sabato 30 novembre 2013

Non era amore ma era un calesse


Nel mezzo del cammin della mia vita mi ritrovai seduta a un tavolo. Capita, quando si ha fame. Avevo una bottiglia di Brut Camossi in corpo. Forse l'euforia dell'alcol mi aveva annebbiato la vista. Forse essere in un'altra città, su strade sconosciute, sentire un accento diverso, chiacchierare a meno due sotto ai funghi e una leggera pioggerellina mi aveva fatto sperare che qualcosa sarebbe stato diverso. Forse le promesse, le parole troppo inflazionate, la voglia di crederci ancora (a cosa poi) mi aveva illuso che le persone potessero cambiare. Forse avrei potuto mettermi un sacchetto in testa, cucirmi la bocca, bendarmi gli occhi ma tanto non sarebbe cambiato nulla. Forse avrei potuto far finta di non vedere, non sentire, non annusare. Avrei potuto far finta di nulla e andare avanti e tenermi le briciole di un amore consumato, malato, affamato, feroce, ingombrante, estenuante. 


Un amore che aveva visto l'alba esattamente un anno prima nello stesso luogo, con la stessa gente, allo stesso tavolo, mangiando la stessa portata che ormai non solo era riscaldata ma addirittura era stata ricotta più e più volte tanto da risultare indigesta. Si, perché l'amore, a volte, può diventare un piatto indigesto. Una di quelle pietanze da menù anni 80 che ormai non fanno più per il mio palato. L'amore puó diventare una tortura, farti ritrovare innamorata di un boia che speri lasci la corda della ghigliottina al più presto, così tutto si consumerà con un ooooohhh generale e un po' di sangue sul pavimento. L'amore non si comanda e se hai buttato il cuore oltre all'ostacolo occorre andarselo a prendere sto maledetto cuore, altrimenti rischi di rimanere imprigionata nella gabbia dei topi cavia e girare a vuoto sulla ruota della ridicola vita che pensavi fosse quella perfetta. A volte succede. Quello che pensavi un principe azzurro in realtà era solo un abbaglio, come si dice? Non era amore ma era un calesse. Un calesse dorato, pieno di tante cose, tanti dettagli, tanti diamanti che con la loro luce facevano in modo che non si vedesse oltre. Un calesse da sogno, di quello che si leggono solo nelle favole, di quelli sui quali sali perché se non sei stupida lo fai, ma poi ti rendi conto strada facendo che il calesse ha una ruota rotta, e il meccanico per questi mezzi di locomozione non esiste e allora zoppichi, scendi, risali, provi a ingegnarti ma se non si aggiusta, non si aggiusta.
Questa è una storia, una storia fatta di amore, passione, ossessione, sorrisi, pianti e dolore. 

Questa è una storia che costruisce un tassellino, un altro, in cui ti rendi conto che a stare sola faresti un terno al lotto, il famoso tredici al totocalcio, anche se per un momento pensavi che la fortuna ti avesse baciato in altro modo. Ci sono stati attimi in cui eri così felice che pensavi quasi di non meritartelo, ti sembrava così impensabile provare tanta felicità che stentavi a credere potesse capitare a te. E invece no! La felicità può durare anche solo attimo, ti prende, ti abbraccia, ti fa scoprire cosa significa e poi ti toglie tutto.
Ma va bene così. L’amore, quello vero supera ogni cosa e tu, mia cara Blue, l’amore vero non l’hai ancora trovato!
La caccia al tesoro per ora è in pausa, hai bisogno di stare con te stessa ora.

5 commenti:

  1. Le donne intelligenti, troppo intelligenti, e belle, spesso sono sole. Impossibile trovare un uomo al passo. E poi, diciamocelo, gli uomini, anche i più intelligenti, sono impediti da un'educazione sbagliata che che spesso soffoca le loro qualità. In poche parole: le donne sono più generose.

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  2. Un uomo fortunato, come io sono, un giorno ti disse una cosa, ti raccontò una sensazione e tu eri convinta che fosse quel sogno dal brusco e pessimo risveglio.
    Un particolare che secondo me hai dimenticato diceva: quando smetterai di cercarlo, quando crederai che non sarà il momento giusto, ti girerai e lui sarà lì. Non te ne renderai conto, e non ti ricorderai delle mie parole.

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    1. Ecco, le solite risposte filosoficopoeticostronze degli uomini. Si, quando smetterai di cercarlo, e magari avrai compiuto nel frattempo novant'anni. E fortunato, chi scrive, sicuramente per avere al suo fianco una donna che lo sopporta.

    2. Caro anonimo, tu scrivi ma non sai di che parli. A volte si può essere persone intelligenti sapendo che tra le righe c'è qualche cosa di non scritto e che, solo tu e la persona a cui ti rivolgi, ne capiscono il significato. Buona giornata.

  3. un abbraccio, un sorriso e un bacio per te, cara Blue.

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