Ho sempre odiato le persone con
deliri di onnipotenza. Sono persone fondamentalmente sole, staccate dalla
realtà che inseguono un orizzonte che ormai si è verticalizzato e quindi
irraggiungibile, anche al solo sguardo. Ho sempre odiato chi non ha rispetto
degli altri, chi parla a sproposito senza mettersi nei panni di chi hanno di
fronte. Ho sempre odiato le persone che fanno la voce grossa incuranti che un
soffio di vento sussurrato al momento giusto le possa abbattere in un secondo.
Odio chi crede di essere Dio, chi prende in giro l’amore, chi si fa beffa del
cuore altrui, chi non porta rispetto e chi crede che il suo cadavere non
passerà mai sulla riva del fiume, mentre un esercito sta lì ad aspettare. Odio
chi crede di non sbagliare mai, chi salta di fiore in fiore e chi crede di
prendere in giro l’umanità pensando di farla franca.
Odio chi dice bugie senza
senso, chi gioca con il tempo, chi sbatte all’aria i valori pensando di crearne
di propri. Odio chi pensa che possa capitare sempre agli altri, il giudizio
universale arriva per tutti, ma proprio per tutti. Al contrario amo chi fa
marachelle a fin di bene, chi ragiona con il cuore anche se sa che verrà
fregato, chi lavora per un sano obiettivo, chi osserva l’andamento della vita,
ne apprezza i pregi e ne sa riconoscere i difetti. Amo chi sa perdere, chi si
mette in ginocchio di fronte a un amore, chi piange perché una foglia è caduta
prematuramente, chi ragiona con la pancia. Amo i sensibili, i controcorrente, i
sognatori, i veri perché in loro sta il futuro. Amo chi cambia con
intelligenza, chi va avanti senza terrorizzare il prossimo, chi ha il coraggio
delle proprie azioni. Amo chi sa usare la parola in modo tagliente, purché la
utilizzi con coraggio e decisione, non mi piacciono i vili, li ho sempre
detestati. Amo le cose semplici ma anche quelle complicate perché esiste sempre
una soluzione. Nel mio amare troppo e odiare allo stesso modo, comunque sono
sempre stata sincera e forse è per questo che le bugie mi fanno un profondo
prurito, mi danno la nausea, mi fanno sentire la schifezza assoluta delle
persone dalle quali provengono. Le bugie sono cancri interiori, che prima o poi,
esplodono. Le bugie sono per le persone paurose, quelle che hanno bisogno di
crearsi una seconda vita perché la prima è talmente ridicola e insipida da
renderli vuoti. Le bugie le accetto solo se a dirmele è mio fratello, il
piccolo della famiglia, che a un certo punto della sua giovane vita, per farsi
uno spinello cerca di prendermi in giro dicendo che sta arrotolando una
sigaretta aromatizzata. Accetto le bugie se servono per non fare del male, se
nascondono sorprese sorprendenti, se dette, in un momento di debolezza celano
una sorpresa che ti fa esplodere il cuore di gioia, non di dolore. Accetto le
bugie, ma le accetto solo se dette a fin di sincerità.
Nella vita bisognerebbe avere un
patentino per dirle, si dovrebbe dare una licenza per sapere le regole o le
conseguenze che le bugie hanno sulla vita delle persone. Le bugie creano
dipendenza e staccano dalla realtà formando un circolo vizioso in cui non sai
più dove sta il confine tra il vero e il falso, l’oggi e il ieri, il sono o appaio,
il tu e l’altro. Allora a cosa serve dirle? Uno strano meccanismo, contorto e
intrecciato, ruota intorno a parole mal dette, alle situazioni poco chiare e alle
abitudini insane.
Le bugie sono come i tacchi a spillo: sono per molti, ma non per
tutti.
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