Noi ci
apparteniamo.
Io appartengo a
me, tu a te, io a te, tu a me. Io e te apparteniamo a noi e insieme
apparteniamo ognuno al suo ego anche se io di ego ne posseggo mille (da buona
gemelli, vige la legge del multiplo). Io, come te, appartengo al mondo, sarebbe
egoistico pensarmi di una persona sola, anche se non sarebbe male escludere il
mondo per qualche attimo e rimanere soli ad appartenersi.
Tu potresti
appartenere a una, nessuna o centomila, ma in assoluto appartieni a me, a me in
maniera viscerale, unica, inimitabile. Appartieni a me dal primo litigio, dal
primo sguardo e dal primo soffio di alito vicino all’orecchio. Appartieni a me
dal primo sorso di DosageZero, dal primo morso di Ravioli di parmigiano e
dall’ultima goccia di
Kopi Luwak
.
Appartieni a me perchè ci siamo scambiati la
carne, il sudore e le lacrime, ci siamo contaminati il fegato, i polmoni, il
cervello e il cuore. Appartieni a me perché è solo con me che riesci ad essere
la metà perfetta del concetto di Amore di Aristofane, divisi dagli Dei ma
vagando per il mondo prima o poi si ritorna uniti, sempre anche a distanza.
Io appartengo a te
senza remissioni, senza sconti, senza confini. Appartengo a te con le ferite,
gli squarci e con la Singer che riassetta i brandelli di un abito nuovo che è
stato strappato da un chiodo. Appartengo a te dal primo momento in cui abbiamo
parlato di cucina e in cui ti ho detto che la cacciata dal paradiso ce la siamo
guadagnate con la Gola e non con la Lussuria. Appartengo a te da quando il suono
della tua voce ha enunciato che “l’amore
non ti fa battere il cuore ma l’amore te lo ferma”. Appartengo a te, perché
è una questione di battiti, quelli che si allineano mentre stiamo uno sopra
l’altro, quei battiti che corrono allo stesso ritmo e a volte ballano alla sola
idea di stare l’uno accanto all’altro. Appartengo a te da quando ho capito che i sogni si avverano sempre, basta andarseli
a prendere, e io, di sicuro non ho risparmiato sulla corsa del biglietto,
mi sono messa sulla linea di partenza e ho aspettato che dessero il via per
cominciare a correre per arrivare al traguardo. Appartengo a te da quando la
nostra felicità è diventata delirante,
nel bene o nel male, sempre di felicità si parla, perché tanto lo sappiamo bene
che il dolore di un grande amore è direttamente proporzionale dalla grandezza
dell’amore stesso. Appartengo a te perché a un certo punto della mia vita mi
hai ricordato di essere felice (il se
puoi lo abbiamo aggiunto dopo). Io appartengo a te da quando l’universo
l’ha deciso e stabilito che io dovevo appartenere a un uomo che avesse le
stesse iniziali del nome di mio padre (strana coincidenza, tutte le persone che
amo follemente nella mia vita portano sempre quelle iniziali).
Noi ci
apparteniamo, siamo tu il virus e io l’antidoto e insieme formiamo
l’unica medicina per guarirci. Noi siamo lo stato passionale e sconvolgente che
si tramuta in quiete riposante, siamo la guerra e la pace, la brezza e la
bufera, il caldo e il freddo, la primavera e l’autunno, il si e il no dei nostri
interminabili sproloqui. Siamo l’attimo fuggente che abbiamo afferrato, il
treno che abbiamo preso in corsa, la gara non vinta per caso. Siamo le facce di
una medaglia che non pende mai ne a destra ne a sinistra, sta nel mezzo, ma non
perché è incerta se cadere da un lato o da un altro ma perché è meglio guardare
ambo i lati per scorgere l’orizzonte da più punti. Siamo il foglio e la penna,
il bicchiere e lo champagne (io naturalmente sono un fantastico
Vouette
et Sorbee Cuvee Fidele Extra Brut
: raro, introvabile, con la bolla larga che si fa spazio in gola e scende lento e profondo giù per l’esofago), siamo la
bocca e la sigaretta, la pelle e il profumo, Patchouly naturalmente (solo Les
Nereides, Patchouly Antique, gli altri peccano di dozzinalità), siamo il calore
di una giornata passata a letto a sentire la pioggia che scende.
Noi siamo la nostra perdita di
equilibrio. L'equazione del nostro caos.
Noi ci
apparteniamo.
Oltre ogni cosa;
ieri, oggi e sempre anche se il sempre dura solo un attimo.
..C A R U...
RispondiSimo, ora vorremmo leggere l'altra campana.
RispondiLo sai come la penso, il proprio cuore va donato all'incoscienza, al non ci penso, mi lascio andare. Poi, ogni tanto, va ripreso e controllato, devo guardarlo al microscopio per vedere quanti graffi ha e se vale la pena che venga usato male. Il cuore di una donna, la sua appartenenza, è e deve essere, il più sacro degli oggetti. Va rispettato e conservato al meglio. Voi Donne, quelle con la C di cervello in maiuscolo, quando staccate la testa dal cuore, avete la tendenza ad esagerare ed a continuare a bruciarvi. Ma è anche questo il bello di essere e sapere di appartenere a qualcuno, di essere parte e completare ogni suo atomo e relativi derivati conosciuti e non.
Mah leggo tra le righe, vorrei vederti correre in un campo di spighe con papaveri e fiordalisi. La natura ti appartiene. ️ amica mia!
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