sabato 30 ottobre 2010

FADO...

Mi sono sempre chiesta che cosa sia il destino e soprattutto se esista, se è davvero come credo che quando ci mette lo zampino lui tutto convoglia a far succedere ciò che sta scritto da qualche parte, ma dove poi…dov’è annotato il nostro destino…? Lo immagino in un grande libro all’estremità del mondo, consultabile solo dagli Dei o da entità a noi sconosciute… sulle pagine ogni giorno c’è riportata una storia con i suoi protagonisti e se ti capita che quel dì ci sia scritto il tuo nome sei fregato…nel bene e nel male…non sempre è sfiga a volte il destino gioca dalla tua parte…

Vi siete mai chieste perché accadono le cose…? perché incontrate una persona in un luogo dove non eravate mai state prima e poi casualmente la rivedete a distanza di tempo nello stesso posto, non vi capita mai di pensare ad un amico mentre passeggiate sotto ai portici e vederlo apparire come se fosse il fantasma dell’opera. O pensare ad una canzone nello stesso momento in cui su facebook ve la stanno postano… Il destino gioca le sue carte e quando vuole una cosa rema affinché tutto si esaudisca come sta scritto sul grande librone del FADO.

Allora adesso ci penso io a convincervi che il destino esiste o perlomeno lui da dei segni, a volte anche molto disarmanti, che spiazzano le nostre esistenze e che sono assolutamente al di fuori di un nostro possibile controllo. Ieri sera sono rientrata a casa verso le 3 perché la tosse mi massacrava e di andare a fare Barakka proprio non mi andava, in fin dei conti c’è gia la domenica di Halloween con mille feste in città, con tutte le amiche che arrivano armate di scopa e cappello a cambiarsi a casa tua, avevo già idea di andarmene a nanna con il piumone gigante quando mi sono messa a scrivere, come sempre ultimamente, mi aiuta a non pensare, o meglio mi fa pensare ad altro, a cose più piacevoli e divertenti che non siano legate all’amore. Quello stesso amore che ora non hai più, che hai chiuso a chiave in un cassetto che ti sforzi di buttare in cantina invano, ma che per ora, visto che stai meglio non vuoi più faccia parte di te. Mentre sei li che scrivi e rifletti su alcune cose che ti ha detto una tua amica, improvvisamente ti ricordi una scena che ti successe all’università mentre la prof ti interrogava, ritorni indietro nel tempo a quel giorno, con quel bel vestitino da ragazza per bene, marrone, tacco 8 e capelli ricci legati con una bacchetta cinese, ricordi la sua domanda: parlami dell’odio di kassovitz e dimmi quale sensazione ti ha dato quel film con quella frase cosi forte e incisiva, dimmi cosa ne pensi e se pensi che sia proprio la verità quella della caduta che è sempre e comunque la minor cosa che ti può succedere mentre fiondi già da un palazzo di 50piani. L’ATTERRAGGIO dissi è ciò che mi preoccupa, non sono mica un gatto con i gommini sotto ai piedi, ciò che mi spaventa di questa vita è come riuscire ad affrontare una caduta senza farmi troppo male, come rimanere indenne e rimanere salda nella mia convinzione che se metto le mani in avanti il mio viso non si sfracellerà sul marciapiede. Ecco cosa mi è successo ieri…proprio mentre io ricordavo e riflettevo su questo, dall’altra parte della città a poche ore di distanza la persona alla quale non volevo pensare lo stava postando sul suo facebook… e quindi che dire…telepatia..? mah non so…destino…? Chissà… forse solo coincidenza…ma che cavolo sta coincidenza che ci fa sempre incontrare e reincontrare…

Champagne…per brindare a un incontro…


A 30anni si tirano le somme.
Anche se sei sempre stata una persona realista e poco fatalista, poco sognatrice e molto concreta ti rendi conto che la vita succede adesso e subito e sconvolgerti è proprio ciò di cui hai bisogno giornalmente per sentirti viva. Vuoi "toccare il cielo con un dito" e arrivare velocemente sulla più alta vetta di una montagna o nuotare a braccia piene per raggiungere la tua meta… anche se in realtà nessuna di noi ha ben chiaro quale sia…perché siamo in balia degli eventi, aspettando un uragano che ti travolga improvvisamente. A quest’età credi davvero di essere immune al pericolo, ti piace la Mini ai 240 sull’autostrada per Riccione, credi che l’alcool faccia male solo alle ragazzine e ti piace follemente pensare che se ti schiacci un brufolo non ti rimarrà il segno. Credi davvero che fare ginnastica per tre ore al giorno ti faccia ritornare il corpo che avevi a 18anni e sei convinta che metterti una minigonna con stivale possa ancora fare effetto per tornare a casa con un nuovo numero di telefono in rubrica…? Pura utopia mia dolce Cricchy…!!! Nemmeno tu, cosi calcolatrice, manager nel tuo taillerino blu, con la tua aria da femminuccia saccente, con una vita programmata al minuto, un lavoro perfetto, una casa in ordine all’occorrenza e una famiglia che ti ama, puoi pensare di non cadere. Tutte noi siamo inciampate facendoci male la caviglia o sbucciandoci un ginocchio, cercando di salvarci il viso mettendo davanti le mani, a volte ci è andata bene altre volte meno…

Quando cadi sfracellandonti al suolo scopri che anche tu sei fatta di carne e sentimenti, di materia e sogni, di sangue e lacrime. E qui naturalmente la mia mente ritorna ad un’esame all’università sul film L'odio (La Haine), 1995 scritto e diretto da Mathieu Kassovitz, tuonano nella mia testa mentre la prof. mi massacrava venti giorni prima della tesi rompendomi le scatole con un esame che odiavo ma che in realtà mi avrebbe seguito tutta la vita…
« Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: «Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene». Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. » (Hubert)

Sei seduta sul divano a sgranocchiare patatine felice con la tua coperta sulle ginocchia, il pigiamone riporta due bellissimi orsetti blu che si abbracciano con una scritta Happy a caratteri cubitali, nella tua vita tutto funziona fin quando non arriva lo scossone, quello che non aspettavi, quello che stavi bene anche senza, quello che ti scombussola i programmi. Lui, bello ricco gentile e che all’accorrenza resta pure a colazione facendoti mangiare cose che non ti saresti mai sognata prima. Ti trasformi nella sua principessa e magicamente ad attenderti fuori dalla porta trovi un calesse con damigelle e cavalli bianchi che nitriscono educatamente, poesie d’amore, coccole e scarpette di cristallo indossate in castelli incantati. Una fiaba che finisce quando il principe azzurro si stanca del giochino e ti butta via come un elettrodomestico vecchio...l'amore che arriva se ne va via e lascia sempre quell’amarezza che ti porti nel cuore ormai raffreddato dal dolore, diventi distaccata e calcolatrice o meglio ci ritorni, rincorri una felicità e una serenità che non riesci a trovare, che ti pare ti sia stata rubata quel giorno quando al lavoro hai ricevuto una telefonata gelida e inaspettata, quando il tuo sterno ha cominciato a farti male quando seduta sul divano a casa tua hai riempito secchi di lacrime che sembrava non smettessero mai. VUOTA…ecco cosa sei ora mia dolce amica, ciò che hai passato è stato come un incendio doloso che ha fatto tabula rasa dentro alle tue emozioni, ha lasciato solo un deserto di cenere e tanto nero intorno a te. Cosi tanto è stato il fumo che hai respirato per cercare di salvarti da questo evento che ormai sei arsa di vita e sei diventata severa e rigida con te stessa e con le persone che cercano invano di farti capire che il mondo non è li per farti del male, ma per essere vissuto. La paura, sempre presente e la fragilità che ti sei portata dietro ha alzato un muro indistruttibile, una fortezza inespugnabile, un castello inconquistabile.

Arriverà qualcuno che butterà giù il muro…e sai perché succederà…? Perché hai saputo aspettare.
Io quel giorno brinderò con te a Champagne…


venerdì 29 ottobre 2010

Il mio ieri, il mio oggi, il mio sempre…


Mia nonna mi ha sempre detto: “ se ami lascialo andare…se torna è tuo…se non torna non lo è mai stato…”
Sante parole mia piccola dolce e scaltra nonnina, quelle che risuonavano in cucina quando scopriva mio nonno che si faceva qualche mora donzella che puntualmente veniva a reclamare a casa nostra. Mio nonno è sempre tornato da lei.
Era un uomo bellissimo alto magro, occhi verdi, limpidi e furbi, un savoir-faire da incantatore, direi il tipico gemellino, una vera forza della natura capace di far strisciare anche la più bella tra le donne presenti in tutta la provincia mantovana.
Amava le donne, tutte, senza distinzione, le adorava e avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro, ma non era solo per averle nel letto, le amava a prescindere da qualsiasi cosa. Corteggiarle, rincorrerle, baciarle spingerle su un prato e stringerle a se…lui viveva per questo… era un uomo che si alimentava di emozioni e di novità, un uomo che rincorreva il piacere di un attimo, assaporava il sapore di saliva e sudore aspettava il gemito incontrollato di femmine piene di desiderio. Nonostante fosse un donGiovanni instancabile, sempre alla ricerca di battiti rapidi e sospiri rubati aveva ben chiaro quale fosse il suo destino e soprattutto che nome portava, quale sarebbe stata per sempre la donna, unica e rara che avrebbe amato. Non c’era nulla che distoglieva la sua attenzione da quel grande amore, quello che aveva incontrato da ragazzino, un giorno giocando nella corte nel piccolo paesino di campagna, non c’era altra donna sulla terra che lui poteva pensare di sposare. Non c’era nessun nome che potesse pronunciare con occhi lucidi e voce tremante diverso da ANITA.
Lei lo ha amato fino alla fine del giorno, fin quando non le è rimasto l’ultimo respiro in corpo, fin quando l’ultima volta è fuoriuscita ancora la parola “Ti amo” dopo una vita passata insieme.
Anita lo ama ancora, da lontano, anche se non lo può più toccare, anche se l’unica cosa che le è rimasta è il ricordo. Anita mi ha insegnato che il grande amore lo capisci subito e rimane dentro di te fino all’ultima alba.
Io ho sempre pensato che la loro fosse la storia perfetta, il vero amore, quello che avrei voluto io e quello che stavo cercando da molto. Ho sempre avuto la certezza che ciò che impari da bambina rimarrà con te per sempre, e gli occhi verdi di mio nonno me lo hanno confermato

mercoledì 27 ottobre 2010

Curame este amor…

Ci sono cose nella vita che succedono fuori dal nostro controllo e aimè nessuno può darci una spiegazione, cerchiamo continuamente di analizzare e analizzare senza arrivare a trovare il verso giusto, la strada dritta, sempre storta e piena di curve, sempre in salita, sempre tortuosa. Forse è proprio quella che ci piace di più, forse ci dà adrenalina giocare con il fuoco e andare incontro al nostro destino incuranti delle conseguenze, siamo delle vere karakiri alla ricerca di emozioni lancinanti, battiti fuori dalla maglietta e cuori che saltano all’impazzata. Siamo come bambine mai cresciute che aspettano il grande amore, adolescenti alla prima esperienza sessuale che ancora credono al principe azzurro, siamo donne speranzose che il giorno dopo ti arrivi un messaggio con scritto, “Sei stata fantastica, spero ci possa essere una seconda occasione per assaporare il tuo dolce nettare divino”. Ma dove vivete mie piccole amiche…!!! Non devo certo aprirvi io gli occhi per farvi vedere che la fuori c’è un branco di gentili maiali, sofisticati porci incravattati pronti a dirvi qualsiasi cosa pur che finiate nel loro letto per una misera oretta. Animali con la A maiuscola che studiano stratagemmi di ogni genere per riuscire a togliervi quelle piccole mutandine che raramente portate e mettervi a pecorella per pochi minuti facendo finta di sculacciarvi…

Dio mio … !!!!

Ma la verità è che io amo gli uomini, mi piacciono, mi divertono, li trovo indifesi anche quando cercano di fare i grandi, mi sembrano tutti dei cucciolotti appresso alle madri in cerca di un buco dove poter dar sfogo ai loro istinti. Io non saprei vivere senza di loro, mi fanno troppo ridere quando cercano di farsi notare, non perdono mai la speranza, quando ti mandano mail dicendoti che hai gli occhi più belli della città e puntualmente gli fai notare che questo complimento lo ricevi ogni giorno da 33anni e che non ne puoi più. Li amo quando non vedono l’ora di offrirti la cena o ti invitano per l’aperitivo, ma è mai possibile che a nessuno di loro sia mai venuto in mente che per sorprendermi sarebbe sufficiente un bel gelato al bacio dietetico o un pranzetto da Vito a San Luca. Sembra che la parola “sorprendere” non sia stata installata nel cip del corteggiamento vincente all’interno del loro cervello, sembra che amino prendersi un due di picche per mancanza di idee, sembra che non vogliano assolutamente sforzarsi per ricevere almeno un sorriso.

Quando accetti un invito ti aspetti che succeda qualcosa di speciale che in realtà non accade mai…a volte capita solo che torni a casa a farti un sacco di risate con le amiche ripensando a quanti cretini esistono. Ricordi di serate al sushi, mentre ordini un Uramaki philandelphia e il tuo corteggiatore ti chiama “Cucciolona” infilnadoti le dite tra le unghie dei piedi, in quel momento vorresti avere una sciabola affilata per tagliargli in quattro pezzi quel minuscolo cervello che non sa nemmeno di possedere, ti alzi inviperita e lo abbandoni sull’erba ad aspettare il pesce crudo che preghi sia avariato. Ti può capitare un tizio che parla velocemente per paura di perdere il filo mentre tu sei li che speri che la serata finisca in fretta, sogni di arrivare a casa, toglierti le scarpe, metterti il pigiama e farti una camomilla con i cereali. Serate tutte uguali, noiose, lente che servono solo a farti passare il tempo nella speranza che prima o poi il principe azzurro arrivi e ti sbalordisca, magari ti conquisti raccontandoti che cucina bene il piccione alla NON SO CHE, e che ti faccia ridere, ma tanto tanto…sogni di tornare a casa con il profumo del suo alito sulle orecchie e speri che alle tre di notte ti arrivi un suo messaggio dolce e gentile che suona nel vuoto della tua stanza: “ è stato bello parlare con te, spero ci possa essere un’altra occasione”. La vita ti riserva sempre un sacco di sorprese e succede mentre tu stai programmando un viaggio, o un lavoro all’estero, la vita ti butta giù la porta e ti fa capire che è arrivato il momento giusto per raccogliere i bagagli e partire.
Partire…che verbo incredibile… Se faccio un pò il resoconto della mia vita io l’ho fatto mille volte, sono partita per lavoro, vacanza, gioco, amore, ansia, dolore, sfida, ricerca, studio, università, sono partita per dimenticare, lasciare, sfogare, accantonare, respirare, scoprire, amare…ora parto e questa volta sarà per ritornare ad essere me stessa, si perché ho bisogno di ritrovarmi….

E TU SEI MAI PARTITA…?

domenica 24 ottobre 2010

Alta Velocità_

Un sabato come tanti, alla ricerca di una novità che non arriva mai, di un’emozione che sembra essersi rinchiusa dentro ad un baule, alla ricerca di un respiro che non ti appartiene più. Un sabato passato tra soliti aperitivi, solito Ca’ del Bosco, solite facce, e solite storie che si ripetono, di donne single, di amiche disilluse, solito sabato in una città piena di gente ma vuota di sorprese. Questa sera non siamo tutte all’appello perché finalmente una di noi ha ricevuto un invito galante da un uomo tutto Champagne e per fortuna ha accettato mettendo da parte le sue paure e le ansie di un trascorso pieno di sofferenza. Cricchy si è vestita da festa, ha sfoderato il suo babydoll più sexy e dopo cinque mesi si è lasciata andare all’amore, nessuna di noi sa ancora se sarà la sua notte fortunata ma ognuna ha la certezza che sarà una serata speciale qualunque cosa succeda.

Bacio il mio chihuahua sangue Blu, mi infilo un vestitino a fiorellini neri, stivale e calze 120denari, questa sera voglia di capelli liscissimi, viso duro e trucco scuro sotto agli occhi. Aspetto la Capre davanti all’ingresso di casa con la piccola Pucky, mi accendo una slim e attendo che spunti la Mini Cooper D e si fermi in impennata sopra il mio marciapiede. Prima un po’ di Calice per drinkettino sciogli serata e poi Tigre come ristorantino del momento. In realtà non è che la serata sia stata fantastica e non è che sia successo nulla di troppo eccitante da meritare che scrivessi, ma in realtà mi ha colpito molto ciò che ho sentito dire ad un ragazzo fuori dal ristorante, mentre fumavo una sigaretta, dopo un bel calice di Franciacorta, con la pancina piena, con la testa in folle. Una confidenza rubata ad un uomo mentre quattro amici gli chiedevano come stava in questo momento. Ero seduta a riflettere al bordo della strada, pensavo alla mia storia e a quanto sia vero che se hai amato e sei stata lasciata tutto ti sembra inutile e non hai piu voglia di rimetterti in gioco, pensavo a quanto tempo dovrà ancora passare perché i miei occhi possano brillare all’incrociare uno sguardo. E quando sono ritornata nei miei panni le mie orecchie hanno ascoltato ciò che nella mia testa ormai da mesi frulla a 1000giri al minuto…” Quando vai sotto un treno sembra che ti si stacchi la cellula dell’amore dal cervello….il tuo candido e bianco MacBook ha cancellato il file dell’amore che improvvisamente non c’è piu… “Cosa volete che vi dica, diventi abulico e immune a qualsiasi manifestazione d’affetto, quasi incapace di amare ancora…” C.C

Cosa volete che vi dica mia care amiche…? Io la penso come lui ma spero non sia per sempre…

venerdì 22 ottobre 2010

I Love John Deere

La cosa importante è farsi sempre scivolare tutto addosso, non far mai troppo caso a ciò che la gente borbotta e soprattutto fare sempre l’oca giuliva… Questo è il segreto del successo---null’altro care mie, non c’è università che tenga, preparazione, libro o vestito che possa superare il savoir faire dell’ochetta in tacco a spillo che gli uomini puntualmente credono di avere in pugno… se sei sulla cresta dell’onda e il tuo iphone ti implora di spegnerlo perchè ormai ha raggiunto i 10,000minuti consentiti per la pensione allora puoi andare tranquillamente avanti nella lettura, se invece sei una di quelle sfigate con pantaloni neri e lupetto bordeaux che riceve solo la chiamata di sua nonna durante il fine settimana e a volte neppure quella, allora vatti a rinchiudere in un centro di riequilibrio sociale dove tra le materie principali c’è l’educazione all’uso dei dispositivi elettronici e ai social network e materie pratiche di “giulività“. Tra gli insegnanti piu acclamati per stile e preparazione ai metodi facebookiani potrai scegliere tra la D.ssa Capreccion, esperta in materie comunicative o il Dr. Stranger, esperto postatore di link e inviti a feste fashionissime. Le lezioni si tengono tutti i martedì dell’anno nel palazzo più chic della città, all’ingresso buttafuori statuari e sorridenti fanno entrare solo con invito nominale e mentre sali la scalinata con tappeto rosso, i tuo ego è gia cresciuto un pò. Ti senti gia una super gnocca ancora prima di arrivare alla vetrata che ti separerà dalla sala degli specchi, sede di lezioni affascinanti che t’insegneranno come farti offrire il miglior champagne dell’anno, come ordinare uno splendido mojito lasciandolo da pagare al tuo vicino al quale hai ammiccato un sorriso, facendogli quasi credere che ti lancerai nel suo letto non appena scoccherà la mezzanotte, e come cinguettare scosciata e senza calze su un tacco12 accantonando la paura di spaccarti una caviglia.

Se ti divincoli disinvolta tra la gente senza far troppo capire che sei sola come un cane, le persone ti scruteranno con curiosità, si chiederanno chi sei, ti faranno sorrisi sottili e parleranno sottovoce cercando di capire da che città provieni e quale sia il tuo dialetto originale. Varcata la soglia della Stanza degli specchi ti trasformerai automaticamente in una principessa alla ricerca del famigerato pisello da apporre sotto al tuo materasso, ma prima di tutto questo dovrai assolutamente fare la caccia al tesoro e avvicinarti il più possibile alla regina e cercare di rubarle i suoi segreti, dovrai con la delicatezza di un felino conoscere e entrare nelle grazie della CaPRECCION e se vuoi proprio farla grossa anche del Professor Stranjer, … TO BE CONTINUED….

                                                                                                    Gianmarco Lorenzi Shoes

martedì 19 ottobre 2010

Pra que falar...


La mia canzone preferita inizia cosi : “Pra que falar, Se você não quer me ouvir?
 Fugir agora não resolve nada. Mas não vou chorar, Se você quiser partir.
Às vezes a distância ajuda
e essa tempestade
um dia vai acabar...”

La traduzione è “Perchè parlare?
se non vuoi sentirmi, fuggire adesso non risolve nulla.
Non voglio più piangere
se vuoi andare via.
A volte la distanza aiuta
e questa tempesta un giorno finirà…”


Ivete Sangalo ha conquistato il mio cuore il giorno in cui ho sentito la sua voce calda e potente cantare questa canzone piena d’amore e di tristezza ma anche di consapevolezza per una pioggia che non può durare per sempre, quella pioggia che scende ogni mattino, quando al tuo risveglio il suo pensiero ti entra in testa e non riesci a toglierlo, quando il freddo entra dentro di te e non riesci a scorgere uno spiraglio di luce, quando il ricordo di tutti i momenti passati insieme ti tormenta e di logora. Quando ti rendi conto che prima che si apra uno spiraglio e tu ti accorga che il tuo sole sta arrivando il tempo deve fare il suo corso. Vorresti solo ricordare al tuo amore di quando, insieme, guardavate la luna e le stelle, quando l’unica cosa possibile sembrava amare ed essere amati, quando vorresti essere certa che la vostra storia non sia finita cosi, perché prima o poi cessa anche la tempesta o almeno lo speri.

Sapete perchè siamo tutte Single…?
Perché amiamo troppo, incondizionatamente, senza ritegno, senza pudori, senza esclusione di colpi. Amiamo in un modo puro e sincero, estremo e pericoloso, perché essere single non significa essere sole, significa saper aspettare l’uomo giusto, significa vederlo tra mille, saperlo ascoltare quando nessuno lo sente, significa fare l’amore sempre senza mai scopare. Se sei single non è perché tu sei sbagliata ma solo perché l’uomo che amavi o forse ami ancora non ha saputo capire che tu eri la donna giusta che sapeva perdonargli tutto, sapeva coccolarlo al mattino e annusarlo dopo una giornata di lavoro.

Io sono single, qualche anno fa avrei detto per scelta perché era la verità dei miei 30anni, ora lo sono per obbligo perché chi amo non si è mai reso conto che il mio amore era ed è prepotentemente forte per essere sostenuto.

E tu…perché lo sei…?

lunedì 18 ottobre 2010

ROAD...

Passeggiando sotto la pioggia di una domenica uggiosa, mi accorgo che gli alberi hanno già perso le prime foglie, la temperatura si è gia abbassata a 10 gradi, e io ho gia tirato fuori il cappottino di mezza stagione e la sciarpa. Rifletto mentre mi dirigo in direzione Duca d’Amalfi per la solita colazione delle 14 con le amiche di sempre. Una giornata di relax come tante, di quelle che consacrano l’inizio di una nuova stagione, quella del freddo, dei ricordi e della fine degli amori. L’autunno ha sempre questo sapore di tristezza e di presa di coscienza di cose che finiscono, che si dimenticano, di sostituzione, proprio come si fa con l’armadio, un cambio vestiti per far posto a quelli nuovi. Mi chiedo sempre quanto tempo serva per sostituire un abito, ma in fondo la risposta è abbastanza scontata, pochi minuti. Nella società liquida di Bauman, come l’acqua che scorre siamo abituati a sostituire qualsiasi cosa con infinita leggerezza e a non preoccuparci di aver consumato fino in fondo il tessuto, ma lasciamo scorrere velocemente tutto ciò che ci succede senza dar mai troppo peso a nulla. Mi chiedo se sia veramente ciò che vogliamo, se alzarci al mattino aprire l’armadio, indossare un tubino nero per poi lanciarlo nel dimenticatoio il giorno dopo sia davvero sinonimo di progresso e non di regresso, se non sia una grande insicurezza pensare di poter stravolgere tutto per poi ritrovarsi sempre e comunque davanti a quel armadio che ci pare continuamente vuoto. L’abbiamo voluto noi care amiche tutto questo..? o qualcuno ce lo ha dato in regalo il giorno di natale di qualche stagione fa..?

Trentenni, belle, ricche, potenti, in carriera con mille hobby e nemmeno uno spazio libero in agenda. Donne con mille vestiti che aumentano giornalmente, all’attivo ognuna ha sicuramente almeno 200 paia di sandali e un centinaio di borse, una macchina sportiva e una Smart per la città, una bicicletta per tenersi in forma e un bel paio di Mizuno per andare a San Luca, non a chiedere la grazia ma a implorare a Dio un corpo perfetto. Nella Kelly sempre l’ultimo numero di FlashArt per dimostrare quanto amiamo la cultura, ma anche il tanto adorato Vanity Fair per essere sempre alla moda nella speranza che sfogliandolo ci si possa imbattere nell’ultimo accessorio che abbiamo comprato… -si perchè vedere una splendida Giselle con l’occhiale come il nostro aumenta il nostro Ego e ci fa sentire un pò più giuste-.
Sfrecciamo per la città stracciando semafori rossi e quando ci arrivano le multe andiamo a piangere dai nostri corteggiatori supplicando che ci regalino i loro Punti. Se prendiamo la bicicletta è sempre per andare contromano e sotto al portico rischiando di tirar sotto le anziane signore che tornano a casa con la spesa…ma la fretta è sempre troppa…e il tempo sempre poco per poter fare tutto in sole 24ore. Donne con un Chihuahua o un Buldog Francese, senza figli, senza legami, donne con case bellissime piene di oggetti, sculture sedie di design, donne che hanno una grande verità in comune ma che cercano di andarne fiera giustificando a loro stesse che il lavoro è la loro reale scelta…donne Single, sempre e solo Single.
Una città, tante città, un mondo pieno di femmine incredibili, alla moda, sfrenate, spregiudicate nel lavoro, esseri che sanno ciò che vogliono perché tutto ciò che hanno lo hanno ottenuto sudando e non regalando sesso ai porci per miseri favori, donne intelligenti, acculturate, piene di interessi, con un sacco di argomenti, che conoscono almeno tre lingue per non rischiare di trovarsi in un posto e rimanere zitte.
DONNE DONNE DONNE ma sull’orlo di una crisi perché la verità è che se anche amano la loro vita e non la cambierebbe con nessun’altra, vorrebbero qualcuno che le amasse davvero per ciò che sono e non per ciò che sembrano. Vorrebbero tornare a casa e raccontare della giornata terribile che hanno avuto, vorrebbero che un uomo fantastico gli preparasse un bel bagno caldo mentre sul fuoco c’è una padella con persico al sesamo e sul tavolo un calice di Champagne. Sono le ragazze per bene, quelle che leggete tra queste righe, quelle che lottano ogni giorno per la pagnotta a rimetterci sempre, a rimaner sole, sono quelle con i capelli naturali, senza trucco, quelle che non tradiscono, sono quelle della porta accanto che vi sembrano irraggiungibili, quelle che sorridono e hanno una parola buona per tutti, quelle che al primo appuntamento si preparano per tutto il giorno, sono quelle che lavorano per non pensare alla loro solitudine. A vincere in una società basata sull’apparenza e sul sesso, non saranno loro ma sempre “donne” leggere che scopano al primo appuntamento che sono facili da gestire e che non danno problemi.
Io so a che categoria appartengo e mai e poi mai passerei al nemico e voi…???’


venerdì 8 ottobre 2010

Piu di così non posso...

“Il cuore è il nostro gran consigliere, la nostra guida d’azioni e sentimenti, la voce nobile è l’essere che abbiamo dentro e che siamo noi stessi. Il cuore ci condurrà sempre attraverso il cammino dell’Amore e della Verità. E’ la nostra luce più brillante, la luce del vero cammino, la luce della più pura azione d’amore, la luce della nostra realtà".
Maestri di Saggezza


A volte vorrei scrivere ma la scrittura risulta difficile, inutile…cose mai scritte , cose mai dette, parole che rimangono sospese nell’aria, nella mente contorta delle persone. Parole non trasmesse, interrotte, bloccate, tappate, soffocate. Se dovessi spiegare questa storia in verità non saprei da dove cominciare perché mi ci sono trovata in mezzo senza nemmeno rendermene conto, perchè ci sono situazioni in cui ti trovi coinvolta senza la tua volontà, persone che entrano nella tua vita senza chiederti permesso, buttano giù la porta del tuo cuore e tu stai li, ferma, inerte senza poter reagire…e quando ti accorgi cos’è successo è gia troppo tardi per tornare indietro. (Ma la verità è che non vuoi tornare). Inizierò dalla fine (Forse) perché sarà più lieve il dolore, partirò dalla sofferenza, dal senso di vuoto, dall’abbandono, dalle notti insonni e dai pianti ricorrenti che per mesi hanno avvolto lo strato sottile di un cuore che non riesce più a battere, ha smesso di respirare, ha cessato di pensare. Il cuore, lo scrissi diverso tempo fa in occasione di una mostra “è la sede delle nostre emozioni, buone o cattive che siano, passano tutte attraverso il cuore o meglio partono dal cervello e poi vengono filtrate e inviate nella sua direzione. L’amore l’odio la solitudine e tutti quegli stadi prodotti dal cervello e trasferitisi in direzione del cuore sono causa del nostro umore, del nostro benessere o malessere e provocano uno stato d’animo che influenza, sia lo stato fisico che quello mentale. “
Non c’è vita se non c’è amore, non c’è esistenza se non hai mai rischiato di rimanere incastrata dalle pulsazioni e dai battiti veloci di un’emozione che sale. E anche se sai che un giorno potrebbe finire, vivi ciò che ti regala il momento, perchè se non hai mai amato non hai mai vissuto…e allora ti butti, scali le montagne, vai incontro ad una bufera, ti getti da un dirupo sapendo di poterti far molto male, ma chi se ne frega…DI PIU DI PIU…potresti distruggerti, ferirti lacerarti ma tutto quello a cui vai incontro vale anche per un solo giorno insieme a quella sensazione di calore diffuso, di fiato spezzato, di mani sudate che solo la presenza dell’uomo che ami ti può dare..
Volete sapere se mi sono mai innamorata..? La risposta è si.
Ho anche sofferto tanto, ho interrotto il mio sonno per mesi al solo pensiero che il suo respiro non potesse più essere vicino al mio, dalla paura che il suo profumo non rimanesse più sui miei vestiti, dall’angoscia che i suoi occhi verdi non potessero più incontrare i miei, e ancora piango, anche se è passato molto tempo quando penso a ciò che ho vissuto e ciò che per tre anni ho provato per lui e provo ancora, perché care le mie amiche, non si dimentica il grande amore, puoi vivere sopportando la sua assenza, puoi continuare a lavorare distraendoti, cercar di far finta di nulla , ma se lui è l’uomo della tua vita rimarrà indelebile nella tua memoria,. Avrai ogni mattina al tuo risveglio il suo viso stampato nei ricordi, ogni qualvolta andrai un negozio penserai che quella maglietta di Berska era perfetta sul suo corpo, ogni ristorante ti ricorderà di quella volta a Madrid quando gli hai regalato il menù dedicato dallo chef e quando guarderai il tuo cane ricorderai di quando lo baciava amandolo più di quanto lo amassi tu…Non si dimentica un uomo speciale, non si dimentica colui che la prima canzone che ti dedicò diceva “ Ma cos’hai messo nel caffé, che ho bevuto su da te…? C’è qualche cosa di diverso adesso in me; se c’è un veleno morirò ma sarà dolce accanto a te perchè l’amore che non c’era adesso c’è…” Non si dimentica e nemmeno PASSA, puoi solo vivere sperando che ci sia un’altra occasione che ti faccia provare almeno in parte ciò che lui è riuscito a darti.

I suoi occhi, li ricordo ancora, me ne sono innamorata il primo attimo in cui li ho incrociati, nel buio di una festa tra duemila persone, io ho visto solo lui, solo il suo sguardo, ho sentito uno schiaffo potente arrivarmi sul viso, ho saputo e sperato fin da subito che sarebbe stato mio, PER SEMPRE. In realtà nulla è per sempre o meglio a volte se pensi che lui sia l’uomo della tua vita non è detto che tu sia la donna della sua vita…e li è un casino.

Alla festa della Diesel ci sono arrivata per caso, reduce da una splendida cenetta di cruditée e Dom Perignon Rosée con un amico…ma si quelle sere dove stai bene, tutto perfetto, tutto fantastico ma ti accorgi che anche con questo non può funzionare…ormai single da più di tre anni, agenda piena di cenette e aperitivi con uomini più o meno simpatici, abulica a tutto IO…prendi le cose un pò cosi, stavo molto bene ma quella sera ho chiamato mia sorella perchè avevo questi due ingressi Exclusive per un party. Passo un semaforo rosso fuoco, smart in sesta marcia, passo da casa e mi vesto da battaglia. Il mio volo Jumbo Paris-New York è iniziato quella notte, 23 Novembre di un anno che non ha data, il mio orologio si è fermato li, Ho allacciato le cinture pronta per il decollo.

Giacchettina verde fluò, leggins rosa shocking… giusto per gradire. La festa è in un ex museo, salgo la scalinata bianca interminabile un po’ svogliatamente e gattono verso un FreeBar per un gelido “CokaeRum”…regina… con il culetto disegnato nei miei calzoni rosa mi sento una draga, la gente mi ferma, molti mi parlano e ci provano guardandomi compiaciuti ma io non sono mai stata una che nei locali scambia molte moine e fa molte conoscenze, un pò non mi interessa un po’ ho sempre voglia solo di divertirmi con mia sorella e le mie amiche. Serata freddina, Bologna in novembre ha gia abbassato la temperatura ma io non ci faccio troppo caso e a quanto pare nemmeno mia sorella che sfodera un corpetto nero risucchia anima e spara bombe di almeno 5 taglie in meno della sua…un jeans scolorito dipinto addosso e uno stivaletto di cavallino nero modello nitrisco ma non faccio danno. Alla consolle BoyJorge con il suo splendido cappellino Philippe Tracy, inconfondibile, sound da perdere la testa…serata fantastica da club newyorkese, gente giustissima e divertimento al top. Gironzolo danzando a ritmo del Boy, salto, mi dimeno, sfioro i corpi sudati di uomini che mi stanno intorno, la musica mi possiede e io mi faccio cullare, bevo un po’, il giusto per essere solo frizzante e poi mentre scuoto i capelli presa da uno strano calore, alzo il viso e il mio sguardo si blocca.
Tutto si ferma, la musica ha smesso di suonare, la gente è immobile, il tempo ha detto STOP non capisco cosa stia succedendo, ho la sensazione di essere la sola a riuscirmi a muovere. I miei occhi si posano su un Figo altissimo, capelli corti, occhi verdi, labbra carnose e naso importante… indossa una giacca da motociclista nera e sorregge con la mano destra un casco scuro. Dietro di lui c’è una bionda magrolina, capello riccio stretto, una tipetta senza sale che comunque sembra essere con lui. Il mondo intorno a me ricomincia a funzionare quando lui ammicca un sorriso nella mia direzione. Dio mio…ho completamente perso il senso dell’orientamento, mi gira la testa non ci posso credere, contraccambio incredula un sorriso tipo “Santa Madonna ti prego fai che abbia sorriso a me e non a quella di fianco”e con un fare da isterica impazzita prendo sotto braccio la mia amica Enry e mi dirigo sul terrazzo in zona fumatori. La brezzolina autunnale inturgidisce i capezzoli e rende le guance rosse, tiro fuori una Slim e l’accendo, il mio accendino con cuoricini non funziona e in quel momento esce lui “Mister X” si proprio li a tre metri da me, posso sentire il suo profumo, avverto le sue vibrazioni e il suo timbro di voce, tremo come una foglia, stranamente ho il cuore che mi pulsa cosi forte da non stare più dentro la cassa toracica, ho bisogno di accendere ma non ho il coraggio di chiedergli il fuoco, non ho saliva, ho le mani sudate. Enrica prende in mano la mia sigaretta e va da lui a farmela accendere.

Lui mi guarda. IO MUOIO… risuonano forti le parole di Enrica in quel momento : “Simo… ti ha guardato…!!! Tra una settimana sarà nel tuo letto”
Io annuisco e penso…”Macchè uno cosi…mica avrà guardato me…”

Finita la serata, sono ormai le tre e mezzo…scendo le scale, lo cerco, è sparito nel nulla, avrei voluto baciarlo, stringerlo, tenerlo vicino a me, avrei voluto dirgli che lui era diverso da tutti e avrei voluto spiegargli che la mia vita è iniziata da li. QUELLA SERA HO PENSATO CHE NON L’AVREI MAI PIU INCONTRATO…