
mercoledì 31 luglio 2013
La possibilità di un deserto


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venerdì 26 luglio 2013
Osteria delle Rose. Dove vanno le foodBloggers quando a Bologna fa caldo
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Vista dell'Osteria delle Rose |
Chi dice che in estate a Bologna non c’è mai nulla da fare ha
due grandi problemi: è una persona che non si interessa alle attività della sua
città e non ha mille amiche Bloggers come me. Non è affatto vero che Bologna,
con 40°, non offre opportunità, non le da se sei una persona che sta seduta
alla scrivania a guardare la polvere che si accumula, non ci sarà mai niente da
combinare se te ne stai incollato alla sedia ad aspettare che la vita succeda e
ti bussi alla porta una qualche iniziativa carina che ti porti fuori da casa.
Non lo dico per essere sempre la solita, lo affermo perché io, a Bologna, in
estate faccio un sacco di cose, vedo gente, scopro posticini nuovi che aprono e
mi informo su dove andare a prendere un po’ di fresco e mangiare qualcosa di buono
che allieti le mie serate. Certo, avere amiche gastrofissate e foodbloggers,
aiuta molto a non annoiarsi, ma poi anch’io ci metto del mio e prendo la bicicletta
e mi muovo verso nuovi orizzonti che al tramonto prendono un colore diverso e
tingono i capelli di un rosso più acceso.
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Il Menu dell'Osteria delle Rose, RedPassion |
L’altra sera la nostra scelta è caduta su una
Temporary-Osteria, l’Osteria delle Rose.
Ristorantino tipico bolognese, pochi piatti ma tutti della tradizione con
tavolini e tovagliette di carta allestiti nella splendida cornice di Villa
delle Rose. E qui spezzo una lancia a favore di una delle ville che amo di più
della mia città.
Questa villa è
un'antica residenza di villeggiatura edificata nel '700 al posto di una
preesistente dimora di campagna appartenuta agli Spannocchi. La scalinata,
meravigliosa e di grande impatto visivo si scorge da via Saragozza e sale fin
sul porticato dell’edificio, in origine il suo nome era Villa la Scala. Nel
1800 la proprietà passa ai Pepoli e successivamente ad altre famiglie fino ai
Armandi Avogli, che nel 1907 affidano all'architetto Dante Trebbi l'opera di
restauro della villa e del giardino. Per donazione dell'ultima proprietaria,
Nerina Armandi de' Piccoli, nel 1916 il Comune di Bologna acquisisce l'immobile
e lo adibisce a sede della Galleria D'Arte Moderna verso la fine degli anni
'20.
Dopo essere stata
anche un ospedale con la seconda Guerra fino al ‘75 funge da contenitore d’arte
per poi rimanere chiusa molti anni per ristrutturazione per poi diventare la dependance
espositiva della Galleria D'Arte Moderna.
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I Sott'Aceti e il grasso fatto in casa |
In questa cornice,
piena di fiori, arte e storia, l’altra sera si è consumata la nostra cena tra
risate, confidenze e pettegolezzi, tra una crescentina e una tigella, tra
prosciutto, salame, mortadella Bologna, squaquerone e Pignoletto come se
piovesse. L’atmosfera amicale e anche un po’ tipica da foodbloggers con
macchine fotografiche e tra occhi di commensali increduli, una serata ad
assaporare tortelloni burro e salvia e tagliatelle alla Bolognese e per finire
un bel piatto di melone fresco in compagnia degli artisti che in questi giorni
si stanno alternando in Quelli che…l’estate in città con il cartellone estivo
del
Teatro delle Celebrazioni.
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Vino come se piovesse, per combattere il caldo è necessario |
Sarà possibile mangiare e divertirsi al fresco di Villa delle Rose fino
al 25 Agosto e partecipare ad un contest super cariño per vincere una cena
all’Osteria.
"Quelli che... L'estate in
città" lancia sul suo profilo facebook/QuelliCheLestateInCitta il
contest fotografico: "Fotografa Quelli che... L'estate in città e
conquisti una cena per due all'Osteria delle Rose". Come
funziona? Basta partecipare agli spettacoli, fotografare, postare su FB. Lo
scatto più bello sarà votato ogni settimana e i "mi piace" saranno
l'elemento decisivo perché la foto più amata sia scelta.
Avete ancora il coraggio di dire che in estate, a Bologna, non c’è nulla
da fare?
Osteria delle Rose
Fino al 25 Agosto
via Saragozza 232-
Bologna

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giovedì 25 luglio 2013
Lo sguardo è una scelta

(Amelie Nothomb, da "La
metafisica dei tubi")

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martedì 23 luglio 2013
Mantova, Palazzo Te e la favola di Amore e Psiche specchiata nel pavimento di Alfredo Pirri
Quando ci
accostiamo a un’opera d’arte, senza altri interessi se non quello di sentirla il più intensamente possibile,
oltrepassiamo i limiti di ciò che non possiamo sapere, i limiti della nostra ragione. Secondo Kant e i romantici,
l’artista gioca liberamente con la sua facoltà conoscitiva e secondo Schiller, la
sua attività è come un gioco ed è solo quando l’essere umano gioca che diviene
libero perché è lui a creare le proprie leggi.
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Palazzo Te |
Giulio Romano ha
giocato sempre, ma soprattutto lo ha fatto, creando il palazzo del Te, la sfarzosa residenza di
Federico Gonzaga, costruita tra il 1526 e il 1534 sostituendola a una scuderia.
Un monumento singolare esente da limitazioni di carattere pratico e tecnico in
quanto Giulio aveva a disposizione mezzi i economici elargiti dalla famiglia
Gonzaga e la disponibilità da parte di Francesco che apprezzava la poliedricità
Giuliesca di essere architetto, artista erede di Raffaello e consigliere sulle
scelte della fastosa corte gonzaghesca. Una sede che non solo ha visto brillare
una dinastia sotto il profilo architettonico e artistico ma che ha avuto grandi
albe anche nella cucina dominata dalla personalità dello chef Bartolomeo
Stefani che, nel XVII secolo, scrisse un importante trattato di cucina in cui
faceva notare come gli alimenti non fossero mai “contro stagione”.

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mercoledì 10 luglio 2013
Giubilare lo sguardo verso un'alba bolognese
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Bologna all'Alba vista dai tetti |
La cosa che
amo di più di Bologna è quando, nelle mattine d’estate, rientrando da una
nottata con le amiche, arrivo in via Murri e aspetto che apra il CapoNord per
bermi il cappuccino con la schiuma fredda dell’Anna. Seduta fuori, con una
leggera brezza che m’inturgidisce la pelle, il mio sguardo si perde
nell’Orizzonte. Silenzio, calma, uccellini che cinguettano. Fresco, serenità,
vento che ti accarezza.
Mentre la
schiuma mi rimane inevitabilmente sui baffi, apro il giornale. È domenica, o
forse sabato o un qualsiasi giorno d’estate in cui Bologna viene baciata
dall’Alba. Io sono li che osservo distrattamente un panorama che amo, immersa
dal silenzio di una città che tra poche ore sarà invasa dal traffico. Penso,
leggo, mi getto a capofitto sul mio Cappuccino, la città in quel momento parla.
Mi sussurra il suo amore, mi dichiara la sua passione, mi promette che sarà mia
per sempre. È proprio così, Bologna sarà mia per sempre, lo sarà perché ci
arrivai poco più che adolescente e ci rimasi nonostante, di case, nel mondo, io
ne abbia cambiate tante, Io la mia casetta bolognese non l’ho mai abbandonata.

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domenica 7 luglio 2013
La crostata di marmellata di fichi. Il piatto dell'amore di Blue
Dopo tanti anni passati a intervistare chef sul loro piatto
dell’amore, a cercare di scoprire cosa si nascondesse nella loro vita
sentimentale ed erotica che potesse essere messo sul piatto, dopo tanto tempo
trascorso a intervistare, toccare, annusare, scrivere, osservare, carpire,
colloquiare in ordine sparso per poi passare notti insonni a trovare la chiave
vincente per ricostruire il rapporto amore-cibo, cibo-sesso, vita-alimenti,
sempre in ordine sparso per la mia capacità o incapacità di essere ordinata,
alla fine qualcuno l’ha chiesto a me, quale fosse il mio piatto dell’amore.

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