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giovedì 8 dicembre 2011

Gola VS Lussuria VS Sguardo


Dovrei a questo punto affermare o, meglio, confessare che sono una peccatrice.
Di risparmiarmi in fatto di Gola non se ne parla. Di smettere di pensare e, ahimè, in quest’ultimo periodo, ribadisco solo pensare, al peccato che più mi si addice, la Lussuria, non ne ho la minima intenzione.

Santa pazienza e santa Blue che abbandonata la religione da ormai vent’anni si è data a pratiche peccaminose come l’atto del mangiare e quello del pensare sensualmente che ci sia un rapporto stretto tra cucina e sesso (e poi vedremo arte) e che ogni volta che introduciamo un alimento all’interno del nostro corpo questi ha un riflesso sulla nostra sessualità, ma non è finita qui. A mio avviso anche l’atto del guardare implica una sottomissione al peccato. Si, perché se c’è gusto nel portare alla bocca una carota sbucciata, nell’immaginarla mentre la introduciamo lentamente nella cavità orale, per poi succhiarla, assaporarla e in fine morsicarla avidamente pensando non solo alla proprietà benefiche e vitaminiche che ha questa splendida verdurina, ma pure al simbolo fallico che stimola la nostra fantasia, allora esiste un peccato primordiale che anticipa gli altri sopra citati. È la vista.