mercoledì 10 novembre 2010

FabulART, il sentiero delle Fiabe

Benvenuti nel XXI secolo, patria della tecnologia e tempio dei Social Network.
Il nuovo secolo si è aperto ormai da un po’ e in soli dieci anni le diversità generazionali sembrano lontane anni luce dalle nostre. La nuova comunicazione è tutto: sms, mms, tag su fb, post, linkaggi e altri termini incomprensibili che faranno presto parte del nostro nuovo dizionario.
L’uomo, macchina perfetta in continua evoluzione, essere desideroso in rapida evoluzione prepara un’eredità vuota di rapporti, uno spazio dell’esistenza sempre più digiuno che avanza veloce alla ricerca del niente. Internet e il digitale si impossessano della nostra vita e ci inglobano in un sistema virtuale ricco di isolamento e abiezione. Questa folle dipendenza ci rende malati, portatori di un’infermità che ci fa essere increduli nei confronti di un’esistenza meno tecnologica e più naturalistica. Cosi i nuovi mali si stanno ormai diffondendo ed impossessando delle menti dei popoli delle civiltà industrializzate. Adulti e bambini sono spesso vittime di stress e depressione, si sentono demotivati ed hanno perso il vero significato della vita. Mali sottili, spesso trascurati che, inevitabilmente, portano a vivere grosse crisi esistenziali. A questo punto una domanda sorge spontanea, un dubbio lecito e pensieroso per un futuro sempre più vicino e per una società sempre meno palpabile. Quale futuro per i nostri bambini e per noi femmine single…!!? Che tipo di messaggio nell’era dei computer dove mamme e casalinghe disperate messe sotto pressione dai media comprano compulsivamente giocattoli malefici e macchine bestiali come Playstation3, Wii, Xbox, NintendoDs…? Quale rimedio per cervelli indeboliti, genitori asciutti e bambini robotizzati…?


Cosi, ben consapevoli che alla tecnologia non ci si può sottrarre e che le nuove tecnologie sono pur sempre linguaggio e finzione. cambieranno i metodi di lettura e di racconto, cambierà l’enfasi e il timbro di voce, cambieranno gli scenari e i protagonisti ma prima come ora ciò che abbiamo il dovere di tramandare è il sogno, l’abbaglio immaginario e l’illusione di far incontrare ai più piccoli, Sirene, Fate e folletti alati, Streghe Malvagie, Draghi, Mostri e Matrigne.

La terapia naturale per queste menti stanche è quello di riprendere contatto con la fiaba, al fine di riappropriarsi di nozioni in cui sono racchiuse le nostre esperienze di crescita.
Si perchè esiste un mondo in cui i bambini si rifugiano per sopravvivere alle immoralità della vita, un mondo incantato dove tacersi, sprigionare fantasia e vivacità e costruirsi una fortezza. Le fiabe.
In questo contesto la fiaba si colloca come uno strumento universale che, rispecchiando la cultura, organizza l’esperienza attraverso il linguaggio. Qualunque essa sia, la fiaba trasmette messaggi attuali e reali e conserva un significato profondo che passa attraverso il cuore e la mente dei bambini. Ogni storia, irreale e paradossale che sia, rivela incognite umane, offrendo possibilità risolutive alle difficoltà. Le fiabe e la loro visione magica delle cose, allontanano gli incubi, pacificano le inquietudini, aiutano a superare insicurezze e crisi esistenziali, insegnano ad accettare le responsabilità e ad affrontare la vita. La fiaba c'è sempre, perchè ogni racconto si struttura come una fiaba, o meglio la fiaba è costitutiva del racconto primario. La fiaba annega nell'inconscio collettivo e individuale da sempre e lo sarà per sempre... Cosi la maggior parte di noi cela, tra i suoi segreti, la propria fiaba preferita e la porta con se tutta la vita nella speranza che un giorno “la scopa possa ancora volare!!!! “

Se è davvero così, e per me lo è….qual’è la mia Fiaba…e la vostra amiche mie…?

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