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martedì 20 settembre 2016

L’amore è la grande rivoluzione. Pensieri sconnessi AspassoconBlue

E mi ritrovo qui, una domenica sera di fine estate che combatte il crepuscolo di un autunno alle porte, con la pioggia che tintinna sui marciapiedi.

Amo ascoltare la pioggia mentre sono sdraiata sul letto a scrivere, mi piace sentirla cantare con le finestre aperte, mi rilassa, mi fa pensare a tante cose e nella nenia del suo baciare l’asfalto mi ritrovo a pensare a che estate invisibile ho passato.

Quest’anno non mi sono nemmeno accorta che l’estate sia iniziata, non ho sentito il profumo delle rose, la calura sulla pelle, il sole non mi ha accarezzata nemmeno un momento. È stata un’estate di cambiamenti, di grandi emozioni che hanno messo ancora a dura prova il cuore e un’estate in cui ho perso l’orientamento, la bussola si è rotta e la segnaletica vitale ha dato forfait. Un’estate in cui la parola serenità ha fatto posto alla corsa all’impazzata della tachicardia, in cui il mio letto è stato sostituito con una poltrona di ospedale e in cui la mia spensieratezza è stata cementata dal dolore lancinante delle perdita di mia nonna Anita. In tutto questo condensarsi di dolore al rialzo, lacrime pesanti come la caduta di un macigno dal Monte Bianco e la sensazione continua di stare perennemente in affanno ho comunque avuto il tempo di infilare alcune riflessioni, provenienti da anni e anni di chiaccherate fatte con mia nonna, che mettono il puntino definitivo sulla mia idea di relazione.