martedì 27 marzo 2012

“Ovunque mi porti la cucina” di Daniele Bendanti


Finalmente ci sono riuscita, a forza di stressare qualcuno mi ha ascoltato. Ecco il risultato, la mia nuova rubrica Art&Chef su I.Quality. 


Daniele Bendanti classe 81’, bolognese di nascita ha frequentato ALMA, la Scuola Internazionale d’Alta Cucina Italiana di Gualtiero Marchesi. Nel suo percorso formativo passa dalle cucine di Renato Rizzardi, Marcello Leoni, Gaetano Trovato e Fernando P. Arellano dai quali apprende innovazione e tecnica, metodo e precisione, abilità e rinnovamento. Insegnamenti importanti che gli fanno intraprendere la strada della cucina scegliendo la tradizione come cavallo di battaglia, senza mai perdere di vista la ricerca. Proust affermava che “ la vera scoperta del viaggio non consiste nel trovare nuovi territori ma nel vedere con occhi nuovi ”. È proprio questa la filosofia di questo giovane chef che approdato, da poco più di un anno, all’Osteria Bottega (Bologna) ha deciso di rispettare l’identità gastronomica della città mantenendo un menu che rispecchi l’abbondanza e la ricchezza della cucina locale, ma inserendo piatti dal sapore italiano con quel tocco d’internazionalità che fanno emergere le sue irrequiete esperienze stellate.

lunedì 19 marzo 2012

Chiedilo alla Madonna di San Luca.


Cosa succede dentro di noi quando una storia finisce?

Cade il castello, nasce un misterioso cimitero al fianco dei tuoi organi, non senti più gli uccellini cantare, diventi cieco, sordo, muto, credi di abitare su un altro pianeta e Freddy Krueger   tutte le notti, apre una ferita in prossimità cuore che stenta a cicatrizzarsi. In quei pochi momenti in cui ti dondola Morfeo hai incubi strazianti, il testimone della sicurezza è stato passato al tuo vicino di casa e fai cosi tanta ginnastica per non pensare che il tuo corpo, ormai gracile e minuto, diventa un insieme di muscoletti tesi. Non c’è rifugio, non c’è pace, nemmeno l’arte ti sana più l’anima. Solo Thoth, Dio della scrittura per gli antichi Egizi, riesce a farti passare attraversare Kronos che pare interminabile se non addirittura fermo.

giovedì 15 marzo 2012

Che cos'è l'amor?


A trentacinque anni non si ha più voglia di mediare. Non si accettano compromessi, non che si ammettessero prima, ma ora più che mai si hanno le idee chiare su ciò che si vuole ma soprattutto su ciò che non si vuole. È inutile perdere tempo sperando che al secondo appuntamento le cose migliorino, tendenzialmente peggiorano. Ma se proprio vogliamo dare una seconda possibilità allora è il caso di pensarci bene perché, alcune volte, potremmo rimanerci molto male.

domenica 4 marzo 2012

Amici mai.




“Tu per me sei sempre l’unica, straordinaria lontanissima,
vicina e irraggiungibile,
inafferrabile, incomprensibile
ma amici mai
per chi si cerca come noi
non è possibile
odiarsi mai
per chi si ama come noi
sarebbe inutile…”.                                     A.Venditti

Quando a 18 anni lasciai il mio primo fidanzatino Fabrizio, lui mi dedicò questa canzone dicendomi che non avremmo mai potuto essere amici. Non capivo questa scelta drastica e crudele di separarci del tutto. Volevo che rimanesse nella mia vita perché tra di noi c’erano state tante cose belle: il primo bacio, la prima carezza, la vacanza all’estero insieme, il mio “diventare donna” e tante altre realtà che mi avevano fatto passare da adolescente a “donnina”. A quell’età non comprendevo perché se la prendesse tanto se lo lasciavo, in fondo stavamo crescendo e dovevamo maturare e vedere il mondo attraverso esperienze che implicavano la separazione. Di lì a un anno mi sarei trasferita a Bologna e quindi era impensabile avere un rapporto a distanza. Eravamo amici più che “morosini”, condividevamo curiosità più che esperienze, eravamo spensierati e non avevamo il pensiero di cosa significasse pensare al futuro. A quei tempi mi sembrava lontana l’idea di diventare grande, ero troppo impegnata a ridere, scherzare, giocare e farfugliare cavolate con le amiche, il fidanzato fisso era una cosa obsoleta e inutile.