mercoledì 24 dicembre 2014

Re e Regine oltre il 2014

Un altro anno è passato.
365 giorni di passioni, tormenti, esperienze, emozioni, sorrisi strappati, amore con la A maiuscola, amicizie consolidate e altre perdute. Dodici mesi in cui NON mi sono seduta a guardare la vita che scorreva, l'ho presa di petto, ho afferrato il tempo tra le mani e ho gareggiato con lui. Se mi guardo indietro penso a quante cose ho fatto, a quanto sono cresciuta e a quante persone ho incontrato che mi hanno insegnato, nel bene o nel male, che il mondo è un contenitore meraviglioso e che siamo fortunati a camminare su una terra cos ì piena di tutto.

Il primo Gennaio 2014 è iniziato all’insegna di una litigata furibonda. Un inizio con il botto, avrei dovuto saperlo che chi inizia litigando, litiga tutto l’anno, ma io sono sempre stata una testarda. Un primo a dir poco tormentato che si è consumato con un pianto lunghissimo e una notte che non finiva mai lontana dall’uomo che credevo di amare ma che in realt à era diventato solo un’ossessione malata. Una notte passata tra un drink e una sigaretta dietro l’altra ad aspettare un messaggio d’auguri che arriv ò il 6 gennaio.

lunedì 22 dicembre 2014

Bugie dei miei tacchi a spillo

Ho sempre odiato le persone con deliri di onnipotenza. Sono persone fondamentalmente sole, staccate dalla realtà che inseguono un orizzonte che ormai si è verticalizzato e quindi irraggiungibile, anche al solo sguardo. Ho sempre odiato chi non ha rispetto degli altri, chi parla a sproposito senza mettersi nei panni di chi hanno di fronte. Ho sempre odiato le persone che fanno la voce grossa incuranti che un soffio di vento sussurrato al momento giusto le possa abbattere in un secondo. Odio chi crede di essere Dio, chi prende in giro l’amore, chi si fa beffa del cuore altrui, chi non porta rispetto e chi crede che il suo cadavere non passerà mai sulla riva del fiume, mentre un esercito sta lì ad aspettare. Odio chi crede di non sbagliare mai, chi salta di fiore in fiore e chi crede di prendere in giro l’umanità pensando di farla franca.

giovedì 16 ottobre 2014

Molto Food, ma anche molto Porn. Piergiorgio Parini e le erbette di campo




Glielo dite voi a PierGiorgio Parini che con il suo essere cosi Zen mette a dura prova anche le donne equilibrate come me? Ma insomma, possibile che nessuno abbia il coraggio di urlargli al vento, senza ritorno di boomerang, che per la maggior parte della popolazione italiana femminile, dalle casalinghe disperate alle project manager di grandi aziende, quando quel ricciolino romagnolo fa una comparsata scendendo dalle valli riminesi, si alza anche il pelo più nascosto di qualsivoglia femmina viva su questo pianeta. Qualcuno glielo scrive uno striscione davanti a casa con scritto. “Parini ci piaci in tutte le salse ma fermentato come un fagiolino sei meglio”.  Per fortuna che vive come un eremita sui monti di Torriana (densità della popolazione scarsissima) perché se fosse a Bologna, fuori dall’uscio, si troverebbe un eliminacode, come al supermercato, con numerazione che va dall’uno al milione, di donne che strappandosi i vestiti, farebbero a gara per catturare la terra che striscia sotto le suole delle sue ginniche. E poi diciamocela tutta, santo di quel Signore crocifisso sulla croce, Parini è illegale.

martedì 23 settembre 2014

Come uno stambecco delle Alpi di Carinzia


A me i puttanieri fanno davvero ribrezzo. Avete presente quegli uomini che hanno, o vogliono, la loro donna a casa e poi, non appena chiusa la porta a due mandate dell’uscio, si crogiolano nel letto di qualsiasi donna in possesso di un orifizio (di ogni genere, età, forma, nazionalità)? Avete presente quelli che hanno la facciata dipinta di bianco candido e il didietro che pullula di tutte le varietà di colori che nemmeno la cartella Sikkens aggiornata può reggere il confronto? Avete presente quelli che sono gelosi da far diventare pazza anche la più equilibrata delle sante e poi la cornificano con ogni impensabile buco passi di fronte al loro naso? Quelli a cui il cellulare si spegne all’improvviso, però se si spegne alla loro moglie, succede la terza guerra mondiale? Quelli che scopano anche con i frigo a microonde, purché questi diano cenni di vita o anche di morte, a volte certi uomini amano la necrofilia.

giovedì 18 settembre 2014

Essere Zen e capire che l’amore dà semplicemente un vaffanculo ai perditempo


Dopo un anno di vuoto cosmico, promesse mancate, cazzate con le ali, stronzate che facevano rima con il soffitto del muro. Un anno di: “aspettami un attimo che ora ho la febbre”, “rivediamo i programmi che ora devo lavorare”, un anno di: “sei una donna intelligente ma il cervello lo devi far ragionare di meno”. Un anno in cui hai fatto a botte con la tua smisurata certezza di essere una donna poco rassicurante, di quelle che non ne vuol sapere di scendere a patti con nessuno, di quelle che al massimo ti distrugge casa se qualcosa va storto, di quelle che ti tirano un piede in faccia perché le girano le eliche. Dopo un anno che ti sei rotta i didimi di ascoltare sempre le stesse noiose parole lanciate a Eolo in un momento di furente pazzia. Un anno in cui avresti voluto anestetizzare i tuoi sentimenti, in cui la parte razionale di te è andata in “congedo” e in cui il prima di subito è stato gettato giù dall’orifizio del lavandino. Dopo un anno in cui anche l’ultimo briciolo del tuo smisurato emporio del sentimentalismo è stato svenduto a prezzo di costo ecco che una mattina ti svegli e… Sei stanca.

sabato 30 agosto 2014

DONNE. Accorgersi di avere un cervello può fare male. Ma accorgersi di non averlo può essere peggio


Passo le mie giornate a scrivere. Passo le mie giornate a leggere. Passo le mie giornate a rispondere alle mail. Passo le mie giornate a scervellarmi sulla grammatica che spesso sbaglio. Passo le mie giornate a riempire l’agenda di appuntamenti che spesso mi alienano l’esistenza. Passo le mie giornate a tenere occupato quel disgraziato cervello di cui mi hanno dotata.

Avere un bel sedere è utile. Avere due belle tettine pure. Avere un cervello, invece, è la cosa più ingombrante, terrificante, mostruosa e inutile che una donna possa possedere, qualcuno ha mai sentito gridare un uomo: “Hei, che bel cervello che hai?”. Ma è mai possibile che un dono così prezioso debba metterci all’angolo? È mai possibile che, di questi tempi, avere un cervello pensante debba essere una sfiga al pari di un foruncolo cresciuto sul naso prima di un colloquio di lavoro? È mai possibile che quel maledetto organo, pure un po bruttino, collocato al vertice del nostro corpo debba darci cosi tanti problemi? La risposta è si. Donne, se avete un cervello e siete pure carine, rassegnatevi, la fuori non c’è posto per voi.

martedì 19 agosto 2014

La sanguinaria Bloody Mary


La gola è una debolezza del sesso debole. Ma quale sarà mai il sesso debole? Lo sono tutti, solo in modo diverso. Quando si parla di gola e peccati capitali, i sessi sono cosi deboli da cadere sempre in tentazione. Ma è la donna, che ai tempi di internet non è più l’angelo del focolare o la timida verginella, rimane sempre la vera protagonista e icona da mangiare e conquistare. Ora le donne sono tutt’altro che deboli, soprattutto quando si parla di peccati.
Il marchese de Sade scrive ne La nuova Justine: “Dopo i piacere della lussuria […] non ce ne sono di più divini di quelli della tavola… […] poiché è facile infiammarsi per i piaceri dei sensi e di conseguenza è impossibile non eccitarsi per i piaceri della gola. Oh, lo confesso […] l’intemperanza è la mia divinità e piazzo il suo idolo nel mio tempio, accanto a quello della Venere; ed è solo ai piedi di entrambi che riesco a raggiungere la felicità”.

lunedì 11 agosto 2014

Incontrarsi sempre a metà strada


Io l’amore l’ho visto. Negli occhi di lei: azzurri, profondi, grandi. Negli occhi di lui: scuri, lucidi, intensi. Ho visto quell’amore che dista anni luce dai rapporti da social, che non si consuma con un messaggio o una emoticon, quell’amore che vive di parole, litigate, pianti, abbracci e poi riconciliazione. Quell’amore che esiste nel respiro dell’altro ma sa anche esserne indipendente, quell’amore che ci si parla di tutto ma anche del niente, quell’amore che si discute sul colore del vestito ma anche sul non colore delle mutande. Quell’amore che è completo e abbigliato di quotidianità fatta di caffè del mattino, fesa di tacchino lasciata troppi giorni nel frigo, caffè Nespresso senza zucchero e ristorante della sera con terrazza con vista sulla felicità.

mercoledì 2 luglio 2014

Ingabbiata da un biscotto al cioccolato


Il mio orgasmo inizia a tavola. Guardo. Tocco. Respiro. Sento e alla fine, che è inizio, introduco nella cavità orale, solo (spero) ed esclusivamente, qualcosa che mi darà piacere. Il cibo è sempre stato il mio modo di far capire se volevo fare sesso o se volevo mandare a fanculo qualcuno. Quando mangio non ho bisogno di parlare; sono le mani, gli occhi, la bocca che raccontano quello che desidero. Una cena è la cartina di tornasole tra una grande scopata o una gran rottura di didimi che si consuma tra persone che, o sanno troppo ciò che vogliono o non lo sanno affatto. A tavola si può oscillare tra l’impellente voglia di lanciare l’insalata condita con il limone in faccia a qualcuno, mostrando la  guerriera lancia-fiamme che è in te, o il sentirsi una vergine in gabbia con lo spasmodico desiderio di mangiare un biscotto al cacao brasiliano che si scioglie in bocca frammentando le sue briciole sul palato. Io, alla guerriera che scaglia foglie non sempre verdi di triste lattuga in faccia a un imbecille, preferisco la vergine ingabbiata in un orgasmo sensoriale multiplo dato da frammenti di Madelaine che si sbriciolano sulla lingua.

martedì 1 luglio 2014

Sai divulgare un segreto? Sussurralo al letto


E poi ti ritrovi a scrivere. Come sempre, bulimicamente assetata di parole, affamata di quell’urgenza che solo la scrittura sa colmare. Dipendente da quel foglio bianco che vuoi riempire.
Raccontare certe cose non è facile. Ma raccontarle quando le hai passate è una liberazione. Un inno alla vita. Si, perché la vita ti ha premiato con la vita, ti ha regalato quella felicità che si prova solo quando riesci ancora a rialzarti esclamando ce l’ho fatta. Lo sto scrivendo dalla mia scrivania e non più dal mio letto.

C’era una volta una bambina. Una bambina che ha fatto le scale per diventare grande. Una bambina che contava sempre quei ventuno scalini per arrivare in cima o per raggiungere la base di quelle scale che le sembravano sempre troppo ripide, sia verso l’alto che verso il basso. Una bambina diventata grande in un soffio di vento, lento oggi, un’eternità che non si consumava mai, allora. Il tempo che vivi da bambino è cementato. Non passa mai. Da grande, lo stesso tempo, è frusto. Rapido. Feroce. È come un tuono. Il tempo di ora, è un tempo alla velocità della luce. Tic. Tac. Il tempo di un bambino, è un tempo che suona le campane di mezzogiorno del sabato prima di Pasqua. Din Don. Din Don. Din Don.

domenica 25 maggio 2014

Amare. Punto e a capo


Non sono l’unica a pensare che: Il sesso senza coinvolgimento, per quanto acrobatico possa essere, mi annoia; ho bisogno di umorismo, di conversazione, di simpatia, di qualcosa da condividere oltre le lenzuola. Una volta lessi da qualche parte che la differenza tra l'’erotismo e la pornografia è che nel primo caso si usa una piuma e nel secondo la gallina, ma per me la differenza è che la pornografia è copulazione meccanica mentre l'erotismo prevede sentimenti e una storia [1] . Parlare d’amore è sempre molto difficile. Ognuno di noi ha la propria speciale visione di questo sentimento che, se pur vive di mille sembianze e altrettante pieghe diverse, ha racchiuso in se, un’unica grande verità: riuscire a cambiarci la vita.

venerdì 2 maggio 2014

Vado a vivere a Yogurtlandia


Giovanni, Francesco e Olga

La verità è che le cose belle sono spesso fatte da persone belle. Le persone belle ci mettono la pancia, il cuore, i polmoni e il cervello e ci mettono quella passione che le rende uniche. Ogni storia di cibo, se non ha dietro un’ossessione personale diventa sterile ma, se ci mettiamo una sana dose di follia e quella necessaria volontà di riuscita, allora prende il sapore giusto: il sapore del cambiamento.
Oggi, abbiamo bisogno di nutrirci di cambiamento, novità, rivoluzione unito a una benifica incoscienza. Siamo stanchi di quel pallidume con i fiocchetti che ci propinavano negli anni 90’, ora è obbligatoria la verità: nella vita, nella società, nell’arte e soprattutto nel cibo.

domenica 27 aprile 2014

Amiche, apriamo un blog?


Blue G. con martina Liverani e Massimo Bottura - Bloggers al lavoro

Come diceva Charles Bukowski: “La scrittura è stata la mia fonte di giovinezza, la mia puttana, il mio amore, la mia scommessa. Gli dei mi hanno viziato”.
 Ho sempre scritto ovunque. Non so se bene o male, ma la verità è che da bambina scrivevo con i gessetti sull’aia di casa di mia nonna, da adolescente mandavo lettere lunghissime alle mie amiche e da grande ho imparato a scrivere con i tasti del mio Mac di ultima generazione. Ma, nonostante i tempi siano cambiati, non ho mai abbandonato carta e penna e ciò che ora scrivo utilizzando Word è frutto di appunti presi su fogli, foglietti, quadernini e pezzettini di carta che infilo nel portafoglio e poi tiro fuori all’occorrenza. Ho una scatola ricolma di ricordi in cui conservo i tasselli della mia vita e che ogni tanto apro. La mia vita è conservata li, dentro quel contenitore di cartone che emana profumo di esistenza e che porto sempre con me.
Per me scrivere è una questione di URGENZA. Qualcosa della quale non puoi fare a meno, un’entità che ti tiene sveglia la notte, un pensiero fisso, una maschera che ti permette di respirare. Scrivere è una malattia che ti prende anima, cuore, pancia e cervello.

Quando ho deciso di aprire il mio blog era per condividere con altri la mia passione. Era per rendere partecipi gli altri dei miei pensieri, se pur confusi e bizzarri. Era per relazionarmi con il mondo, quello della BlogCommunity.
Il 20 Dicembre 2009 è nato AspassoconBlue, un condensato di emozioni, vita, chiaccherate tra amiche sedute davanti a un caffe, passeggiate con il mio cane osservando la vita mia e degli altri he scorre. La mia idea era quella che la “romantica visionaria” Blue sarebbe andata a spasso per la città a carpire storie di sentimenti, cucina, arte e sesso nell’era dei Social Network.
In questo cammino fatto di occhi spalancati, palati taglienti e orecchie sbarrate ho incontrato altre/i che, come me, amavano scrivere e con le/i quali ho instaurato rapporti di amicizia. Perché la blogosfera, se usata con moderazione, crea dipendenza –si-  ma fa anche nascere amicizie vere.

E allora ecco alcuni blog che amo e che reputo importanti per il percorso di Blue.

venerdì 4 aprile 2014

Pantaloni senza pence. Le principesse del XXI° amano la cucina


Chi l’ha detto che la cucina è una cosa da uomini? Nell’immaginario mondiale, sono gli chef maschi a dominare la scena. In effetti, gli uomini ai fornelli sono molti di più delle donne. Fare lo chef è un lavoro durissimo, richiede tanto spirito di sacrificio, una grande pazienza e una buona dose di generosità, inoltre, fare questo mestiere, nelle cucine di un ristorante, necessita di una volontà di condivisione notevole, di uno spiccato senso del dovere nei confronti dei propri commensali e non per ultimo, abbisogna di una certa dose di pazzia in quanto non è da tutti riuscire a stare in piedi e concentrati per così tante ore. Uno chef non vive una vita normale.

giovedì 3 aprile 2014

A Bologna nasce IFood, un nuovo modo di comunicare il cibo


Il menú di Ifood

Alcuni anni fa quando mi misi seriamente (si fa per dire) a scrivere di cibo, pensavo fermamente che la cucina potesse essere il nostro reale termometro di cambiamento (in realtà lo penso ancora e sempre di più). La cucina, non solo ci mette a tavola e riempie la pancia ma ingrassa la mente, favorisce la socializzazione e cosa non ultima, aiuta a vivere meglio. Il cibo – è cultura -  e ci ha sempre aiutato a capire gli usi e i costume di un popolo, anticipando i cambiamenti.

mercoledì 26 marzo 2014

Mazza da Baseball o Pianta? Questo è il problema


Al mondo esistono diverse categorie di donna.

La bionda e la mora, (poi c’è la rossa che è un discorso a parte), la magra e la morbida (e la giunonica dove la mettiamo?), la riccia e la liscia (e quella rasata, non la prendiamo in considerazione?). Ci sono le Madre Teresa di Calcutta e quelle che la darebbero anche al cane, le svitate per eccellenza e quelle con la testa fin troppo sulle spalle. Ci sono le “sto per perdere l’aereo” e le “fammi fare un giro in moto”, le “non posso vivere senza la mia bicicletta” e quelle che “ senza un sacco per dare pugni sarebbero morte”. Esistono le “One Shot” e per fortuna esistono “quelle per la vita”. Ma quelle di cui io amo di più parlare sono le due categorie di donne che, a prescindere dai loro caratteri somatici e dal loro trascorso, racchiudono alti e bassi, destri e sinistri e si nascondono dietro ad ognuna di noi: quelle che in un rapporto d’amore preferiscono essere o comodino o lanciafiamme. Ebbene si, le donne si dividono in due grandi categorie di complementi d’arredo: la pianta o la mazza da Baseball.

Cosa c'entrano le mazze e le piante direte voi. Beh, c'entrano eccome. Si, perché nella vita o hai in casa una mazza da baseball o hai una pianta, che proprio la stessa cosa non è.

La donna mazza da baseball è quella donna che invece di litigare, alza i tacchi e se ne va, senza dimenticare di darvi un bello schiaffone. Una donna talmente dura e ferma nelle sue idee che difficilmente riuscirete a spostarla, una che vi fulmina con lo sguardo, vi ammazza con un’alzata di dito e che vi fa diventare le ginocchia di “gelatina perché possiede un cervello pensante”. Questo tipo di donna predilige la crostata di marmellata di fichi, non ama le bevande gassate, a meno che non siano state prodotte in Franciacorta, e non sopporta la cioccolata - tranne in momenti altamente stressanti-  come il giorno prima delle mestruazioni (in quei giorni è altamente sconsigliato starle vicino, a meno che non abbiate voglia di morire).

venerdì 21 marzo 2014

Blue è tornata


E mi rimetto a scrivere. 
Si, lo so che non si inizia così una frase ma tanto io sono “la romantica e visionaria Blue” (cit. Guglielmo Gentile da La Repubblica) e mi prendo la licenza di scrivere come voglio e di dire ciò che mi pare.

Mi rimetto seduta dopo più di 45 giorni che stavo immobilizzata nel letto ad aspettare di ricomporre un corpo stanco e massacrato da troppo lavoro e da troppa trascuratezza. Blue è tornata. In quel letto ho avuto il tempo di riflettere molto su tante cose che sono successe e perché no, anche su cose che potrebbero succedere nella mia vita.  Una Blue diversa che dopo tanto pensare ha partorito attimi di gioia, si perché la vita è davvero straordinaria e ogni volta che si alza un alito di vento e si è baciati da un raggio di sole, lo dobbiamo avere ben chiaro.


Aspettatevi una Blue Limited Edition e rimanete connessi.

Dai diari di un cuore con una donna intorno presto arriveranno momenti di non trascurabile felicità.

lunedì 24 febbraio 2014

Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio


Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: "Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. (Hubert)



Ultimo piano. Attico con vista sulla città. Il vento corre sulle guance. I brividi solleticano la pelle. Il cuore è fuori dal petto. Le mani non sanno dove stare. La testa non trova una posizione.
Lo sguardo è immerso nell’orizzonte, profili di palazzi senza curve, solo spigoli, solo linee rette, solo rigidità. Le cupole paiono essere tutte state bombardate, non s’intravede un campanile, una panciuta protuberanza, uno spiraglio di morbidezza.

domenica 23 febbraio 2014

La felicità dentro a un cappuccino


Non ricordo quando è stata l’ultima volta che ho fatto un check-in su cosa significhi per Blue la felicità. Forse è passato troppo tempo. Forse ogni tanto dovrei riprendere in mano i fogli di carta e rileggerli. Dovrei apportare delle modifiche, perché si cambia e così cambiano anche i nostri parametri, la nostra percezione sulla felicità diventa diversa perché cresciamo e abbiamo altre esigenze. Ci sono cose che mi hanno sempre reso felice e altre che, con l’andare del tempo, hanno avuto bisogno di essere riviste. E allora ecco cos’è per Blue la felicità.

giovedì 13 febbraio 2014

Quello GIUSTO. Non cercatelo a San Valentino


In principio fu il nulla. La vibrante assenza di qualunque anelito emotivo. Lo stetoscopio dei sentimenti sembrava dimostrare la prematura dipartita: “Siamo addolorati per la vostra perdita. Abbiamo fatto il possibile, ma non c’è più battito. Il cuore ha dato forfè”. Amen .

Tuttavia, i miracoli esistono, i grattacapi anche, le disgrazie pure e spesse volte arrivano dalla direzione opposta rispetto a quella verso la quale lo sguardo si orienta. Succede, allora, che - dopo anni di vuoto cosmico - del tutto inavvertitamente e senza alcun preavviso, ci s'innamori. Succede anche che, dopo anni di vuoto cosmico, illusioni annacquate, iettature emotive ed esperienze che avrebbero, ma “avrebbero” soltanto (il condizionale è messo servile di fregature cocenti), dovuto insegnarci qualcosa, del tutto consapevolmente, e con ogni sorta di terreno e celeste presagio, ci s’innamori… di Quello Sbagliato.
Quello Sbagliato è una categoria, un ordine preciso cui appartengono esemplari tipici di nota (ma non sempre) e bizzarra (di sicuro) fattura: sessodipendenti, cuccatori da strapazzo, traditori seriali, finti onesti e stronzi molto più che veri.

sabato 1 febbraio 2014

Amore bulimico



Esistono tanti tipi di amore, a me sinceramente piacerebbe averne scoperto solo uno: quello sincero. L’amore dovrebbe essere condivisione, complicità e schiettezza. Dovrebbe essere leale, franco e puro. A tratti difficile da sostenere per le troppe emozioni ma sostenibile per il semplice fatto che è amore. Quando si parla di amore, vero, si dovrebbero sopportare anche cose come la lontananza o il mancato bacio del mattino.