l’equilibrio su una scala di cinque metri fantasticando che sotto ci sia una rete che ti farà rimbalzare verso il cielo come fanno i trapezisti. Non c’è seconda volta che non abbia visto passarsi la staffetta dalla prima così come non c’è seconda volta che non viva all’ombra dell’emozione di ciò che è stato precedente a lei. La prima volta è unica, inimitabile, indiscutibile, ineguagliabile. Se pur tutto ciò che viene dopo può essere migliore, il podio lo detiene lei, solo lei rimane nella memoria, solo lei riaffiora come una Madelaine dopo il morso, solo lei si stampa sui fogli bianchi di carta, fa piroette e disegna con la Bic un cuore gonfio di passione. 

La prima volta che incontri una persona che desta la tua attenzione ogni gesto che si compie per “la prima volta” è fondamentale. Allora ci sarà un primo sguardo, un primo dialogo, un primo brivido, una prima incertezza, una prima titubanza, un primo imbarazzo e se sei fortunata un primo accenno di battito affannato. Ci sarà la prima volta in cui i tuoi occhi incontrano i suoi e una prima volta in cui potrai sentire il profumo dei suoi capelli avvicinandoti lentamente all’orecchio per sussurrargli una qualche cazzata che hai inventato per l’occasione. Ci sarò una prima volta in cui la tua saliva si lega con la sua e poi ci sarò una prima volta, quella vera, in cui il tuo corpo si lascerà andare e metterà insieme il puzzle della tua felicità. La prima volta con un uomo che ti piace è come mangiare i “Paccheri” tiepidi con le mani, sentirne la consistenza, ascoltarne la temperatura, annusarne il calore. Mangiare un “Pacchero” nudo, come lo sei tu e avvertirne la pelle liscia è un percorso, una strada verso la scoperta di un corpo, di una sensazione, di un’emozione che piano piano si fa spazio dentro e fuori da te.

Come nell’amore si deve capire come funziona, nel rapporto con l’altro e nel sesso si devono cercare risposte dettate più dall’istinto che da altro. La prima volta devi farti guidare da lui, (l'istinto) seguire un odore e lasciarti trasportare da un sapore senza sapere realmente dove ti porterà.

Esistono tante prime volte ma solo una rimane unica e questo Blue lo sa.

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