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martedì 4 dicembre 2012

La follia sotto controllo di Massimo Buttura



Massimo Bottura

Ma ssimo Bottura non è solo uno chef. Massimo Bottura (cuoco dell’Osteria Francescana MO) è un filosofo del gusto, un antropologo curioso che studia cultura e società per riportarle sul piatto, è un’osservatore tenace della realtà e non per ultimo un grande amante dell’arte contemporanea. La consapevolezza che l’Avanguarda non sia più il “gioco di prestigio”, gli fa servire la verità impiattata e anteporre lo studio della materia prima mettendosi al suo servizio. “Possiamo fare ricerca, senza fare avanguardia” affermava John Cage. “ Dobbiamo ricercare, ognuno, il proprio segno”, afferma Bottura che attinge dall’arte di Kandinsky, per trovare la sua aspirazione. Per Kandisky: Ogni opera d’arte, è figlia del suo tempo e spesso è madre dei nostri sentimenti. Ogni periodo culturale esprime una sua arte, che non si ripeterà mai più. La nostra anima si sta risvegliando da un lungo periodo di materialismo e racchiude in sé i germi di quella disperazione che nasce dalla mancanza di una fede, di uno scopo, di una meta. L’artista cercherà quindi di suscitare sentimenti più delicati ”. Non è forse lo stesso per la cucina? Ogni piatto non è figlio della sua epoca e della sua territorialità, divenendo inevitabilemente padre anche dei nostri umori, sentimenti o delle nostre passioni? E il cuoco non è, dunque, autore di indelebili emozioni?