mercoledì 29 dicembre 2010

amo,amas,amavi,amatum,amare...


" Come ci si innamora? Si casca? Si inciampa? Si perde l'equilibrio e si cade sui marciapiedi?ci si sbuccia il ginocchio, il cuore? Ci si schianta per terra, sui sassi? O è come rimanere sospesi sull'orlo del precipizio...? So che ti amo quando ti vedo, lo so anche quando ho voglia di vederti. Non un muscolo si è mosso, nessuna brezza agita le foglie. L'aria è ferma. Ho cominciato ad amarti senza fare un solo passo. Senza neanche un battito di ciglia. Non so neppure quando è successo. Sto bruciando. Troppo banale per te? No e lo sai. Vedrai. E' quello che capita. E' quello che importa. Sto bruciando. Non mangio più, mi dimentico di mangiare, mi sembra una cosa sciocca, che non centra. I miei pensieri straripano furiosi. Mi sto innamorando? Tipica scelta sciocca. Eppure l'amore mi tormenta come fosse dolore . C'è una faccia sola, l'unica che vedo quando dormo. Quando mi sfiorano i capelli, quando sbuccio un'arancia, quando guido la macchina, quando vado a dormire ogni notte senza te, nella mia testa ci sei sempre e solo te... E, amore mio, non ti spaventare se talvolta non fosse così: non sarebbe amore se fosse sempre uguale, non sarebbe amore se non avesse dubbi, non sarebbe sincero se non fosse altalenante...invece è vivo, vero, unico. Ho paura di stare con te, amore. [...] Sostienimi quando zoppicherò perchè io lo farò con te, sempre. Fidati della mia mano che ti sorregge come io mi fiderò della tua quando non ti sopporterò e vorrò fuggire. Insieme nulla farà più paura"


da "Lettera d'amore" di C. Schine

mercoledì 15 dicembre 2010

…Tu mi hai gettato nell’abisso di un pensiero fisso…


Ti ho perso nel caos di una vita frenetica, di giornate passate a correre, di momenti consumati a lavorare agitatamente. Mi sei scappato mentre tutto intorno a me mi sembrava perfetto, mentre la mia carriera si stava delineando, la mia sicurezza cresceva e il mio amore era sempre più infinito. Se l’avessi potuto evitare o se avessi capito ciò che stava succedendo avrei combattuto con tutte le armi che conosco, come un cavaliere si batte per la giustizia, come una mamma protegge suo figlio, se solo mi fossi accorta che la mia vita stava cambiando, se solo fossi stata più attenta a te e non a ciò che mi circondava, in fondo la mia vita eri tu… o forse lo eri solo per un lasso di tempo, quello che ti permette di crescere, chissà magari eri la linea di crepuscolo che separava la mia tarda adolescenza dalla maturità. Avrei dato la mia vita per non sentire quel senso di vuoto che mi ha lasciato la tua assenza, per non sentirmi come un’imprigionata ad Alcatraz senza possibilità di uscita, speravo che tu non buttassi via la chiave della cella nell’oceano più lontano che si conosce, in un’altra galassia senza la probabilità di recuperarla.

Pensavo di essere ancora piccola per fare certi passi, vivere insieme mi sembrava un vincolo alla mia libertà, avevo paura che mi sarei stancata di dormire con te tutti i giorni, l’angoscia di una possibile routine, Dio come mi intimoriva. Se solo penso a quando mi svegliavo cinque minuti prima di te per lavarmi i denti e mettermi il mascara, se solo tu sapessi che ti guardavo mentre dormivi e ti scoprivo per guardarti per ore avvicinandomi al tuo corpo per vivere il tuo odore, e respirare la tua bocca per assaporarne il profumo mattutino. Quante volte sfioravo la tua schiena e mi inebriavo della tua pelle, mi ubriacavo tra le tue ascelle e poi scendevo a baciare il tuo ombelico che mi pareva incredibilmente sexy.

Una specie di sliding doors di come sarebbe andata se io non avessi preso quell’aereo, quel giorno in quel minuto in quell’istante in cui tu mi chiedevi di esserci per noi.

Se avessi varcato quella soglia urlandoti che ero felice di vivere la mia vita sempre e solo con te …io te e la nostra Blue…

Ora è inutile ricordare ciò che ti è sfuggito come la sabbia tra le mani, inutile pensare a cosa avresti potuto fare, non hai sbagliato mai nulla nella storia e non hai nulla di cui pentirti, l’amore può finire ma ciò che devi tener ben saldo è che i ricordi non si cancelleranno mai e ciò che hai vissuto non verrà mai annullato, non abbiamo una gomma da matita, non abbiamo inchiostrato le pagine del nostro libro con una Bic cancellabile, le pagine della nostra vita sono piene di amore che mai verrà spazzato via dall’uragano anche se Dorothy ne è stata messa a dura prova.
Ora a pochi giorni da quello che sarebbe stato il nostro anniversario, 10 dicembre, ti ripenso come ogni giorno da quando ti conosco con l’unica variante che tu non ci sei e non ti posso chiamare per dirti quanto mi manchi, per ricordarti che avrei passato i miei giorni solo, sempre e solo con te. Ora non so più cosa voglio, non riesco più a focalizzare il mio obbiettivo, forse l’unica cosa che desidero veramente è crescere nel lavoro, magari non mi sono accorta che avevo accantonato tutto per questo…ma in fondo non è un errore avere dei sogni e lottare per conseguirli, non è sbagliato correre per avere un futuro migliore a discapito della propria vita privata, bisogna solo saper scegliere se diventare mamma o manager, se moglie o donna in carriera, se essere felice o far finta di esserlo. Non so se questa sia la strada giusta ma sicuramente è quella che mi è capitata, che sia stata volontaria o meno, è quella che mi è dato di percorrere nel bene o nel male. Succede così e non ci si può fare nulla, stai davanti alla finestra come quando fuori arriva un ciclone e la pioggia scende con una violenza imprevedibile, scorre dalle grondaie, scroscia dai tetti, quella pioggia, che ti ricorda un po’ il tuo pianto, irrompe violenta e improvvisa a raffreddare il tuo cuore. Come una metafora naturale, gli agenti atmosferici sembrano sentire il tuo umore, li seguono, lo assecondano, non cercano di coccolarti ma ti rendono più fragile e tortuoso il cammino verso la fine del tunnel. E cosi continua a piovere e a scendere interperrita mentre tu la guardi al di la del vetro, non ti bagni ma la puoi sentire parlare, senti il rumore che produce mentre arriva a terra, mentre batte contro l’asfalto e tutto ciò che ti sta intorno, sembra non smettere mai, insieme al freddo che dilaga mentre tu stai li ad osservarla.
Non potrà piovere per sempre … ti dici e lo vorresti urlare forte ma sai che nessuno ti sentirebbe, perché tutto intorno a te è desolazione, le persone che subiscono una tempesta stanno a casa mentre tu hai preso il coraggio tra i denti, apri quella finestra e ti ci butti in mezzo, senti un gelido brivido che ti percorre mentre i vestiti ti si inzuppano addosso, ti fermi in mezzo alla strada, nulla intorno a te solo ombre immobili e luci di case che non ti appartengono. Dorothy è stata spazzata via…ma nel suo cammino ha incontrato l’uomo di latta e ora sta un pò meglio…ha bisogno solo che qualcuno le dica che presto smetterà di piovere.

Non ci sono storie, non ci sono novelle e non ci sono favole che meritino di essere raccontate se al loro interno non contengono un qualche recondito significato d’amore, se tra le righe si legge quel gonfiore di cuore, quel sentore di emozione e quel non so che di respiro affannato quanto quello che provai io la prima volta che mi successe di innamorarmi. L’amore distrugge ma non dimentichiamo che se ci è stata data la possibilità di amare siamo persone fortunate…

Senza l’amore sarei solo un ciarlatano, come una nave che non esce mai da un porto…(jovanotti)

lunedì 29 novembre 2010

Da RedPassion a Comme.Moi

Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte... (K.Gibran)

Se la strada per l’alba necessità rigorosamente il passaggio alla notte ecco allora che ti scrivo mentre questa trascorre non troppo rapida ma consapevole e buia per arrivare a destinazione. Così come le parole che si imprimono per arrivare dirette al cuore allora adesso è il momento che io le inchiostri per te perché tu le possa leggere e perché ti meriti che io lo faccia. Sono le 0:00 leggo l’oroscopo (gemelli, acquario, cancro e ora anche ...) e mi rendo conto che sono XXgiorni che ci conosciamo e che da quando hai spostato le nuvole con il tuo arrivo in me è sorto un pò di sole. È ardito lo so ciò che ti sto dicendo e so anche che sarà un’arma tagliente che farà male alla lettura nel futuro, ma la verità è che se non scrivo non mi libero e se non mi libero non riuscirò mai più ad essere me stessa e di conseguenza non saprai mai chi sono veramente.
La strada è lunga e tortuosa, sono ancora con mille paure e mille pianti nascosti, ma sono anche con mille sorrisi quando mi guardi e mi sei vicino, quindi perchè mai precludersi la felicità per colpa di qualcuno che non ha capito cosa significa amare o forse ha semplicemente pensato di diventare grande senza di te…? Perché lasciar sempre chiusa la porta dei sentimenti per timore che ti ricapiti una delusione, la vita non può essere solo questo…non può piovere per sempre.

Il mio futuro ricomincia da qui, da un giorno con un caffè, da un bacio sotto la tua maison petite, il futuro inizia dal momento in cui ti rendi conto che si sta aprendo uno spiraglio dentro di te e se anche la paura è forte e i nervi tesi, l’unica cosa che desideri è che tutto vada come sta scritto nel libro del destino. Quello strano libro che pensavo portasse un altro nome e un’altra storia, che mi vedeva in casa con un uomo che amavo follemente, quello stesso destino che ha fatto sì che tutto finisse in una calda giornata di luglio, quella stessa scrittura che ci ha fatto incontrare e ora mi sta facendo dimenticare ciò che è successo e mi sta schiudendo la strada ad un’altra emozione appassionante che mi rende felice.

Rifletto ogni notte su storie che sento e che mi si presentano di fronte agli occhi e oggi più che mai credo che ciò che ci succede non sia per caso e che se lanciamo un pezzo del nostro cuore in una pozzanghera è perché qualcuno lo possa raccogliere e ne possa fare tesoro con sincerità e purezza. Quando lanci la tua anima giù dalla finestra aspettati che qualcuno stia sotto ad aspettarla e che quando la spada ti si conficca nel petto a curarti troverai, prima o poi, un angelo con gli occhi innamorati pronto a leccare le tue ferite e a darti la sua gioia. Io mi voglio aspettare questo dalla mia nuova vita, non un chiodo schiaccia chiodo, non un ripiego per colmare un vuoto io non voglio che tu sia questo, voglio solo che tu stia li a coccolarmi e a saper aspettare che arrivi la mia calma e che la mia testa raggiunga la quiete. Se cupido l’ho trovato questa mattina sfracellato sul marciapiede davanti a casa, desidero salvarlo chiamando l’ambulanza o ancor meglio dargli le chiavi di casa mia perché possa di nuovo entrare a far parte di me.
E bello amare e aver qualcuno da amare…lo so è difficile ma io voglio crederci ancora.

Qualunque cosa succeda…!!!
Grazie per avermi teso la mano dopo una caduta, grazie per sopportare il mio vuoto.

Da RedPassion a Comme.Moi

domenica 28 novembre 2010

Lettera da un amico...Senza di te

Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio Amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
John Keats

TO BE CONTINUED...

“…Cupido ha preso il volo dal condominio…”


…Cupido ha preso il volo dal condominio…”, non lancia più frecce ai nostri cuori o se lo fa è diventato cieco e non azzecca mai il bersaglio… cosi magari gli capita di tendere la freccia in direzione albero e tu t’innamori di una pianta o nella migliore delle ipotesi acchiappa un animale domestico e allora il tuo amore si riversa su un cagnolino di piccola taglia che diventa il centro della tua vita. La nostra vita passa di settimana in settimana pensando solo al lavoro, instancabilmente, continuamente, senza tregua. Passiamo le notti ad arrovellarci il cervello per risolvere quel problema che si è verificato sul budget mensile o a mettere in ordine la nostra mailing-list sperando di trovarci un contatto utile per il nostro ultimo progetto… la notte scorre lenta e stanca nella mente di chi ha sempre un gran da fare ma soprattutto di donne come noi che non vogliono accettare il fatto di avere un letto a due piazze e dormire solo con il proprio peluche.

Quante volte ci giriamo nude in quelle splendide lenzuola di raso nella speranza di trovarci il nostro uomo, quante volte vorremmo allungare la gamba per sentire il suo piede morbido e quante volta la mano si prolunga in una direzione infinita che non incontra mai nessuno. In quel letto, sempre lo stesso, quello in cui ormai non riesci più a dormire perché il ricordo dell’odore di dormito che lasciava al mattino al tuo risveglio non ti sembra più lo stesso. Quel letto dove si sono consumate ore ed ore d’amore intense e indimenticabili, quel letto che ora dovresti buttare via.
Io me lo ripeto ogni giorno: “Buttalo, caccialo nel rusco, nel dimenticatoio, fai una busta con le lenzuola e rinnova l’armadio della biancheria altrimenti non riuscirai mai più ad essere quella che eri…” Il tuo amore si è esaurito, devi ricominciare a piantare l’erba su quel campo distrutto dalla guerra, permetti a cupido di non gettarsi dall’ultimo piano, consentigli di lucidare la sua miglior freccia e ti tirarla nella tua direzione.

Quando non avevo l’amore pensavo che fosse una cosa inutile, chi non ama non può capire quanto noi dipendiamo da questo sentimento incredibile, guardavo le donne della mia età e mi chiedevo come potessero stare con un solo uomo, come potessero essere fedeli, concedersi, desiderare una vita solo con una persona. In fondo perché mai una come me, indipendente con un lavoro fantastico, una casa piena di oggetti avrebbe dovuto fossilizzare il suo sguardo in un’unica direzione…? Quella sola direzione ora la capisco, ora la rivorrei, ora so cosa significa e mi sento anche una sciocca a non averla saputa apprezzare per ciò che era. Cupido aveva preso la mia direzione e io non avevo compreso ciò che mi stava regalando.
L’unica cosa che conta davvero. LA FELICITà.

Se rifletto stanotte ciò che vorrei è ritornare ad essere la stessa di qualche mese fa ma il tempo è un’occasione che non può ritornare e a me non resta altro che guardare avanti.
Eros è sempre li ma io sono cambiata e TU..?

domenica 14 novembre 2010

Matrimonio mon amour...

Rientrata da due mostre, un sabato pomeriggio passato a divertirmi a scorrazzare in bicicletta tra le vie di Bologna, rigorosamente contromano e rigorosamente di fretta per non perdermi la mondanità. Sto aspettando che le mie amiche Newyorkesi tornino dalle Cinque Terre e sinceramente non ho proprio idea di dove le porterò a divertirsi..cavolo non ho idee oggi, e poi dove le porti due amiche che vivono nella città dei divertimenti per eccellenza….!!!
Entro in doccia per schiarirmi un pò le idee ma qui nulla…nemmeno l’acqua che scorre mi aiuta a trovare una buona soluzione che possa farci passare una serata degna di ricordi. Facendo attenzione a non bagnarmi i capelli altrimenti chi mi sopporta stasera con il bulbo alla Tina Turner, mi infilo il mio accappatoio Hallo Kitty e con il cippo in testa come da massaia che si rispetti mi rifaccio il trucco e prendo tempo con i miei pensieri e sfoglio la rubrica dell’iphone per cercare qualcuno che mi salvi e mi dica quale festa potrebbe essere ad hoc per me.
Nulla di fatto, dopo due ore sono ancora qui con il mio Mac che mi guarda ma che non mi da alternativa…dio sono in panico..rovinata.. arriveranno Joanna e Melanie e io sarò ancora qui a girarmi i pollici costretta a dire che la città stasera non offre nulla..
Drinnnn Drinnnn...oooo squilla il cell. Mi chiama un amico e mi dice che è appena rientrato da un matrimonio al Carlton Hotel e che è stanco morto, perché è iniziato alle 17.00, la rumba è ancora in atto e gli sposi sono in baracca dice, l’alcool ancora sui tavoli e la pista piena di danzerini nei loro completi della domenica con le ascelle imbrattate di champagne, ma lui non ce la faceva più.

“Troppa fatica i matrimoni” mi dice: “ Io vado a letto..”

Con non “chalance” chiedo come si chiamano gli sposi e tra uno sbadiglio allargato e uno sbuffo trascinato il mio amico mi dice beh..”lei si chiama Francesca lui..Boh…non mi ricordo…” Ho deciso cosa farò e sarà davvero diverso…chiamo le mie amiche le incito a muoversi che l’occasione è da non perdere, Hotel a cinque stelle, musica a palla e soprattutto alcool gratuito…ARRIVIAMOOOOOOOO..
Mi lancio nell’armadio, ho un pò di dubbi, non mi sono comprata nulla per l’evento, in fin dei conti non era programmato, ma la provvidenza mi aiuta facendomi sbucare un borsina di H&M con vestitino stampato tigressa verde militare tagliato ad impero -dimenticato li sicuramente da qualche anno-, naturalmente c’era ancora l’etichetta altrimenti non l’avrei messo.
Sono salva vestitino più jeans e stivaletto color crema trattata scura.. un filo di fard arancione, un po’ di Patchouly e sono pronta.

La Bana e la Melly in compagnia della campionessa di cambio monete Spicci, il fidanzato Spicciolino Junior, Fol il Folle e Cippi il brasiliano, suonano alla porta e io mi infilo la mia adorata Betsey Johnson fucsia e come da copione esco di corsa sotto una pioggia torrenziale che mi bagna anche le mutande di Victoria Secret, inciampo nella pozzanghera davanti al portone e arrabbatandomi salgo in macchina.

Uffff…Ufffff…mi sento molto la ragazza della pubblicità Gocce di Napoleon, che cantando e ballando sotto la pioggia con il suo ombrellino bacia il gattino e si’innamora di lui…ma io ahimè non mi innamoro di un gattino ma il mio ombrellino rosa di hallo kitty mi sta talmente tanto appiccicato che quasi quasi sto pensando di fidanzarmi con lui.
Sfrecciamo sui viali, evitiamo il traffico intenso del saturday night nell’ora di punta e tra un semaforo e un altro ci troviamo davanti all’ingresso maestoso del Carlton hotel. Ci fermiamo, respiriamo, io mi sistemo un pò di DiorKiss sulle labbra per sembrare appena uscita dalla truccatrice poi prendiamo coraggio e con passo lungo e deciso ci dirigiamo verso la reception, anche se in realtà la nostra attenzione viene attirata gia dalla musica che proviene sicuramente dalla sala del matrimonio. C’è un cartello stupendo lungo il corridoio ad annunciare il matrimonio di Francesca e PinKo Pallino e noi ci dirigiamo proprio in quella direzione. Nel percorso tappeti persiani da Taji Mahal di incerta provenienza, fanno da passerella a oggetti fastosi e apparentemente costosissimi, la sala è sempre piu vicina e la musica sempre piu alta, noi sempre più eccitati nell’intruffolarci alla festa per bere a sbaffo e per conoscere gli sposi. Eccoci entrati, sembra che tutti ci osservino ma in realtà tra le espressioni si legge un alto tasso alcolico e tutti paiono fissarsi su di noi, ma la realtà dice ben altro.
Noi con i nostri vestiti non sgualciti da dieci ore di grande abbuffata, noi con gli occhi lucidi e il sorriso Durban’s per la felicità, noi che con i tacchi stiamo ancora in piedi e balliamo pure, noi che siamo riusciti ad entrare ad un matrimonio di due perfetti sconosciuti, ballare, gridare, per poi sederci a bere e incazzarsi pure con il cameriere perche aveva portato via i bicchieri mezzi pieni… è incredibile ma ad un certo punto la sposa è venuta persino a chiederci se eravamo stati bene e se tutto era stato di nostro gradimento… Dio mio non ci si può credere…credo che fosse talmente ubriaca in quel momento da non rendersi nemmeno conto che noi non eravamo suoi ospiti, o meglio si..lo eravamo ma abusivamente…

venerdì 12 novembre 2010

Ghost…

Spesso mi chiedo perché il nostro cervello non stacchi la spina e non si metta in modalità folle. Perché invece di riesumare i fantasmi del passato non provi anche solo per pochi minuti a ragionare come fanno le capre… solo erba cibo e pascoli…

Io proprio non ci riesco a spegnerlo, il mio Celebro è sempre al lavoro, produce ricordi, tira fuori dal capello magico nostalgie che ormai pensavi fossero andate perse come il tuo primo diario, si piroetta in pensieri contorti e strategie inutili.
Perché abbiamo una memoria e ci ostiniamo interperrite a farci del male annusando calzini non lavati rimasti nei nostri cassetti, a trafiggerci e ad impalarci come facevano i crociati con magliette di taglia XL che chiaramente non sono nostre e attacchiamo l’Hard disk sfogliando fotografie di momenti che non ritorneranno mai più…?
I fantasmi ritornano dal passato anche quando hai cambiato libro e hai finalmente deciso che ormai quel pezzo della tua vita non ti appartiene più, quando hai voltato la pagina dove stavano scritte tante parole d’amore, tanti sogni e tante promesse. In quel libro dove hai impresso con inchiostro indelebile la tua volontà di essere vera per sempre e stava scritto che saresti stata la persona felice e sincera che desideravi essere e che lui sarebbe stato il tuo grande amore fino all’ultima alba della tua la vita.
I fantasmi tornano perché in fondo non se ne sono mai andati…
E allora perché non sono presenti e palpabili ma li puoi ancora percepire..? Ne senti l’odore, il respiro e assapori il calore del loro passaggio…? Sono presenze che vorresti toccare ma sai che ormai si sono dissolte nell’aria lasciando una scia di vuoto nella tua stanza digiuna.

Oggi mentre ero affacciata alla finestra, la pioggia scendeva rapida e sottile, pensavo alla settimana appena passata, tra Milano e Bologna, tra casa e alberghi, tra riunioni e aperitivi, tra lenzuola e letti sfatti, tra amiche ed emozioni consumate tra le mura di vecchi appartamenti di periferia. Un pò di malinconia, in sottofondo una canzone che non sapevo nemmeno di avere sul mio Mac rimbombava sulle pareti “Hands of time”, non so nemmeno come ci sia finita lì e sinceramente non rammento neppure il momento in cui l’ho ascoltata la prima volta…ma lei era li a raccontarmi della sua pioggia e delle lancette del tempo che non si fermano mai e soprattutto per nessuno. Il tempo è un’occasione che non può ritornare, me lo ripete sempre la Capreccion con quel suo modino da pantera della Malesya. E’ una grande verità che ti fa tornare con i piedi per terra e ti impone di vivere non di ciò che sei stato ma di ciò che sei e hai ora.

Allora rifletti. Alcune storie finiscono e altre iniziano e se sei fortunata potrebbe capitarti un uomo fantastico che ti apprezza perché Tu sei Tu…con i tuoi forse, i tuoi ma, i tuoi perché …le tue paure e le tue dolcezze. Ti potrebbe capitare di prendere un caffé per scherzo e aver di fronte un maschio con uno sguardo diverso e un’aura di luce che ti cattura l’attenzione. Perché mai dobbiamo sempre dire di no al presente per terrore del nostro passato..!!! Siamo forse cosi tanto legate ai fantasmi che ci precludiamo l’arrivo della felicità..?
Io non voglio più fantasmi, voglio uomini veri da toccare, da annusare da baciare, da sgridare e con cui ridere.
Se arrivasse ora non me ne accorgerei se è già arrivato spero che abbia la pazienza di aspettarmi e di capire che ci si risolleva da una caduta solo se qualcuno ti porge la mano.

giovedì 11 novembre 2010

I Love my Businnes Controller_

Cosa volete che vi dica di lei…non ci sono molte parole per raccontare una donna che è l’esempio della perfezione in tutti i sensi, di quelle vincenti in tutti i campi, quelle che se fanno qualcosa non sbagliano mai e hanno sempre il tono giusto e la parola adatta a qualsiasi situazione. Maura è una donna single, in fondo come molte di noi, una donna matura un pò più grande di me, una femmina sensualissima e piena d’amore. Mora, capello corto sguardo furbetto e sbarazzino, sa ciò che vuole quando ti lancia un’occhiata penetrante e sincera. La conosco da quasi 10anni e tra noi è stato subito passione folle e intensissima, iniziata con un mancato saluto da parte sua ma poi la mia perseveranza nel volerla conquistare ha dato i frutti di un’amicizia che ha superato il tempo e le difficoltà di tante situazione vissute insieme. So tutto di lei e lei tutto di me, non ho segreti e non ne voglio perché sò che non mi giudica e mai direbbe e farebbe qualcosa per farmi del male. La sua maturità le permette di avere una lungimiranza nei confronti delle situazioni, vede sempre il marcio prima di altri e sa riconoscere una Cinquecento da una Ferrari.

È la tipica donna come si suol dire “con le palle” che non pensa un attimo a eliminarti dal gioco se non ti ritiene in grado di sostenerlo, che se le fai uno sgarbo gira sui suoi splendidi decoltè di Gucci e ti manda al quel paese,che se sei un uomo e le dici una bugia ti lancia i vestiti dalla finestra e ti fa scendere nudo come un verme le scale per andare a recuperarli…naturalmente poi chiude la porta e quel poveretto si può scordare di vederla mai più. Ama molto, è un cancro, come potrebbe essere diversa, ma lo fa solo se ne vale la pena. Molti corteggiatore hanno provato a rubarle il cuore ma la verità è che nessuno è sufficientemente all’altezza da poterla rapire io credo che non sia nato l’uomo che la meriti per tutto ciò che di straordinario ha chiuso dentro di se. Potente, raffinata, alla moda, foulard di Hermes al collo e rolex con brillanti al polso, una Smart grigio metallizzato con il peluche di Hallo Kitty, un Mac sulla scrivania, una bimba da paura e la sua vita tra casa, lavoro, shopping e amiche vere.

Lei è dentro di me, ieri oggi e per sempre.

mercoledì 10 novembre 2010

FabulART, il sentiero delle Fiabe

Benvenuti nel XXI secolo, patria della tecnologia e tempio dei Social Network.
Il nuovo secolo si è aperto ormai da un po’ e in soli dieci anni le diversità generazionali sembrano lontane anni luce dalle nostre. La nuova comunicazione è tutto: sms, mms, tag su fb, post, linkaggi e altri termini incomprensibili che faranno presto parte del nostro nuovo dizionario.
L’uomo, macchina perfetta in continua evoluzione, essere desideroso in rapida evoluzione prepara un’eredità vuota di rapporti, uno spazio dell’esistenza sempre più digiuno che avanza veloce alla ricerca del niente. Internet e il digitale si impossessano della nostra vita e ci inglobano in un sistema virtuale ricco di isolamento e abiezione. Questa folle dipendenza ci rende malati, portatori di un’infermità che ci fa essere increduli nei confronti di un’esistenza meno tecnologica e più naturalistica. Cosi i nuovi mali si stanno ormai diffondendo ed impossessando delle menti dei popoli delle civiltà industrializzate. Adulti e bambini sono spesso vittime di stress e depressione, si sentono demotivati ed hanno perso il vero significato della vita. Mali sottili, spesso trascurati che, inevitabilmente, portano a vivere grosse crisi esistenziali. A questo punto una domanda sorge spontanea, un dubbio lecito e pensieroso per un futuro sempre più vicino e per una società sempre meno palpabile. Quale futuro per i nostri bambini e per noi femmine single…!!? Che tipo di messaggio nell’era dei computer dove mamme e casalinghe disperate messe sotto pressione dai media comprano compulsivamente giocattoli malefici e macchine bestiali come Playstation3, Wii, Xbox, NintendoDs…? Quale rimedio per cervelli indeboliti, genitori asciutti e bambini robotizzati…?


Cosi, ben consapevoli che alla tecnologia non ci si può sottrarre e che le nuove tecnologie sono pur sempre linguaggio e finzione. cambieranno i metodi di lettura e di racconto, cambierà l’enfasi e il timbro di voce, cambieranno gli scenari e i protagonisti ma prima come ora ciò che abbiamo il dovere di tramandare è il sogno, l’abbaglio immaginario e l’illusione di far incontrare ai più piccoli, Sirene, Fate e folletti alati, Streghe Malvagie, Draghi, Mostri e Matrigne.

La terapia naturale per queste menti stanche è quello di riprendere contatto con la fiaba, al fine di riappropriarsi di nozioni in cui sono racchiuse le nostre esperienze di crescita.
Si perchè esiste un mondo in cui i bambini si rifugiano per sopravvivere alle immoralità della vita, un mondo incantato dove tacersi, sprigionare fantasia e vivacità e costruirsi una fortezza. Le fiabe.
In questo contesto la fiaba si colloca come uno strumento universale che, rispecchiando la cultura, organizza l’esperienza attraverso il linguaggio. Qualunque essa sia, la fiaba trasmette messaggi attuali e reali e conserva un significato profondo che passa attraverso il cuore e la mente dei bambini. Ogni storia, irreale e paradossale che sia, rivela incognite umane, offrendo possibilità risolutive alle difficoltà. Le fiabe e la loro visione magica delle cose, allontanano gli incubi, pacificano le inquietudini, aiutano a superare insicurezze e crisi esistenziali, insegnano ad accettare le responsabilità e ad affrontare la vita. La fiaba c'è sempre, perchè ogni racconto si struttura come una fiaba, o meglio la fiaba è costitutiva del racconto primario. La fiaba annega nell'inconscio collettivo e individuale da sempre e lo sarà per sempre... Cosi la maggior parte di noi cela, tra i suoi segreti, la propria fiaba preferita e la porta con se tutta la vita nella speranza che un giorno “la scopa possa ancora volare!!!! “

Se è davvero così, e per me lo è….qual’è la mia Fiaba…e la vostra amiche mie…?

lunedì 8 novembre 2010

La galeriste, l'enfant de l'art.

ENRY, la gallerista.
La donna ideale, bionda, occhio azzurro, altezza media, mignon in quel suo corpicino griffato, elegante più di Carla Bruni, un vero concentrato di peperoncino in un metro e 60 con il faccino da angelo, meglio non farla arrabbiare per non assistere alla trasformazione in un mini ma incazzato lottatore inferocito. Sfreccia nella city con il suo Liberty in scarpette basse e Balenciaga rosa, non manca mai un orecchino di perla e un accessorio di brillante a far luce alla sua pulita bellezza.Un tono di voce leggermente aggressivo si scontra con un fare da damigella con labbra carnose, quando litiga con un passante perché non era sulle strisce pedonali. Si alza tutte le mattine verso le 9 lavando il suo faccino con l’ultimo tonico di Dior e passando un pò di olio Johnson su un batuffolo per idratare la sua regale pelle lunare. Infila sempre la prima cosa che trova nell’armadio, casualmente le capita sempre tra le mani il capo più in Auge del momento o la Sac che sta stampata sulle miglior riviste femminili. Non si trucca, è già troppo bella coìi, solo un pò di gloss Victoria Secret rigonfia labbra e di mascara marrone, rigoramente Kiko.È una donna molto felice, ha una casetta nuova tutta in stile francese, un telefono StarTak del dopoguerra, una suocera strepitosa e un fidanzato che la ama da morire. Io la amo molto, amo la sua sincerità, amo quando mi abbraccia per farmi sentire che lei ci sarà sempre e amo quando mi dice che io sono un Bang & Olufsen. Non potrei pensare ad una vita senza di lei…
Quando la vidi la prima volta ne rimasi molto colpita per la grazia e la delicatezza dei suoi movimenti, una signora in un corpo da bambolina sempre alla moda. Nel tempo libero fa un corso di cucito perché sogna di confezionare capi prestigiosi da indossare nei nostri lussuosi aperitivi, sempre a base di champagne. Enrica odia bere ma è troppo chic per non farlo, quindi fa finta di farsi piacere quel nettare meraviglioso con tante bollicine e poi di nascosto dal mio sguardo ordina un te alla pesca con ghiaccio. (BLeaaaaHHH). TO BE CONTINUED

Camera con vista

Sta passando un altro giorno, lento, tormentato, a singhiozzo. Mi affaccio alla finestra, scorgo un uomo che pulisce la sua moto con un panno chiaro…ormai sono le 3 e mezza, non prendo sonno, mi guardo intorno e cerco dettagli di una città fantasma, luci spente, silenzio, solitudine, netturbini che puliscono le strade, prostitute che cercano clienti, desideri che si consumano dietro alle mura di case popolari. Cosa succede nella notte quando le persone vanno a dormire, quando i pensieri devono riposare, quando il corpo dovrebbe aver respiro e pace per un giorno intenso…? Le emozioni diventano più intense, i ricordi prendono corpo e paiono non volersi staccare da te, se ne stanno li in un angolo nascosto del tuo cervello in attesa del richiamo, dell’ennesimo pianto e dello sperato ultimo gradino di dolore che ti sembra non finisca mai. Ti accendi la 19esima sigaretta della giornata e con la tosse secca ti sforzi di trovare ragioni che si sono perse nel cammino di una storia d’amore e di una vita vissuta troppo intensamente. Di notte ti volti verso il tuo letto vuoto ormai da mesi e guardi il tuo cagnolino che gioca con un orsacchiotto, di notte ti rendi conto che avere delle amiche fantastiche è il grande tesoro che ti ha regalato la tua esistenza.

Le amiche… quelle vere quelle che chiami anche di notte senza la paura di disturbare, quelle che ti costringono ad uscire anche quando vorresti sotterrarti in una cantina buia, quelle che ti amano e non ti lasceranno mai…ma proprio mai. Io sono una persona fortunata, ne ho per tutti i gusti e per tutti i consigli, ne ho per il giorno e per la notte, di bionde e more, ricce e dritte, scalate e sfilate, coi tacchi e da ballerina… ne ho di psicologhe e manager, galleriste e imbianchine, di responsabili in tailler e di commercialiste, di specializzande in letteratura italiana e di dentiste.
Io le ho e non mi lasceranno mai. Non esiste ordine o scala d’amore, le amo tutte con la stessa intensità anche se in modo diverso, con alcune mi confido di più e di alcune cose con altre parlo solo di uomini o vestiti ma se pur diverse nel loro essere uniche io sono convinta che a loro devo la mia uscita dal tunnel. Loro mi hanno salvato e mi hanno convinto a ritornare.

martedì 2 novembre 2010

Orange Moon

Io, io e sempre io…
Sono nata in un piccolo paese di provincia, allora c’era anche l’ospedale e mia madre mi ha dato alla luce a15anni, un medico di colore, raro per quell’epoca ha assistito la mia baby mamma, un parto cesareo difficilissimo e molto travagliato. Era una calda giornata di fine maggio, le rose erano già sbocciate e nell’aria si poteva sentire il profumo intenso che emanavano, nei fossi si scorgevano le viole che si mescolavano alla dolce e inebriante essenza dell’erba dei campi della bassa mantovana. La mia famiglia era talmente povera da non avere nemmeno il bagno in casa, di notte facevamo la pipi nel vasino e prima di andare a nanna in inverno dovevamo mettere il “prete” con le braci calde perché il riscaldamento non esisteva. Dormivamo tutti insieme nella stanza dei nonni, io Cry, Capre, mio cugino Gregory e a turno altri nipoti, poi ci è stata data una stanza supplementare perché eravamo diventati troppi e i letti erano sempre quelli. Alla mattina a scuola e poi tutto il giorno a giocare nella corte aspettando l’ora di cena, quando ci riunivamo tutti e io sedevo alla sinistra del nonno, ero l’unica a poter bere il brodo con il vino nella scodella, ero la più grande, la più ascoltata, la più brava a scuola, la più giudiziosa, ero quella che aveva il peso di ciò che combinavano gli altri, la responsabilità se creavano danni, se non facevano i compiti, e se sprecavano quel pochissimo cibo che avevamo a disposizione per fare merenda: mezza rosetta di pane con la mortadella, perché costava poco. Bimba prodigio, con un’occhialino rosso che contornava il mio faccino saccente, capelli rossi e tante lentiggini, non proprio un mostro di bellezza, ma sicuramente un caterpillar in tutto ciò che facevo. Ero la prima, sempre in tutto, qualsiasi materia a parte matematica che sinceramente l’ho sempre odiata (a che serve poi..) il mio primo computer l’ho preteso a 7 anni, il mitico commodor 64, ero troppo intelligente perché me lo negassero. Tutte le bambine della mia età giocavano con le Barbie, io andavo a vedere i dipinti nelle chiese della zona, leggevo in continuazione e sapevo già cosa avrei fatto da grande. In quel periodo soffrivo di crisi di nervi perché ero una bambina nei panni di una adulta, ora soffro di crisi di nervi perché sono un’adulta che vorrebbe tornare a vestirsi con le scarpe rotte e i codini in testa, vorrebbe ritornare a sognare e vorrebbe prendersi il tempo per vestire le bambole che non ha mai conosciuto. Solo libri, studio, appunti e scrittura…si perché io ho sempe scritto molto, di tutto di tutti e se anche mi mancava la carta perché non avevo i soldi per comprarla io scrivevo con i sassi sull’asfalto, con un legnetto sulla terra…scrivevo perché era l’unico modo per non impazzire era l’unico modo per diventare quella che sono.

Sono cresciuta, la mia vita è cambiata un po’, io in realtà sono solo diventata un po’ più grande, con un po’ più d’esperienza, un po’ più di diplomazia, ma in fondo sono sempre la stessa, sempre quella ragazzina alla quale tutti chiedevano i consigli per i compiti in classe, quella che dava mezza merenda alla sua compagna di banco, quella che di fronte a un bocciolo di rosa ne ha sempre respirato a larghi polmoni il profumo. Alle superiori ero Minerva, dea della caccia e della sapienza perché avevo la tenacia di un guerriero e l’avidità di sapere di un ricercatore. Mi rispecchiava molto questo ruolo, me lo avevano dipinto addosso e a volte venivo anche derisa per la mia troppa conoscenza e per il mio carattere estremamente determinato e duro. Ero già bellissima a 14 anni, una teenager con capelli ricci, occhi azzurri tutta tette e culetto in fuori, ma in realtà io non mai pensato troppo alla mia bellezza, il mio cervello era molto più importante, mi avrebbe portato lontano, forse anche troppo, a volte l’ignoranza è meglio per affrontare la vita, se non sai nulla non ti può toccare nulla, se ignori il mondo ti scivola addosso.

Oggi ho 33anni, una laurea in storia dell’arte, un master in arti visive fatto in due paesi diversi dal mio, tre lingue e la quarta in arrivo. Faccio il lavoro che ho sempre voluto fare e scrivo per hobby.
Sono carina, un corpo da 18enne vestito con l’eleganza della maturità, un viso magro e pulito non segnato dal tempo, merito anche di un buon chirurgo. Ho acquisito stile e sicurezza, portamento e classe. Sono diventata una donna, una donna Vera.
La mia vita è davvero perfetta non la cambierei con nessun altra, ciò che mi ha portato qui è stata la tenacia di uscire dalla fame e dalla mediocrità di un paesello di provincia, il voler dimostrare che anche una ragazzina povera può farcela . Vivo in una casa di 130 metri nella zona più fashion della città, una casa con il riscaldamento, il bagno e tante stanze dove poter danzare nei momenti di sconforto mentre ascolto Seu Jorge. Qui ho tante cose che non avevo prima, ho un letto imbottito rosso, delle magnifiche sedie Philippe Stark e un divano IKEA per gli ospiti. Ho un Mac tenuto come un trofeo sulla scrivania che mi permette di lavorare, e una bellissima collezione di opere d’arte comprate durante i miei innumerevoli viaggi in giro per gallerie. Mi manca solo una cosa che ora non ho più. Mi manco io.
TO BE CONTINUED…


sabato 30 ottobre 2010

FADO...

Mi sono sempre chiesta che cosa sia il destino e soprattutto se esista, se è davvero come credo che quando ci mette lo zampino lui tutto convoglia a far succedere ciò che sta scritto da qualche parte, ma dove poi…dov’è annotato il nostro destino…? Lo immagino in un grande libro all’estremità del mondo, consultabile solo dagli Dei o da entità a noi sconosciute… sulle pagine ogni giorno c’è riportata una storia con i suoi protagonisti e se ti capita che quel dì ci sia scritto il tuo nome sei fregato…nel bene e nel male…non sempre è sfiga a volte il destino gioca dalla tua parte…

Vi siete mai chieste perché accadono le cose…? perché incontrate una persona in un luogo dove non eravate mai state prima e poi casualmente la rivedete a distanza di tempo nello stesso posto, non vi capita mai di pensare ad un amico mentre passeggiate sotto ai portici e vederlo apparire come se fosse il fantasma dell’opera. O pensare ad una canzone nello stesso momento in cui su facebook ve la stanno postano… Il destino gioca le sue carte e quando vuole una cosa rema affinché tutto si esaudisca come sta scritto sul grande librone del FADO.

Allora adesso ci penso io a convincervi che il destino esiste o perlomeno lui da dei segni, a volte anche molto disarmanti, che spiazzano le nostre esistenze e che sono assolutamente al di fuori di un nostro possibile controllo. Ieri sera sono rientrata a casa verso le 3 perché la tosse mi massacrava e di andare a fare Barakka proprio non mi andava, in fin dei conti c’è gia la domenica di Halloween con mille feste in città, con tutte le amiche che arrivano armate di scopa e cappello a cambiarsi a casa tua, avevo già idea di andarmene a nanna con il piumone gigante quando mi sono messa a scrivere, come sempre ultimamente, mi aiuta a non pensare, o meglio mi fa pensare ad altro, a cose più piacevoli e divertenti che non siano legate all’amore. Quello stesso amore che ora non hai più, che hai chiuso a chiave in un cassetto che ti sforzi di buttare in cantina invano, ma che per ora, visto che stai meglio non vuoi più faccia parte di te. Mentre sei li che scrivi e rifletti su alcune cose che ti ha detto una tua amica, improvvisamente ti ricordi una scena che ti successe all’università mentre la prof ti interrogava, ritorni indietro nel tempo a quel giorno, con quel bel vestitino da ragazza per bene, marrone, tacco 8 e capelli ricci legati con una bacchetta cinese, ricordi la sua domanda: parlami dell’odio di kassovitz e dimmi quale sensazione ti ha dato quel film con quella frase cosi forte e incisiva, dimmi cosa ne pensi e se pensi che sia proprio la verità quella della caduta che è sempre e comunque la minor cosa che ti può succedere mentre fiondi già da un palazzo di 50piani. L’ATTERRAGGIO dissi è ciò che mi preoccupa, non sono mica un gatto con i gommini sotto ai piedi, ciò che mi spaventa di questa vita è come riuscire ad affrontare una caduta senza farmi troppo male, come rimanere indenne e rimanere salda nella mia convinzione che se metto le mani in avanti il mio viso non si sfracellerà sul marciapiede. Ecco cosa mi è successo ieri…proprio mentre io ricordavo e riflettevo su questo, dall’altra parte della città a poche ore di distanza la persona alla quale non volevo pensare lo stava postando sul suo facebook… e quindi che dire…telepatia..? mah non so…destino…? Chissà… forse solo coincidenza…ma che cavolo sta coincidenza che ci fa sempre incontrare e reincontrare…

Champagne…per brindare a un incontro…


A 30anni si tirano le somme.
Anche se sei sempre stata una persona realista e poco fatalista, poco sognatrice e molto concreta ti rendi conto che la vita succede adesso e subito e sconvolgerti è proprio ciò di cui hai bisogno giornalmente per sentirti viva. Vuoi "toccare il cielo con un dito" e arrivare velocemente sulla più alta vetta di una montagna o nuotare a braccia piene per raggiungere la tua meta… anche se in realtà nessuna di noi ha ben chiaro quale sia…perché siamo in balia degli eventi, aspettando un uragano che ti travolga improvvisamente. A quest’età credi davvero di essere immune al pericolo, ti piace la Mini ai 240 sull’autostrada per Riccione, credi che l’alcool faccia male solo alle ragazzine e ti piace follemente pensare che se ti schiacci un brufolo non ti rimarrà il segno. Credi davvero che fare ginnastica per tre ore al giorno ti faccia ritornare il corpo che avevi a 18anni e sei convinta che metterti una minigonna con stivale possa ancora fare effetto per tornare a casa con un nuovo numero di telefono in rubrica…? Pura utopia mia dolce Cricchy…!!! Nemmeno tu, cosi calcolatrice, manager nel tuo taillerino blu, con la tua aria da femminuccia saccente, con una vita programmata al minuto, un lavoro perfetto, una casa in ordine all’occorrenza e una famiglia che ti ama, puoi pensare di non cadere. Tutte noi siamo inciampate facendoci male la caviglia o sbucciandoci un ginocchio, cercando di salvarci il viso mettendo davanti le mani, a volte ci è andata bene altre volte meno…

Quando cadi sfracellandonti al suolo scopri che anche tu sei fatta di carne e sentimenti, di materia e sogni, di sangue e lacrime. E qui naturalmente la mia mente ritorna ad un’esame all’università sul film L'odio (La Haine), 1995 scritto e diretto da Mathieu Kassovitz, tuonano nella mia testa mentre la prof. mi massacrava venti giorni prima della tesi rompendomi le scatole con un esame che odiavo ma che in realtà mi avrebbe seguito tutta la vita…
« Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: «Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene». Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. » (Hubert)

Sei seduta sul divano a sgranocchiare patatine felice con la tua coperta sulle ginocchia, il pigiamone riporta due bellissimi orsetti blu che si abbracciano con una scritta Happy a caratteri cubitali, nella tua vita tutto funziona fin quando non arriva lo scossone, quello che non aspettavi, quello che stavi bene anche senza, quello che ti scombussola i programmi. Lui, bello ricco gentile e che all’accorrenza resta pure a colazione facendoti mangiare cose che non ti saresti mai sognata prima. Ti trasformi nella sua principessa e magicamente ad attenderti fuori dalla porta trovi un calesse con damigelle e cavalli bianchi che nitriscono educatamente, poesie d’amore, coccole e scarpette di cristallo indossate in castelli incantati. Una fiaba che finisce quando il principe azzurro si stanca del giochino e ti butta via come un elettrodomestico vecchio...l'amore che arriva se ne va via e lascia sempre quell’amarezza che ti porti nel cuore ormai raffreddato dal dolore, diventi distaccata e calcolatrice o meglio ci ritorni, rincorri una felicità e una serenità che non riesci a trovare, che ti pare ti sia stata rubata quel giorno quando al lavoro hai ricevuto una telefonata gelida e inaspettata, quando il tuo sterno ha cominciato a farti male quando seduta sul divano a casa tua hai riempito secchi di lacrime che sembrava non smettessero mai. VUOTA…ecco cosa sei ora mia dolce amica, ciò che hai passato è stato come un incendio doloso che ha fatto tabula rasa dentro alle tue emozioni, ha lasciato solo un deserto di cenere e tanto nero intorno a te. Cosi tanto è stato il fumo che hai respirato per cercare di salvarti da questo evento che ormai sei arsa di vita e sei diventata severa e rigida con te stessa e con le persone che cercano invano di farti capire che il mondo non è li per farti del male, ma per essere vissuto. La paura, sempre presente e la fragilità che ti sei portata dietro ha alzato un muro indistruttibile, una fortezza inespugnabile, un castello inconquistabile.

Arriverà qualcuno che butterà giù il muro…e sai perché succederà…? Perché hai saputo aspettare.
Io quel giorno brinderò con te a Champagne…


venerdì 29 ottobre 2010

Il mio ieri, il mio oggi, il mio sempre…


Mia nonna mi ha sempre detto: “ se ami lascialo andare…se torna è tuo…se non torna non lo è mai stato…”
Sante parole mia piccola dolce e scaltra nonnina, quelle che risuonavano in cucina quando scopriva mio nonno che si faceva qualche mora donzella che puntualmente veniva a reclamare a casa nostra. Mio nonno è sempre tornato da lei.
Era un uomo bellissimo alto magro, occhi verdi, limpidi e furbi, un savoir-faire da incantatore, direi il tipico gemellino, una vera forza della natura capace di far strisciare anche la più bella tra le donne presenti in tutta la provincia mantovana.
Amava le donne, tutte, senza distinzione, le adorava e avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro, ma non era solo per averle nel letto, le amava a prescindere da qualsiasi cosa. Corteggiarle, rincorrerle, baciarle spingerle su un prato e stringerle a se…lui viveva per questo… era un uomo che si alimentava di emozioni e di novità, un uomo che rincorreva il piacere di un attimo, assaporava il sapore di saliva e sudore aspettava il gemito incontrollato di femmine piene di desiderio. Nonostante fosse un donGiovanni instancabile, sempre alla ricerca di battiti rapidi e sospiri rubati aveva ben chiaro quale fosse il suo destino e soprattutto che nome portava, quale sarebbe stata per sempre la donna, unica e rara che avrebbe amato. Non c’era nulla che distoglieva la sua attenzione da quel grande amore, quello che aveva incontrato da ragazzino, un giorno giocando nella corte nel piccolo paesino di campagna, non c’era altra donna sulla terra che lui poteva pensare di sposare. Non c’era nessun nome che potesse pronunciare con occhi lucidi e voce tremante diverso da ANITA.
Lei lo ha amato fino alla fine del giorno, fin quando non le è rimasto l’ultimo respiro in corpo, fin quando l’ultima volta è fuoriuscita ancora la parola “Ti amo” dopo una vita passata insieme.
Anita lo ama ancora, da lontano, anche se non lo può più toccare, anche se l’unica cosa che le è rimasta è il ricordo. Anita mi ha insegnato che il grande amore lo capisci subito e rimane dentro di te fino all’ultima alba.
Io ho sempre pensato che la loro fosse la storia perfetta, il vero amore, quello che avrei voluto io e quello che stavo cercando da molto. Ho sempre avuto la certezza che ciò che impari da bambina rimarrà con te per sempre, e gli occhi verdi di mio nonno me lo hanno confermato

mercoledì 27 ottobre 2010

Curame este amor…

Ci sono cose nella vita che succedono fuori dal nostro controllo e aimè nessuno può darci una spiegazione, cerchiamo continuamente di analizzare e analizzare senza arrivare a trovare il verso giusto, la strada dritta, sempre storta e piena di curve, sempre in salita, sempre tortuosa. Forse è proprio quella che ci piace di più, forse ci dà adrenalina giocare con il fuoco e andare incontro al nostro destino incuranti delle conseguenze, siamo delle vere karakiri alla ricerca di emozioni lancinanti, battiti fuori dalla maglietta e cuori che saltano all’impazzata. Siamo come bambine mai cresciute che aspettano il grande amore, adolescenti alla prima esperienza sessuale che ancora credono al principe azzurro, siamo donne speranzose che il giorno dopo ti arrivi un messaggio con scritto, “Sei stata fantastica, spero ci possa essere una seconda occasione per assaporare il tuo dolce nettare divino”. Ma dove vivete mie piccole amiche…!!! Non devo certo aprirvi io gli occhi per farvi vedere che la fuori c’è un branco di gentili maiali, sofisticati porci incravattati pronti a dirvi qualsiasi cosa pur che finiate nel loro letto per una misera oretta. Animali con la A maiuscola che studiano stratagemmi di ogni genere per riuscire a togliervi quelle piccole mutandine che raramente portate e mettervi a pecorella per pochi minuti facendo finta di sculacciarvi…

Dio mio … !!!!

Ma la verità è che io amo gli uomini, mi piacciono, mi divertono, li trovo indifesi anche quando cercano di fare i grandi, mi sembrano tutti dei cucciolotti appresso alle madri in cerca di un buco dove poter dar sfogo ai loro istinti. Io non saprei vivere senza di loro, mi fanno troppo ridere quando cercano di farsi notare, non perdono mai la speranza, quando ti mandano mail dicendoti che hai gli occhi più belli della città e puntualmente gli fai notare che questo complimento lo ricevi ogni giorno da 33anni e che non ne puoi più. Li amo quando non vedono l’ora di offrirti la cena o ti invitano per l’aperitivo, ma è mai possibile che a nessuno di loro sia mai venuto in mente che per sorprendermi sarebbe sufficiente un bel gelato al bacio dietetico o un pranzetto da Vito a San Luca. Sembra che la parola “sorprendere” non sia stata installata nel cip del corteggiamento vincente all’interno del loro cervello, sembra che amino prendersi un due di picche per mancanza di idee, sembra che non vogliano assolutamente sforzarsi per ricevere almeno un sorriso.

Quando accetti un invito ti aspetti che succeda qualcosa di speciale che in realtà non accade mai…a volte capita solo che torni a casa a farti un sacco di risate con le amiche ripensando a quanti cretini esistono. Ricordi di serate al sushi, mentre ordini un Uramaki philandelphia e il tuo corteggiatore ti chiama “Cucciolona” infilnadoti le dite tra le unghie dei piedi, in quel momento vorresti avere una sciabola affilata per tagliargli in quattro pezzi quel minuscolo cervello che non sa nemmeno di possedere, ti alzi inviperita e lo abbandoni sull’erba ad aspettare il pesce crudo che preghi sia avariato. Ti può capitare un tizio che parla velocemente per paura di perdere il filo mentre tu sei li che speri che la serata finisca in fretta, sogni di arrivare a casa, toglierti le scarpe, metterti il pigiama e farti una camomilla con i cereali. Serate tutte uguali, noiose, lente che servono solo a farti passare il tempo nella speranza che prima o poi il principe azzurro arrivi e ti sbalordisca, magari ti conquisti raccontandoti che cucina bene il piccione alla NON SO CHE, e che ti faccia ridere, ma tanto tanto…sogni di tornare a casa con il profumo del suo alito sulle orecchie e speri che alle tre di notte ti arrivi un suo messaggio dolce e gentile che suona nel vuoto della tua stanza: “ è stato bello parlare con te, spero ci possa essere un’altra occasione”. La vita ti riserva sempre un sacco di sorprese e succede mentre tu stai programmando un viaggio, o un lavoro all’estero, la vita ti butta giù la porta e ti fa capire che è arrivato il momento giusto per raccogliere i bagagli e partire.
Partire…che verbo incredibile… Se faccio un pò il resoconto della mia vita io l’ho fatto mille volte, sono partita per lavoro, vacanza, gioco, amore, ansia, dolore, sfida, ricerca, studio, università, sono partita per dimenticare, lasciare, sfogare, accantonare, respirare, scoprire, amare…ora parto e questa volta sarà per ritornare ad essere me stessa, si perché ho bisogno di ritrovarmi….

E TU SEI MAI PARTITA…?

domenica 24 ottobre 2010

Alta Velocità_

Un sabato come tanti, alla ricerca di una novità che non arriva mai, di un’emozione che sembra essersi rinchiusa dentro ad un baule, alla ricerca di un respiro che non ti appartiene più. Un sabato passato tra soliti aperitivi, solito Ca’ del Bosco, solite facce, e solite storie che si ripetono, di donne single, di amiche disilluse, solito sabato in una città piena di gente ma vuota di sorprese. Questa sera non siamo tutte all’appello perché finalmente una di noi ha ricevuto un invito galante da un uomo tutto Champagne e per fortuna ha accettato mettendo da parte le sue paure e le ansie di un trascorso pieno di sofferenza. Cricchy si è vestita da festa, ha sfoderato il suo babydoll più sexy e dopo cinque mesi si è lasciata andare all’amore, nessuna di noi sa ancora se sarà la sua notte fortunata ma ognuna ha la certezza che sarà una serata speciale qualunque cosa succeda.

Bacio il mio chihuahua sangue Blu, mi infilo un vestitino a fiorellini neri, stivale e calze 120denari, questa sera voglia di capelli liscissimi, viso duro e trucco scuro sotto agli occhi. Aspetto la Capre davanti all’ingresso di casa con la piccola Pucky, mi accendo una slim e attendo che spunti la Mini Cooper D e si fermi in impennata sopra il mio marciapiede. Prima un po’ di Calice per drinkettino sciogli serata e poi Tigre come ristorantino del momento. In realtà non è che la serata sia stata fantastica e non è che sia successo nulla di troppo eccitante da meritare che scrivessi, ma in realtà mi ha colpito molto ciò che ho sentito dire ad un ragazzo fuori dal ristorante, mentre fumavo una sigaretta, dopo un bel calice di Franciacorta, con la pancina piena, con la testa in folle. Una confidenza rubata ad un uomo mentre quattro amici gli chiedevano come stava in questo momento. Ero seduta a riflettere al bordo della strada, pensavo alla mia storia e a quanto sia vero che se hai amato e sei stata lasciata tutto ti sembra inutile e non hai piu voglia di rimetterti in gioco, pensavo a quanto tempo dovrà ancora passare perché i miei occhi possano brillare all’incrociare uno sguardo. E quando sono ritornata nei miei panni le mie orecchie hanno ascoltato ciò che nella mia testa ormai da mesi frulla a 1000giri al minuto…” Quando vai sotto un treno sembra che ti si stacchi la cellula dell’amore dal cervello….il tuo candido e bianco MacBook ha cancellato il file dell’amore che improvvisamente non c’è piu… “Cosa volete che vi dica, diventi abulico e immune a qualsiasi manifestazione d’affetto, quasi incapace di amare ancora…” C.C

Cosa volete che vi dica mia care amiche…? Io la penso come lui ma spero non sia per sempre…

venerdì 22 ottobre 2010

I Love John Deere

La cosa importante è farsi sempre scivolare tutto addosso, non far mai troppo caso a ciò che la gente borbotta e soprattutto fare sempre l’oca giuliva… Questo è il segreto del successo---null’altro care mie, non c’è università che tenga, preparazione, libro o vestito che possa superare il savoir faire dell’ochetta in tacco a spillo che gli uomini puntualmente credono di avere in pugno… se sei sulla cresta dell’onda e il tuo iphone ti implora di spegnerlo perchè ormai ha raggiunto i 10,000minuti consentiti per la pensione allora puoi andare tranquillamente avanti nella lettura, se invece sei una di quelle sfigate con pantaloni neri e lupetto bordeaux che riceve solo la chiamata di sua nonna durante il fine settimana e a volte neppure quella, allora vatti a rinchiudere in un centro di riequilibrio sociale dove tra le materie principali c’è l’educazione all’uso dei dispositivi elettronici e ai social network e materie pratiche di “giulività“. Tra gli insegnanti piu acclamati per stile e preparazione ai metodi facebookiani potrai scegliere tra la D.ssa Capreccion, esperta in materie comunicative o il Dr. Stranger, esperto postatore di link e inviti a feste fashionissime. Le lezioni si tengono tutti i martedì dell’anno nel palazzo più chic della città, all’ingresso buttafuori statuari e sorridenti fanno entrare solo con invito nominale e mentre sali la scalinata con tappeto rosso, i tuo ego è gia cresciuto un pò. Ti senti gia una super gnocca ancora prima di arrivare alla vetrata che ti separerà dalla sala degli specchi, sede di lezioni affascinanti che t’insegneranno come farti offrire il miglior champagne dell’anno, come ordinare uno splendido mojito lasciandolo da pagare al tuo vicino al quale hai ammiccato un sorriso, facendogli quasi credere che ti lancerai nel suo letto non appena scoccherà la mezzanotte, e come cinguettare scosciata e senza calze su un tacco12 accantonando la paura di spaccarti una caviglia.

Se ti divincoli disinvolta tra la gente senza far troppo capire che sei sola come un cane, le persone ti scruteranno con curiosità, si chiederanno chi sei, ti faranno sorrisi sottili e parleranno sottovoce cercando di capire da che città provieni e quale sia il tuo dialetto originale. Varcata la soglia della Stanza degli specchi ti trasformerai automaticamente in una principessa alla ricerca del famigerato pisello da apporre sotto al tuo materasso, ma prima di tutto questo dovrai assolutamente fare la caccia al tesoro e avvicinarti il più possibile alla regina e cercare di rubarle i suoi segreti, dovrai con la delicatezza di un felino conoscere e entrare nelle grazie della CaPRECCION e se vuoi proprio farla grossa anche del Professor Stranjer, … TO BE CONTINUED….

                                                                                                    Gianmarco Lorenzi Shoes

martedì 19 ottobre 2010

Pra que falar...


La mia canzone preferita inizia cosi : “Pra que falar, Se você não quer me ouvir?
 Fugir agora não resolve nada. Mas não vou chorar, Se você quiser partir.
Às vezes a distância ajuda
e essa tempestade
um dia vai acabar...”

La traduzione è “Perchè parlare?
se non vuoi sentirmi, fuggire adesso non risolve nulla.
Non voglio più piangere
se vuoi andare via.
A volte la distanza aiuta
e questa tempesta un giorno finirà…”


Ivete Sangalo ha conquistato il mio cuore il giorno in cui ho sentito la sua voce calda e potente cantare questa canzone piena d’amore e di tristezza ma anche di consapevolezza per una pioggia che non può durare per sempre, quella pioggia che scende ogni mattino, quando al tuo risveglio il suo pensiero ti entra in testa e non riesci a toglierlo, quando il freddo entra dentro di te e non riesci a scorgere uno spiraglio di luce, quando il ricordo di tutti i momenti passati insieme ti tormenta e di logora. Quando ti rendi conto che prima che si apra uno spiraglio e tu ti accorga che il tuo sole sta arrivando il tempo deve fare il suo corso. Vorresti solo ricordare al tuo amore di quando, insieme, guardavate la luna e le stelle, quando l’unica cosa possibile sembrava amare ed essere amati, quando vorresti essere certa che la vostra storia non sia finita cosi, perché prima o poi cessa anche la tempesta o almeno lo speri.

Sapete perchè siamo tutte Single…?
Perché amiamo troppo, incondizionatamente, senza ritegno, senza pudori, senza esclusione di colpi. Amiamo in un modo puro e sincero, estremo e pericoloso, perché essere single non significa essere sole, significa saper aspettare l’uomo giusto, significa vederlo tra mille, saperlo ascoltare quando nessuno lo sente, significa fare l’amore sempre senza mai scopare. Se sei single non è perché tu sei sbagliata ma solo perché l’uomo che amavi o forse ami ancora non ha saputo capire che tu eri la donna giusta che sapeva perdonargli tutto, sapeva coccolarlo al mattino e annusarlo dopo una giornata di lavoro.

Io sono single, qualche anno fa avrei detto per scelta perché era la verità dei miei 30anni, ora lo sono per obbligo perché chi amo non si è mai reso conto che il mio amore era ed è prepotentemente forte per essere sostenuto.

E tu…perché lo sei…?

lunedì 18 ottobre 2010

ROAD...

Passeggiando sotto la pioggia di una domenica uggiosa, mi accorgo che gli alberi hanno già perso le prime foglie, la temperatura si è gia abbassata a 10 gradi, e io ho gia tirato fuori il cappottino di mezza stagione e la sciarpa. Rifletto mentre mi dirigo in direzione Duca d’Amalfi per la solita colazione delle 14 con le amiche di sempre. Una giornata di relax come tante, di quelle che consacrano l’inizio di una nuova stagione, quella del freddo, dei ricordi e della fine degli amori. L’autunno ha sempre questo sapore di tristezza e di presa di coscienza di cose che finiscono, che si dimenticano, di sostituzione, proprio come si fa con l’armadio, un cambio vestiti per far posto a quelli nuovi. Mi chiedo sempre quanto tempo serva per sostituire un abito, ma in fondo la risposta è abbastanza scontata, pochi minuti. Nella società liquida di Bauman, come l’acqua che scorre siamo abituati a sostituire qualsiasi cosa con infinita leggerezza e a non preoccuparci di aver consumato fino in fondo il tessuto, ma lasciamo scorrere velocemente tutto ciò che ci succede senza dar mai troppo peso a nulla. Mi chiedo se sia veramente ciò che vogliamo, se alzarci al mattino aprire l’armadio, indossare un tubino nero per poi lanciarlo nel dimenticatoio il giorno dopo sia davvero sinonimo di progresso e non di regresso, se non sia una grande insicurezza pensare di poter stravolgere tutto per poi ritrovarsi sempre e comunque davanti a quel armadio che ci pare continuamente vuoto. L’abbiamo voluto noi care amiche tutto questo..? o qualcuno ce lo ha dato in regalo il giorno di natale di qualche stagione fa..?

Trentenni, belle, ricche, potenti, in carriera con mille hobby e nemmeno uno spazio libero in agenda. Donne con mille vestiti che aumentano giornalmente, all’attivo ognuna ha sicuramente almeno 200 paia di sandali e un centinaio di borse, una macchina sportiva e una Smart per la città, una bicicletta per tenersi in forma e un bel paio di Mizuno per andare a San Luca, non a chiedere la grazia ma a implorare a Dio un corpo perfetto. Nella Kelly sempre l’ultimo numero di FlashArt per dimostrare quanto amiamo la cultura, ma anche il tanto adorato Vanity Fair per essere sempre alla moda nella speranza che sfogliandolo ci si possa imbattere nell’ultimo accessorio che abbiamo comprato… -si perchè vedere una splendida Giselle con l’occhiale come il nostro aumenta il nostro Ego e ci fa sentire un pò più giuste-.
Sfrecciamo per la città stracciando semafori rossi e quando ci arrivano le multe andiamo a piangere dai nostri corteggiatori supplicando che ci regalino i loro Punti. Se prendiamo la bicicletta è sempre per andare contromano e sotto al portico rischiando di tirar sotto le anziane signore che tornano a casa con la spesa…ma la fretta è sempre troppa…e il tempo sempre poco per poter fare tutto in sole 24ore. Donne con un Chihuahua o un Buldog Francese, senza figli, senza legami, donne con case bellissime piene di oggetti, sculture sedie di design, donne che hanno una grande verità in comune ma che cercano di andarne fiera giustificando a loro stesse che il lavoro è la loro reale scelta…donne Single, sempre e solo Single.
Una città, tante città, un mondo pieno di femmine incredibili, alla moda, sfrenate, spregiudicate nel lavoro, esseri che sanno ciò che vogliono perché tutto ciò che hanno lo hanno ottenuto sudando e non regalando sesso ai porci per miseri favori, donne intelligenti, acculturate, piene di interessi, con un sacco di argomenti, che conoscono almeno tre lingue per non rischiare di trovarsi in un posto e rimanere zitte.
DONNE DONNE DONNE ma sull’orlo di una crisi perché la verità è che se anche amano la loro vita e non la cambierebbe con nessun’altra, vorrebbero qualcuno che le amasse davvero per ciò che sono e non per ciò che sembrano. Vorrebbero tornare a casa e raccontare della giornata terribile che hanno avuto, vorrebbero che un uomo fantastico gli preparasse un bel bagno caldo mentre sul fuoco c’è una padella con persico al sesamo e sul tavolo un calice di Champagne. Sono le ragazze per bene, quelle che leggete tra queste righe, quelle che lottano ogni giorno per la pagnotta a rimetterci sempre, a rimaner sole, sono quelle con i capelli naturali, senza trucco, quelle che non tradiscono, sono quelle della porta accanto che vi sembrano irraggiungibili, quelle che sorridono e hanno una parola buona per tutti, quelle che al primo appuntamento si preparano per tutto il giorno, sono quelle che lavorano per non pensare alla loro solitudine. A vincere in una società basata sull’apparenza e sul sesso, non saranno loro ma sempre “donne” leggere che scopano al primo appuntamento che sono facili da gestire e che non danno problemi.
Io so a che categoria appartengo e mai e poi mai passerei al nemico e voi…???’


venerdì 8 ottobre 2010

Piu di così non posso...

“Il cuore è il nostro gran consigliere, la nostra guida d’azioni e sentimenti, la voce nobile è l’essere che abbiamo dentro e che siamo noi stessi. Il cuore ci condurrà sempre attraverso il cammino dell’Amore e della Verità. E’ la nostra luce più brillante, la luce del vero cammino, la luce della più pura azione d’amore, la luce della nostra realtà".
Maestri di Saggezza


A volte vorrei scrivere ma la scrittura risulta difficile, inutile…cose mai scritte , cose mai dette, parole che rimangono sospese nell’aria, nella mente contorta delle persone. Parole non trasmesse, interrotte, bloccate, tappate, soffocate. Se dovessi spiegare questa storia in verità non saprei da dove cominciare perché mi ci sono trovata in mezzo senza nemmeno rendermene conto, perchè ci sono situazioni in cui ti trovi coinvolta senza la tua volontà, persone che entrano nella tua vita senza chiederti permesso, buttano giù la porta del tuo cuore e tu stai li, ferma, inerte senza poter reagire…e quando ti accorgi cos’è successo è gia troppo tardi per tornare indietro. (Ma la verità è che non vuoi tornare). Inizierò dalla fine (Forse) perché sarà più lieve il dolore, partirò dalla sofferenza, dal senso di vuoto, dall’abbandono, dalle notti insonni e dai pianti ricorrenti che per mesi hanno avvolto lo strato sottile di un cuore che non riesce più a battere, ha smesso di respirare, ha cessato di pensare. Il cuore, lo scrissi diverso tempo fa in occasione di una mostra “è la sede delle nostre emozioni, buone o cattive che siano, passano tutte attraverso il cuore o meglio partono dal cervello e poi vengono filtrate e inviate nella sua direzione. L’amore l’odio la solitudine e tutti quegli stadi prodotti dal cervello e trasferitisi in direzione del cuore sono causa del nostro umore, del nostro benessere o malessere e provocano uno stato d’animo che influenza, sia lo stato fisico che quello mentale. “
Non c’è vita se non c’è amore, non c’è esistenza se non hai mai rischiato di rimanere incastrata dalle pulsazioni e dai battiti veloci di un’emozione che sale. E anche se sai che un giorno potrebbe finire, vivi ciò che ti regala il momento, perchè se non hai mai amato non hai mai vissuto…e allora ti butti, scali le montagne, vai incontro ad una bufera, ti getti da un dirupo sapendo di poterti far molto male, ma chi se ne frega…DI PIU DI PIU…potresti distruggerti, ferirti lacerarti ma tutto quello a cui vai incontro vale anche per un solo giorno insieme a quella sensazione di calore diffuso, di fiato spezzato, di mani sudate che solo la presenza dell’uomo che ami ti può dare..
Volete sapere se mi sono mai innamorata..? La risposta è si.
Ho anche sofferto tanto, ho interrotto il mio sonno per mesi al solo pensiero che il suo respiro non potesse più essere vicino al mio, dalla paura che il suo profumo non rimanesse più sui miei vestiti, dall’angoscia che i suoi occhi verdi non potessero più incontrare i miei, e ancora piango, anche se è passato molto tempo quando penso a ciò che ho vissuto e ciò che per tre anni ho provato per lui e provo ancora, perché care le mie amiche, non si dimentica il grande amore, puoi vivere sopportando la sua assenza, puoi continuare a lavorare distraendoti, cercar di far finta di nulla , ma se lui è l’uomo della tua vita rimarrà indelebile nella tua memoria,. Avrai ogni mattina al tuo risveglio il suo viso stampato nei ricordi, ogni qualvolta andrai un negozio penserai che quella maglietta di Berska era perfetta sul suo corpo, ogni ristorante ti ricorderà di quella volta a Madrid quando gli hai regalato il menù dedicato dallo chef e quando guarderai il tuo cane ricorderai di quando lo baciava amandolo più di quanto lo amassi tu…Non si dimentica un uomo speciale, non si dimentica colui che la prima canzone che ti dedicò diceva “ Ma cos’hai messo nel caffé, che ho bevuto su da te…? C’è qualche cosa di diverso adesso in me; se c’è un veleno morirò ma sarà dolce accanto a te perchè l’amore che non c’era adesso c’è…” Non si dimentica e nemmeno PASSA, puoi solo vivere sperando che ci sia un’altra occasione che ti faccia provare almeno in parte ciò che lui è riuscito a darti.

I suoi occhi, li ricordo ancora, me ne sono innamorata il primo attimo in cui li ho incrociati, nel buio di una festa tra duemila persone, io ho visto solo lui, solo il suo sguardo, ho sentito uno schiaffo potente arrivarmi sul viso, ho saputo e sperato fin da subito che sarebbe stato mio, PER SEMPRE. In realtà nulla è per sempre o meglio a volte se pensi che lui sia l’uomo della tua vita non è detto che tu sia la donna della sua vita…e li è un casino.

Alla festa della Diesel ci sono arrivata per caso, reduce da una splendida cenetta di cruditée e Dom Perignon Rosée con un amico…ma si quelle sere dove stai bene, tutto perfetto, tutto fantastico ma ti accorgi che anche con questo non può funzionare…ormai single da più di tre anni, agenda piena di cenette e aperitivi con uomini più o meno simpatici, abulica a tutto IO…prendi le cose un pò cosi, stavo molto bene ma quella sera ho chiamato mia sorella perchè avevo questi due ingressi Exclusive per un party. Passo un semaforo rosso fuoco, smart in sesta marcia, passo da casa e mi vesto da battaglia. Il mio volo Jumbo Paris-New York è iniziato quella notte, 23 Novembre di un anno che non ha data, il mio orologio si è fermato li, Ho allacciato le cinture pronta per il decollo.

Giacchettina verde fluò, leggins rosa shocking… giusto per gradire. La festa è in un ex museo, salgo la scalinata bianca interminabile un po’ svogliatamente e gattono verso un FreeBar per un gelido “CokaeRum”…regina… con il culetto disegnato nei miei calzoni rosa mi sento una draga, la gente mi ferma, molti mi parlano e ci provano guardandomi compiaciuti ma io non sono mai stata una che nei locali scambia molte moine e fa molte conoscenze, un pò non mi interessa un po’ ho sempre voglia solo di divertirmi con mia sorella e le mie amiche. Serata freddina, Bologna in novembre ha gia abbassato la temperatura ma io non ci faccio troppo caso e a quanto pare nemmeno mia sorella che sfodera un corpetto nero risucchia anima e spara bombe di almeno 5 taglie in meno della sua…un jeans scolorito dipinto addosso e uno stivaletto di cavallino nero modello nitrisco ma non faccio danno. Alla consolle BoyJorge con il suo splendido cappellino Philippe Tracy, inconfondibile, sound da perdere la testa…serata fantastica da club newyorkese, gente giustissima e divertimento al top. Gironzolo danzando a ritmo del Boy, salto, mi dimeno, sfioro i corpi sudati di uomini che mi stanno intorno, la musica mi possiede e io mi faccio cullare, bevo un po’, il giusto per essere solo frizzante e poi mentre scuoto i capelli presa da uno strano calore, alzo il viso e il mio sguardo si blocca.
Tutto si ferma, la musica ha smesso di suonare, la gente è immobile, il tempo ha detto STOP non capisco cosa stia succedendo, ho la sensazione di essere la sola a riuscirmi a muovere. I miei occhi si posano su un Figo altissimo, capelli corti, occhi verdi, labbra carnose e naso importante… indossa una giacca da motociclista nera e sorregge con la mano destra un casco scuro. Dietro di lui c’è una bionda magrolina, capello riccio stretto, una tipetta senza sale che comunque sembra essere con lui. Il mondo intorno a me ricomincia a funzionare quando lui ammicca un sorriso nella mia direzione. Dio mio…ho completamente perso il senso dell’orientamento, mi gira la testa non ci posso credere, contraccambio incredula un sorriso tipo “Santa Madonna ti prego fai che abbia sorriso a me e non a quella di fianco”e con un fare da isterica impazzita prendo sotto braccio la mia amica Enry e mi dirigo sul terrazzo in zona fumatori. La brezzolina autunnale inturgidisce i capezzoli e rende le guance rosse, tiro fuori una Slim e l’accendo, il mio accendino con cuoricini non funziona e in quel momento esce lui “Mister X” si proprio li a tre metri da me, posso sentire il suo profumo, avverto le sue vibrazioni e il suo timbro di voce, tremo come una foglia, stranamente ho il cuore che mi pulsa cosi forte da non stare più dentro la cassa toracica, ho bisogno di accendere ma non ho il coraggio di chiedergli il fuoco, non ho saliva, ho le mani sudate. Enrica prende in mano la mia sigaretta e va da lui a farmela accendere.

Lui mi guarda. IO MUOIO… risuonano forti le parole di Enrica in quel momento : “Simo… ti ha guardato…!!! Tra una settimana sarà nel tuo letto”
Io annuisco e penso…”Macchè uno cosi…mica avrà guardato me…”

Finita la serata, sono ormai le tre e mezzo…scendo le scale, lo cerco, è sparito nel nulla, avrei voluto baciarlo, stringerlo, tenerlo vicino a me, avrei voluto dirgli che lui era diverso da tutti e avrei voluto spiegargli che la mia vita è iniziata da li. QUELLA SERA HO PENSATO CHE NON L’AVREI MAI PIU INCONTRATO…