Alla fine di una cena erotica che, boccone dopo boccone, ha
condotto gli amanti tra preliminari e giochi amorosi fino alla camera da letto,
non può certo mancare un lieto fine: il dolce. Il dolce ha il compito di
coronare l’orgia intima…
Isabel Allende
Dio benedica la Sicilia. Benedica le coste spigolose e
decise del Nord-Ovest così come quelle sinuose e ingenue del Sud-Est. Benedica
L’Etna e la bellissima Catania, città nera vulcanica, città che vive ogni
mattina giubilando il suo sguardo sul vulcano più grande d’Europa. Benedica Agrigento
con la valle dei Templi e i suoi templi dorici, Eraclea Minoa e il suo teatro.
La valle dei Templi, Agrigento |
Benedica Messina con i Giardini di Naxos e l’antica città greca e romana di
Tindari. Benedica Palermo con le grotte dell’Addaura e della Gurfa, poche cose
emozionano così tanto come le incisioni rupestri all’interno della prima (anche
se dal 1997 non possono essere più visitabili a causa del pericolo di caduta
massi, ma è importante sapere che ci sono e sono li e un giorno si potranno
rivedere). Dio benedica Trapani e l’antica città di Selinunte (nome che deriva
dalla parola sedano che vi cresce selvatico e nome che mi ricorda un’opera
straordinaria di Hidetoshi Nagasawa) e il tempio di Hera che lascia senza
parole. Dio benedica Siracusa con la sua isola Ortigia, culla dell’antico
amore, vecchia lingua di terra che ospitò i coloni corinzi, zolla magica, donna
dall’eterna giovinezza, culla di Artemide, dolce sorella di Delos.
Ortigia, Siracusa. Credit Web |
Dio ti
benedica mia amata Ortigia, tu sei il colpo di fulmine più potente che un
essere umano possa sognare, sei selvaggia, intensa, profumata come una Dea, sei
accogliente, suadente ed erotica come la più scaltra delle femmine, sei
puttana, nel senso più alto e sincero possa avere questa parola. Ortigia tu non
sai mentire. E mentre un povero uomo passeggia tra le tue piccole e strette
vie, tu ne rapisci il cuore e lo strazi di dolore perché gli regali la
consapevolezza che non potrà stare con te per sempre. Ortigia dalle mille
chiese barocche. Ortigia del Duomo che si benedisce da solo perché Dio credo
abiti li dentro e come scrisse il poeta britannico Lawrence Durrell: "Prendete un tempio greco,
incorporatelo per intero in un edificio cristiano, al quale
aggiungete successivamente una facciata normanna che viene
abbattuta dal grande terremoto del 1693. Senza scoraggiarvi vi rimettete
all’opera e, cambiando completamente direzione, sostituite la vecchia facciata
con una deliziosa composizione
barocca
all’incirca del 1728‑54. E il tutto, deteriorato com'è, continua a vivere e a
sorridere, diffondendo nel mondo la sua immagine come se fosse stato ideato da
un Leonardo
o da un Michelangelo".
Dio Benedica il cammino di questo
pluri-benedetto Barocco che mai ho visto così sfavillante; Noto, Scicli e
Modica. Benedica Noto a eccezione della sua Cattedrale della quale salvo solo
gli affreschi del genio russo Oleg SuperEco. Cattedrale sfortunata,
ristrutturata barbaramente da non voglio nemmeno sapere chi che ritorna alla
luce, un pò troppa direi e che ha subito lo sfregio di un pavimento che sembra
quello della cucina di casa di mia nonna ma che con Oleg acquista una Madonna
estremamente sexy dalle forme contemporanee con santi che la attorniano che
sembrano modelli appena usciti dalla palestra, veri capolavori, un grande
maestro capace di rappresentare l’oggi.
Mi scusino i
Siciliani se sono stata così sintetica nel benedire la magnifica Sicilia ma
avrei bisogno di scrivere un trattato, lascio a chi legge i suggerimenti di
benedizione.
E ora veniamo
alla più grande benedizione di tutte.
Dio benedica
la cucina siciliana, e porca puttana non esistono ancora le parole per poterla
raccontare quella cucina fatta di pomodori pachino, melanzane, cornettini,
meloni freschi e succosi, granite alla mandorla, parmigiane calde, brioche
roventi e tutti i tipi di pesce che al solo pensiero la mia lingua fa una ruota
su se stessa e s’intreccia nel palato. Dio benedica all’ennesima potenza il
signor Cannolo, maschio nerboruto,
simbolo fallico per eccellenza che accoglie in se sua signora la ricotta. Lui è
una specie di cilindro dei desideri; rigido fuori, con un cuore morbido dentro.
Lui che è l’anticamera del desiderio femminile, lui che sa donarti un orgasmo
al solo odore. Lui che nei miei giorni siciliani era una sorta di ossessione
magistrale, uno specchio della fertilità raggiungibile, un piacevole momento in
cui mi sedevo sui gradini di una chiesa barocca e lo divoravo avidamente come
se il minuto dopo dovessi morire.
Il cannolo siciliano. Credid Web |
E poi c’è lei: la Cassata. Femmina. Fresca. Tracotante. Ingombrante nel senso che
riempie la bocca totalmente. Lei, la cassata, con la sua forma di “minna di Sant’Agata”, lei con il suo
capezzolo arrossato e saporito, lei che sprigiona la sua essenza a ogni morso.
Mette in pace con se stessi mordere il seno di una donna dal sapore così dolce
e intenso. Lei che è perfetta per fare l’amore con un cannolo, lei che ti fa
perdere nella goduria dell’immaginazione e che sconvolge i tuoi sensi che fanno
salti mortali per rimanere calmi. Lei, quella maledetta esagerata femmina.
La Cassatina. Credit Web |
E per non
saper ne leggere ne scrivere c’è l’androgino, così come lo intendeva Aristofane
nel suo Simposio:
La torta di Ricotta e
uvetta.
Dopo aver
mangiato questa torta rigorosamente cucinata dalle manine di una vera cuoca
siciliana del ristorante Dammuso a Noto, Isabel Allende viene spontanea: “
Mi
pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico
di tutte le occasioni di fare l'amore che ho lasciato correre per occuparmi di
lavoro in sospeso o per virtù puritana…”.
La torta in questione è l’insieme dell’universo femminile e quello
maschile, zuccherosa, morbida, accogliente, che fa roteare la lingua sulle
labbra e anche sulla punta del naso. Questa torta si sparge ovunque, in bocca,
sul viso, sulla pelle. La ricotta entra nella carne e l’uvetta fa il solletico
alle clitoridee papille gustative. Uno spasso, un gemito, un orgasmo, multiplo,
intenso, unico.
Entrata del Ristorante Dammuso a Noto. Credit da TripAdvisor |
Dio ti prego se esiste l’inferno
fai che sia come la Sicilia.
Dio ti prego se esiste l’inferno
fai che il suo pavimento sia di ricotta.
Grazie Bedda!!! :-)
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