A 30anni si tirano le somme.
Anche se sei sempre stata una persona realista e poco fatalista, poco sognatrice e molto concreta ti rendi conto che la vita succede adesso e subito e sconvolgerti è proprio ciò di cui hai bisogno giornalmente per sentirti viva. Vuoi "toccare il cielo con un dito" e arrivare velocemente sulla più alta vetta di una montagna o nuotare a braccia piene per raggiungere la tua meta… anche se in realtà nessuna di noi ha ben chiaro quale sia…perché siamo in balia degli eventi, aspettando un uragano che ti travolga improvvisamente. A quest’età credi davvero di essere immune al pericolo, ti piace la Mini ai 240 sull’autostrada per Riccione, credi che l’alcool faccia male solo alle ragazzine e ti piace follemente pensare che se ti schiacci un brufolo non ti rimarrà il segno. Credi davvero che fare ginnastica per tre ore al giorno ti faccia ritornare il corpo che avevi a 18anni e sei convinta che metterti una minigonna con stivale possa ancora fare effetto per tornare a casa con un nuovo numero di telefono in rubrica…? Pura utopia mia dolce Cricchy…!!! Nemmeno tu, cosi calcolatrice, manager nel tuo taillerino blu, con la tua aria da femminuccia saccente, con una vita programmata al minuto, un lavoro perfetto, una casa in ordine all’occorrenza e una famiglia che ti ama, puoi pensare di non cadere. Tutte noi siamo inciampate facendoci male la caviglia o sbucciandoci un ginocchio, cercando di salvarci il viso mettendo davanti le mani, a volte ci è andata bene altre volte meno…
Quando cadi sfracellandonti al suolo scopri che anche tu sei fatta di carne e sentimenti, di materia e sogni, di sangue e lacrime. E qui naturalmente la mia mente ritorna ad un’esame all’università sul film L'odio (La Haine), 1995 scritto e diretto da Mathieu Kassovitz, tuonano nella mia testa mentre la prof. mi massacrava venti giorni prima della tesi rompendomi le scatole con un esame che odiavo ma che in realtà mi avrebbe seguito tutta la vita…
« Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: «Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene». Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. » (Hubert)
Sei seduta sul divano a sgranocchiare patatine felice con la tua coperta sulle ginocchia, il pigiamone riporta due bellissimi orsetti blu che si abbracciano con una scritta Happy a caratteri cubitali, nella tua vita tutto funziona fin quando non arriva lo scossone, quello che non aspettavi, quello che stavi bene anche senza, quello che ti scombussola i programmi. Lui, bello ricco gentile e che all’accorrenza resta pure a colazione facendoti mangiare cose che non ti saresti mai sognata prima. Ti trasformi nella sua principessa e magicamente ad attenderti fuori dalla porta trovi un calesse con damigelle e cavalli bianchi che nitriscono educatamente, poesie d’amore, coccole e scarpette di cristallo indossate in castelli incantati. Una fiaba che finisce quando il principe azzurro si stanca del giochino e ti butta via come un elettrodomestico vecchio...l'amore che arriva se ne va via e lascia sempre quell’amarezza che ti porti nel cuore ormai raffreddato dal dolore, diventi distaccata e calcolatrice o meglio ci ritorni, rincorri una felicità e una serenità che non riesci a trovare, che ti pare ti sia stata rubata quel giorno quando al lavoro hai ricevuto una telefonata gelida e inaspettata, quando il tuo sterno ha cominciato a farti male quando seduta sul divano a casa tua hai riempito secchi di lacrime che sembrava non smettessero mai. VUOTA…ecco cosa sei ora mia dolce amica, ciò che hai passato è stato come un incendio doloso che ha fatto tabula rasa dentro alle tue emozioni, ha lasciato solo un deserto di cenere e tanto nero intorno a te. Cosi tanto è stato il fumo che hai respirato per cercare di salvarti da questo evento che ormai sei arsa di vita e sei diventata severa e rigida con te stessa e con le persone che cercano invano di farti capire che il mondo non è li per farti del male, ma per essere vissuto. La paura, sempre presente e la fragilità che ti sei portata dietro ha alzato un muro indistruttibile, una fortezza inespugnabile, un castello inconquistabile.
Arriverà qualcuno che butterà giù il muro…e sai perché succederà…? Perché hai saputo aspettare.
Io quel giorno brinderò con te a Champagne…
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