lunedì 27 luglio 2015

Uomini piccoli, piccoli, forti solo nel branco. Io sto con te ragazza della Fortezza da Basso

Immagine presa dal Web
Ho letto e riletto decine di volte, in queste ultime quarantotto ore, la lettera scritta dalla ragazza della Fortezza da Basso. Una lettera scritta dopo la sentenza di assoluzione dei sei accusati dello stupro di gruppo, avvenuto nel 2008 a Firenze. Ho cercato di darmi una spiegazione sul perché della assoluzione, ma chiaramente non ci sono arrivata, non ho le competenze di un giudice, non sono in grado di trovare e di capire il perché loro, in sei, siano stati assolti e invece quella ragazza, sola contro il branco sia stata ritenuta “presente a se stessa anche se probabilmente ubriaca”, e quindi sia stata oggetto, secondo qualcuno, consenziente perché non stata in grado di ostacolare lo stupro che, ripeto, era uno contro sei.
Andiamo per logica, mettiamo i puntini sulle I. Nessuna, e accento nessuna donna al mondo, se presa da sei uomini è in grado di difendersi (tantomeno se alterata da un po d’alcool). Nessuna donna è in grado di reagire a sei uomini che la tengono ferma per abusare di lei. Nessuna donna è capace di districarsi se uno le tiene le braccia, uno le gambe e gli altri, a turno, fanno del suo corpo ciò che vogliono.

mercoledì 15 luglio 2015

La donna è nata dalla costola dell'uomo o sotto al suo piede? Tutta questione di PUNTI di vista

Si può dire ancora che vi siano delle 'donne'? Certo la teoria dell'eterno femminino conta numerosi adepti [...]; altri sospirano: 'La donna si perde, la donna è perduta.'. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi. 'Dove sono le donne?'[...]. Ma innanzi tutto: cos'è una donna? ‘Tota Mulier in utero: è una matrice', dice qualcuno. Tuttavia parlando di certe donne, gli esperti decretano 'non sono donne', benché abbiano un utero come le altre.
Simone de Beauvoir


L’amore è come una ciambella calda appena uscita dal forno. È come il profumo del caffè che straborda dalla moka. È come una fetta di salame all’aglio affettato largo. È come il pane che lievita lentamente. L’amore è un bicchiere di Lambrusco in pieno Agosto, un calice di Franciacorta in Autunno e un tulipano di Chianti Classico durante i giorni della merla. Ma soprattutto l’amore è quel momento della vita in cui non hai passato perché dimentichi ogni cosa, non sai se avrai futuro perché ti sembra troppo lontano, ma hai solo un presente che ti divora. L’amore è quel momento in cui ti senti leggera, così tanto leggera da saltellare per strada, in cui ti senti bellissima perché sai che sei l’oggetto del desiderio del tuo amato, in cui ti senti completa perché pensi di aver trovato quella parte di te che prima avevi smarrito. L’amore ti veste di felicità che, come dice una mia amica: è l’unico gioiello di cui ha bisogno una donna. L’amore dovrebbe essere così, cuore leggero, ali alle caviglie e sorriso incollato al viso. Dovrebbe essere come una giornata passata in cucina senza saper cucinare, una maratona di 24 ore alla scoperta degli alimenti, dei sapori e delle sensazioni che il cibo da alle nostre emozioni. L’amore dovrebbe farti cantare sulla bicicletta, o sotto la doccia, o nel letto. L’amore dovrebbe essere quella parentesi che ti gonfia il petto, ti inarca la schiena e ti fa salire di dieci centimetri senza tacchi a spillo e naturalmente dovrebbe farti venire l’acquolina in bocca a ogni pensiero.