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martedì 18 ottobre 2016

Ma dove vanno gli uomini che spariscono?

Ma dove vanno gli uomini che spariscono?
Quelli che a un certo punto di una relazione si alzano una mattina e, probabilmente presi da uno slancio di coraggio o di codardia dipende dai punti di vista, pensano di cambiare la loro vita, cambiando sicuramente la vita di qualcun altro ignaro totalmente di tutto, e scappano. Da cosa scappino poi questo lo sanno solo loro perché a te (che sei la diretta interessata) non è dato saperlo.
Dove vanno gli uomini che hanno condiviso con te un pezzo di vita, spesso anche molto lunga, a volte un quinto di secolo (ma non fa differenza il tempo)? Dove vanno questi uomini che sono stati nella tua casa, tra le tue coperte, stretti tra tue braccia. Uomini che sono stati un pezzo di colonna e tu lo sei stato per loro. Sono stati il sangue, la carne, la passione, le gioia e insieme l’amicizia, il rispetto, il litigio furioso e la rabbia più irritante. Sono stati stagione di rose e di foglie cadute, di doposci ai piedi e prendisoli colorati. Dove vanno questi uomini che hanno posseduto tutto di te, dalla poltrona preferita alle lenzuola di lino, dalla molletta per capelli allo spazzolino da denti, dal maglione del pigiama al cappellino sotto la pioggia. Uomini che hanno avvolto di felicità le tue giornate, sono stati capaci di strapparti il sorriso, prima che le mutande, che hanno allacciato un rapporto stretto con la tua bava sul cuscino, che hanno respirato l’alito più intimo del tuo mattino. Dove vanno questi uomini quando, hanno deciso che, una storia finisce con la velocità di un foglio di carta che taglia la carne di un dito Indice e tu sei diventata più fastidiosa di un mignolo che sbatte contro l’angolo del comodino?

lunedì 5 settembre 2016

Camera con vista sulla felicità


Ogni volta che lascio il mio blog orfano per tanto tempo ho bisogno di ricominciare a prendere dimestichezza con lui scrivendo ciò che mi rende felice.
La felicità è qualcosa della quale mi piace scrivere, amo battere sui tasti a ruota libera mettendo in fila ciò che mi strappa un sorriso.
È passato molto tempo dall’ultima volta che mi sono fermata qui.

giovedì 31 dicembre 2015

Re e Regine oltre il 2015

Un altro anno è passato.
365 giorni di passioni, tormenti, esperienze, emozioni, sorrisi strappati, amori inesistenti, amicizie consolidate e altre perdute. Dodici mesi in cui NON mi sono seduta a guardare la vita che scorreva ma l'ho presa di petto, ho afferrato il tempo tra le mani e ho gareggiato con lui. Un anno in cui non è successo nulla di eclatante - per fortuna - gli ultimi tre erano stati pazzescamente folli e intensi e credo che non avrei sopportato così tante emozioni anche per il 2015. Un anno in cui ho finalmente ritrovato il tempo di leggere, di pensare, di ascoltare, di osservare. Un anno di lenti cambiamenti, ma in fondo chi l’ha detto che devo andare sempre veloce.

E così mi guardo indietro. 

Sto cercando nella memoria, un po’ perduta, eventi che possano classificare il 2015 come un anno da ricordare. Ma non ne ho, e non lo dico per essere negativa, ma lo dico con la consapevolezza che la vita deve saperti regalare anche emozioni miti e non solo picconate violente. I giorni possono susseguirsi anche senza fiato corto e di questo, ora, ne sono convinta.

mercoledì 15 luglio 2015

La donna è nata dalla costola dell'uomo o sotto al suo piede? Tutta questione di PUNTI di vista

Si può dire ancora che vi siano delle 'donne'? Certo la teoria dell'eterno femminino conta numerosi adepti [...]; altri sospirano: 'La donna si perde, la donna è perduta.'. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi. 'Dove sono le donne?'[...]. Ma innanzi tutto: cos'è una donna? ‘Tota Mulier in utero: è una matrice', dice qualcuno. Tuttavia parlando di certe donne, gli esperti decretano 'non sono donne', benché abbiano un utero come le altre.
Simone de Beauvoir


L’amore è come una ciambella calda appena uscita dal forno. È come il profumo del caffè che straborda dalla moka. È come una fetta di salame all’aglio affettato largo. È come il pane che lievita lentamente. L’amore è un bicchiere di Lambrusco in pieno Agosto, un calice di Franciacorta in Autunno e un tulipano di Chianti Classico durante i giorni della merla. Ma soprattutto l’amore è quel momento della vita in cui non hai passato perché dimentichi ogni cosa, non sai se avrai futuro perché ti sembra troppo lontano, ma hai solo un presente che ti divora. L’amore è quel momento in cui ti senti leggera, così tanto leggera da saltellare per strada, in cui ti senti bellissima perché sai che sei l’oggetto del desiderio del tuo amato, in cui ti senti completa perché pensi di aver trovato quella parte di te che prima avevi smarrito. L’amore ti veste di felicità che, come dice una mia amica: è l’unico gioiello di cui ha bisogno una donna. L’amore dovrebbe essere così, cuore leggero, ali alle caviglie e sorriso incollato al viso. Dovrebbe essere come una giornata passata in cucina senza saper cucinare, una maratona di 24 ore alla scoperta degli alimenti, dei sapori e delle sensazioni che il cibo da alle nostre emozioni. L’amore dovrebbe farti cantare sulla bicicletta, o sotto la doccia, o nel letto. L’amore dovrebbe essere quella parentesi che ti gonfia il petto, ti inarca la schiena e ti fa salire di dieci centimetri senza tacchi a spillo e naturalmente dovrebbe farti venire l’acquolina in bocca a ogni pensiero.

venerdì 19 giugno 2015

Dio benedica la Sicilia e il suo orgasmo Barocco

Alla fine di una cena erotica che, boccone dopo boccone, ha condotto gli amanti tra preliminari e giochi amorosi fino alla camera da letto, non può certo mancare un lieto fine: il dolce. Il dolce ha il compito di coronare l’orgia intima…
Isabel Allende


Dio benedica la Sicilia. Benedica le coste spigolose e decise del Nord-Ovest così come quelle sinuose e ingenue del Sud-Est. Benedica L’Etna e la bellissima Catania, città nera vulcanica, città che vive ogni mattina giubilando il suo sguardo sul vulcano più grande d’Europa. Benedica Agrigento con la valle dei Templi e i suoi templi dorici, Eraclea Minoa e il suo teatro. 
La valle dei Templi, Agrigento
Benedica Messina con i Giardini di Naxos e l’antica città greca e romana di Tindari. Benedica Palermo con le grotte dell’Addaura e della Gurfa, poche cose emozionano così tanto come le incisioni rupestri all’interno della prima (anche se dal 1997 non possono essere più visitabili a causa del pericolo di caduta massi, ma è importante sapere che ci sono e sono li e un giorno si potranno rivedere). Dio benedica Trapani e l’antica città di Selinunte (nome che deriva dalla parola sedano che vi cresce selvatico e nome che mi ricorda un’opera straordinaria di Hidetoshi Nagasawa) e il tempio di Hera che lascia senza parole. Dio benedica Siracusa con la sua isola Ortigia, culla dell’antico amore, vecchia lingua di terra che ospitò i coloni corinzi, zolla magica, donna dall’eterna giovinezza, culla di Artemide, dolce sorella di Delos.

domenica 10 maggio 2015

Gattamortismo. Hai visto mai una gatta morta con i tacchi a spillo?

Mettiamo un attimo nero su bianco, perché qui di cazzate ne abbiamo sentite tante, anzi troppe. Stronzate che vengono sputate dalla bocca di uomini che di volersi un attimo, e dico: “un solo un attimo, slacciare il nodo che hanno stretto al cuore, non ne vogliono sapere. La faccio più semplice, perché la chiarezza è una qualità che mi contraddistingue, in fondo, e dico: “solo in fondo”, sono una donna e di peli sulla lingua, non ne ho. Ma dico: “sono una donna”, ma non di quelle che piacciono alla stragrande maggioranza degli uomini. Sono una di quelle che si sveglia alla mattina con il sorriso, - anche se il mattino per me inizia alle 11-  e sono estremamente contenta di essere così maledettamente stronza e maledettamente esigente e maledettamente indipendente e così maledettamente innamorata della mia “capriccitudine” che non me ne frega proprio nulla se risulto spocchiosa, irriverente, algida o complicata. Provateci voi a mantenere una posizione così difficile, a combattere contro un esercito di uomini che desidera il monte di Venere senza raggiungere nemmeno il primo gradino della scala del vostro condominio. Provateci voi ad andare a letto con uno che pensa di essere un grande amatore e invece è Geppetto con un bastone che a malapena  gli regge le mutande. Provateci voi a sostenere un discorso con un ebete che pensa di avere una Laurea in tuttologia mentre a me sembra sia andato a scuola dal bidello. (cit. mamma di Blue G.)  

sabato 2 maggio 2015

Ma alla gente il verbo "restare" fa schifo?

È ufficiale. Il verbo restare è stato sostituito dal verbo scappare. Resto per far due chiacchere, per ascoltarti parlare, per starmene tranquillo. Resto per guardarti, per ammirarti, per capire cosa mi attrae di te. Resto un attimo, due o forse tutta la vita. Resto a pranzo, a prendere un caffè, a cena e perché no, resto a colazione che significa ho dormito con te e sono inguaiato dalla testa ai piedi e non posso più fare a meno di vederti in qualsiasi modo, anche con la bavetta che ti scende sul cuscino. Resto perché in un mondo in corsa verso qualcosa che mi è ignoto, ho capito che l’unico motivo valido per smettere di correre è il tuo viso e la gioia che mi trasmette quando mi sei vicina. Resto perché non mi è mai capitato di starmene a guardare una donna come guardo te, senza volerla cacciare a calci da casa.

mercoledì 24 dicembre 2014

Re e Regine oltre il 2014

Un altro anno è passato.
365 giorni di passioni, tormenti, esperienze, emozioni, sorrisi strappati, amore con la A maiuscola, amicizie consolidate e altre perdute. Dodici mesi in cui NON mi sono seduta a guardare la vita che scorreva, l'ho presa di petto, ho afferrato il tempo tra le mani e ho gareggiato con lui. Se mi guardo indietro penso a quante cose ho fatto, a quanto sono cresciuta e a quante persone ho incontrato che mi hanno insegnato, nel bene o nel male, che il mondo è un contenitore meraviglioso e che siamo fortunati a camminare su una terra cos ì piena di tutto.

Il primo Gennaio 2014 è iniziato all’insegna di una litigata furibonda. Un inizio con il botto, avrei dovuto saperlo che chi inizia litigando, litiga tutto l’anno, ma io sono sempre stata una testarda. Un primo a dir poco tormentato che si è consumato con un pianto lunghissimo e una notte che non finiva mai lontana dall’uomo che credevo di amare ma che in realt à era diventato solo un’ossessione malata. Una notte passata tra un drink e una sigaretta dietro l’altra ad aspettare un messaggio d’auguri che arriv ò il 6 gennaio.

lunedì 22 dicembre 2014

Bugie dei miei tacchi a spillo

Ho sempre odiato le persone con deliri di onnipotenza. Sono persone fondamentalmente sole, staccate dalla realtà che inseguono un orizzonte che ormai si è verticalizzato e quindi irraggiungibile, anche al solo sguardo. Ho sempre odiato chi non ha rispetto degli altri, chi parla a sproposito senza mettersi nei panni di chi hanno di fronte. Ho sempre odiato le persone che fanno la voce grossa incuranti che un soffio di vento sussurrato al momento giusto le possa abbattere in un secondo. Odio chi crede di essere Dio, chi prende in giro l’amore, chi si fa beffa del cuore altrui, chi non porta rispetto e chi crede che il suo cadavere non passerà mai sulla riva del fiume, mentre un esercito sta lì ad aspettare. Odio chi crede di non sbagliare mai, chi salta di fiore in fiore e chi crede di prendere in giro l’umanità pensando di farla franca.

giovedì 18 settembre 2014

Essere Zen e capire che l’amore dà semplicemente un vaffanculo ai perditempo


Dopo un anno di vuoto cosmico, promesse mancate, cazzate con le ali, stronzate che facevano rima con il soffitto del muro. Un anno di: “aspettami un attimo che ora ho la febbre”, “rivediamo i programmi che ora devo lavorare”, un anno di: “sei una donna intelligente ma il cervello lo devi far ragionare di meno”. Un anno in cui hai fatto a botte con la tua smisurata certezza di essere una donna poco rassicurante, di quelle che non ne vuol sapere di scendere a patti con nessuno, di quelle che al massimo ti distrugge casa se qualcosa va storto, di quelle che ti tirano un piede in faccia perché le girano le eliche. Dopo un anno che ti sei rotta i didimi di ascoltare sempre le stesse noiose parole lanciate a Eolo in un momento di furente pazzia. Un anno in cui avresti voluto anestetizzare i tuoi sentimenti, in cui la parte razionale di te è andata in “congedo” e in cui il prima di subito è stato gettato giù dall’orifizio del lavandino. Dopo un anno in cui anche l’ultimo briciolo del tuo smisurato emporio del sentimentalismo è stato svenduto a prezzo di costo ecco che una mattina ti svegli e… Sei stanca.

sabato 30 agosto 2014

DONNE. Accorgersi di avere un cervello può fare male. Ma accorgersi di non averlo può essere peggio


Passo le mie giornate a scrivere. Passo le mie giornate a leggere. Passo le mie giornate a rispondere alle mail. Passo le mie giornate a scervellarmi sulla grammatica che spesso sbaglio. Passo le mie giornate a riempire l’agenda di appuntamenti che spesso mi alienano l’esistenza. Passo le mie giornate a tenere occupato quel disgraziato cervello di cui mi hanno dotata.

Avere un bel sedere è utile. Avere due belle tettine pure. Avere un cervello, invece, è la cosa più ingombrante, terrificante, mostruosa e inutile che una donna possa possedere, qualcuno ha mai sentito gridare un uomo: “Hei, che bel cervello che hai?”. Ma è mai possibile che un dono così prezioso debba metterci all’angolo? È mai possibile che, di questi tempi, avere un cervello pensante debba essere una sfiga al pari di un foruncolo cresciuto sul naso prima di un colloquio di lavoro? È mai possibile che quel maledetto organo, pure un po bruttino, collocato al vertice del nostro corpo debba darci cosi tanti problemi? La risposta è si. Donne, se avete un cervello e siete pure carine, rassegnatevi, la fuori non c’è posto per voi.

martedì 19 agosto 2014

La sanguinaria Bloody Mary


La gola è una debolezza del sesso debole. Ma quale sarà mai il sesso debole? Lo sono tutti, solo in modo diverso. Quando si parla di gola e peccati capitali, i sessi sono cosi deboli da cadere sempre in tentazione. Ma è la donna, che ai tempi di internet non è più l’angelo del focolare o la timida verginella, rimane sempre la vera protagonista e icona da mangiare e conquistare. Ora le donne sono tutt’altro che deboli, soprattutto quando si parla di peccati.
Il marchese de Sade scrive ne La nuova Justine: “Dopo i piacere della lussuria […] non ce ne sono di più divini di quelli della tavola… […] poiché è facile infiammarsi per i piaceri dei sensi e di conseguenza è impossibile non eccitarsi per i piaceri della gola. Oh, lo confesso […] l’intemperanza è la mia divinità e piazzo il suo idolo nel mio tempio, accanto a quello della Venere; ed è solo ai piedi di entrambi che riesco a raggiungere la felicità”.

lunedì 11 agosto 2014

Incontrarsi sempre a metà strada


Io l’amore l’ho visto. Negli occhi di lei: azzurri, profondi, grandi. Negli occhi di lui: scuri, lucidi, intensi. Ho visto quell’amore che dista anni luce dai rapporti da social, che non si consuma con un messaggio o una emoticon, quell’amore che vive di parole, litigate, pianti, abbracci e poi riconciliazione. Quell’amore che esiste nel respiro dell’altro ma sa anche esserne indipendente, quell’amore che ci si parla di tutto ma anche del niente, quell’amore che si discute sul colore del vestito ma anche sul non colore delle mutande. Quell’amore che è completo e abbigliato di quotidianità fatta di caffè del mattino, fesa di tacchino lasciata troppi giorni nel frigo, caffè Nespresso senza zucchero e ristorante della sera con terrazza con vista sulla felicità.

martedì 1 luglio 2014

Sai divulgare un segreto? Sussurralo al letto


E poi ti ritrovi a scrivere. Come sempre, bulimicamente assetata di parole, affamata di quell’urgenza che solo la scrittura sa colmare. Dipendente da quel foglio bianco che vuoi riempire.
Raccontare certe cose non è facile. Ma raccontarle quando le hai passate è una liberazione. Un inno alla vita. Si, perché la vita ti ha premiato con la vita, ti ha regalato quella felicità che si prova solo quando riesci ancora a rialzarti esclamando ce l’ho fatta. Lo sto scrivendo dalla mia scrivania e non più dal mio letto.

C’era una volta una bambina. Una bambina che ha fatto le scale per diventare grande. Una bambina che contava sempre quei ventuno scalini per arrivare in cima o per raggiungere la base di quelle scale che le sembravano sempre troppo ripide, sia verso l’alto che verso il basso. Una bambina diventata grande in un soffio di vento, lento oggi, un’eternità che non si consumava mai, allora. Il tempo che vivi da bambino è cementato. Non passa mai. Da grande, lo stesso tempo, è frusto. Rapido. Feroce. È come un tuono. Il tempo di ora, è un tempo alla velocità della luce. Tic. Tac. Il tempo di un bambino, è un tempo che suona le campane di mezzogiorno del sabato prima di Pasqua. Din Don. Din Don. Din Don.

domenica 25 maggio 2014

Amare. Punto e a capo


Non sono l’unica a pensare che: Il sesso senza coinvolgimento, per quanto acrobatico possa essere, mi annoia; ho bisogno di umorismo, di conversazione, di simpatia, di qualcosa da condividere oltre le lenzuola. Una volta lessi da qualche parte che la differenza tra l'’erotismo e la pornografia è che nel primo caso si usa una piuma e nel secondo la gallina, ma per me la differenza è che la pornografia è copulazione meccanica mentre l'erotismo prevede sentimenti e una storia [1] . Parlare d’amore è sempre molto difficile. Ognuno di noi ha la propria speciale visione di questo sentimento che, se pur vive di mille sembianze e altrettante pieghe diverse, ha racchiuso in se, un’unica grande verità: riuscire a cambiarci la vita.

lunedì 24 febbraio 2014

Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio


Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: "Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. (Hubert)



Ultimo piano. Attico con vista sulla città. Il vento corre sulle guance. I brividi solleticano la pelle. Il cuore è fuori dal petto. Le mani non sanno dove stare. La testa non trova una posizione.
Lo sguardo è immerso nell’orizzonte, profili di palazzi senza curve, solo spigoli, solo linee rette, solo rigidità. Le cupole paiono essere tutte state bombardate, non s’intravede un campanile, una panciuta protuberanza, uno spiraglio di morbidezza.

domenica 23 febbraio 2014

La felicità dentro a un cappuccino


Non ricordo quando è stata l’ultima volta che ho fatto un check-in su cosa significhi per Blue la felicità. Forse è passato troppo tempo. Forse ogni tanto dovrei riprendere in mano i fogli di carta e rileggerli. Dovrei apportare delle modifiche, perché si cambia e così cambiano anche i nostri parametri, la nostra percezione sulla felicità diventa diversa perché cresciamo e abbiamo altre esigenze. Ci sono cose che mi hanno sempre reso felice e altre che, con l’andare del tempo, hanno avuto bisogno di essere riviste. E allora ecco cos’è per Blue la felicità.

mercoledì 25 dicembre 2013

Re e Regine oltre il 2013

Un altro anno è passato.
365 giorni di passioni, tormenti, esperienze, emozioni, sorrisi strappati, amori con la A maiuscola, amicizie consolidate e altre perdute. Dodici mesi in cui non mi sono seduta a guardare la vita che scorreva, ma l'ho presa di petto, ho afferrato il tempo tra le mani e ho gareggiato con lui. Se mi guardo indietro penso a quante cose ho fatto, a quanto sono cresciuta e a quante persone ho incontrato che mi hanno insegnato, nel bene o nel male, che il mondo è un contenitore meraviglioso e che siamo fortunati a camminare su una terra così piena di tutto.

lunedì 23 dicembre 2013

Blue. Un cuore con una donna intorno. Buon Natale a te


Domani è Natale.
E allora diciamocela tutta, chi non vede l’ora di mettersi a tavola alzi la mano. Diciamoci la verità che il Natale ha sempre l’oro in bocca, o il tortello di zucca o il sorbir d’agnoli o la lasagna bolognese o qualche cibanza godereccia che riempie la pancia e gonfia il cuore. E allora armiamoci. In alto le forchette, sul petto il bavaglino, calici pieni di Lambrusco mantovano e diamo inizio alle danze.

sabato 3 agosto 2013

Cuore.Ti sei di nuovo buttato dal condominio?


Amore e Psiche
I sassi nelle scarpe. Le schegge sotto le unghie. Le ciglia negli occhi. Le pietre sul petto. Quali di queste cose danno più fastidio? Quali fanno più male? Sono dolori diversi, elementi impercettibili agli altri, ma che si fanno spazio sul quel corpo martoriato, o dentro a quell’anima pesante, sono sofferenze che pesano su di te, prepotentemente. Ma c’è un dolore, uno così forte da non farti più stare in piedi, quello che ti costringe a chiuderti in casa, quello che se non l’avessi mai provato penseresti non esistesse. Il dolore più grande che tu possa provare è quello del cuore.