Io
non so cucinare, non faccio arte, ma la osservo e probabilmente non so nemmeno
fare l'amore, ma in questi anni ho sempre cercato di applicarmi. Certo cucinare
non mi riesce benissimo, anzi diciamo la verità proprio non mi riesce. Dipingere,
fotografare o scolpire nemmeno, diciamo che sono più ferrata a guardare l'arte
e fare l'amore, beh qui, certo non dovrei essere io a dirlo, ma se pur non mi
senta una tigre della branda mi applico con tanta dedizione, quando mi è
possibile. Mangiare, guardare e fare l'amore sono verbi che alludono ad azioni
legate al piacere, in tutti, l’atto che si compie soddisfa un bisogno, un
desiderio, una voglia. Potrebbe essere più semplice e istintivo pensare che il
piacere che più ci è necessario sia quello legato al cibo, atto del mangiare,
in realtà non è cosi, tutti e tre sono dettati da qualcosa che va molto oltre
una semplice esigenza. Certo cibarsi, in prima battuta è fondamentale per
vivere, ma non lo è forse anche fare l’amore o osservare un’opera d’arte?
Potremmo mai prescindere da una di queste tre cose? Potrei, io, vivere senza
cibo, senza arte e senza sesso? La risposta è NO.
Legati
tra loro da un cordone stretto, l’una non può fare a meno dell'altra cosa. Nel paradiso terrestre, probabilmente, Adamo,
guardò Eva e colpito dalla sua bellezza, dalla sua nudità, dalla pelle liscia e
lucente, che sicuramente immaginava morbida
come la seta e profumata come una noce di cocco, si ingegnò per poterla
sedurre. Il povero Adamo, ammagliato dalla foglia di fico che le copriva il
pube (chissà se realmente era così), alla vista dei suoi seni perfetti, dai
capelli che le coprivano le mammelle ma non del tutto, fu, preso da
un’eccitazioen tale che dovette assolutamente averla. Alla fine capì che
l’unico sistema per conquistare una donna cosi bella era sedurla
accondiscendendo al suo volere, quello di rubare la mela che lei tanto
desiderava e che gli avrebbe fatto guardagnare la cacciata dal Paradiso. La
mela, fu il primo pasto. Il primo oggetto del desiderio, il primo oggetto che
permise ad Adamo di sembrare migliore agli occhi di Eva, o almeno sarebbe stato
così per un po’, fin quando dall’alto dei cieli un dito puntato non avrebbe
affermato a voce alta qualcosa come: “Tu che hai disobbidito lavorerai con
fatica e tu, donna che hai desiderato, partorirai con dolore etc…”
Ecco,
ci mancava pure il regno dei cieli a consacrare il fatto che noi donne, oltre al
massacrante periodo mestruale, siamo costrette a soffrire nove mesi per il
parto. .... CONTINUA A LEGGERMI SU MYWHERE
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