Ne
“Il profumo” di Patrick Suskind si
enuncia che “
Il profumo ha una forza di
persuasione più convincente delle parole, dell'apparenza, del sentimento e
della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa
penetra in noi come l'aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci
riempie, ci domina totalmente, non c'è modo di opporvisi
”
.
La storia e le credenze dell'uomo sono, dalla notte dei tempi,
legate al profumo. Per i Romani e i Greci gli odori servivano a sviluppare
complesse funzioni rituali. Per la sua inconsistenza, l'odore, evoca una
presenza spirituale e ricorda la natura dell'anima. Nelle religioni orientali è
sinonimo di perfezione, bellezza e virtù.
Se nella nostra quotidianità
l'olfatto non è un mezzo di comunicazione esplicito, i profumi e gli odori
divengono, comunque e inevitabilmente, parte della nostra percezione del mondo.
Quanti di noi, potrebbero dimenticare la mattina precedente il Natale, quando
dal letto della propria stanza, accecati dalla luce che entrava dalla finestra,
l’odore del latte caldo e della torta nel forno, anticipavano una ricca
colazione fatta dalla mamma. In quel momento in cui, ancora assonnati,
scendevamo le scale in direzione cucina, tra sogno memoria e illusione nasceva
in noi un’unica domanda: “
E se in questo
momento stessimo sognando di vivere?
” Se il
profumo che si propaga nell’ambiente fosse semplicemente il ricordo di un altro
momento passato o magari il nostro desiderio di trovare una focaccia fumante
che emana aroma di cannella? “
Se in questo
momento stessimo sognando di vivere”
probabilmente
capiremmo, dal basso della nostra giovane età che “
coloro
che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di
notte
”.