I sogni si avverano sempre,
basta andarseli a prendere.
Basta avere un pò di pazienza, focalizzare l'obbiettivo,
mirarlo, centrarlo e acchiapparlo. Non c'è nulla di impossibile, nulla di
irraggiungibile, basta solamente avere chiaro ciò che si vuole e impegnarsi
perché diventi realtà. Certo, detta così sembra che se desideri diventare
milionario, questo possa accadere da un momento all'altro. No! questo non è un
sogno, questa è una deficienza. Vincere soldi non è vincere alla lotteria della
vita, i soldi non fanno le persone migliorie e non fanno la felicità, anche se
un po' aiutano. Ma chi se ne frega di essere ricchi se poi si è infelici. Io
preferisco avere dei sogni da realizzare, delle piccole tappe che compongono la
strada della mia vita, voglio anche le tappe difficili, quelle che ti fanno un
po' soffrire, perché si sa, dopo la pioggia arriva il sereno e dopo la
sofferenza il cuore si riassesta e diventa più forte e coraggioso di prima. La
cosa importante è non abdicare mai da se stessi, non cambiare per nessuno, non
essere condizionati dalla pericolosità del percorso, ma affrontarlo. Non ha
senso percorrere la strada se non la si asseconda. Ma tu devi sempre essere il primo pilota. Se la strada fa una curva,
tu curva con lei, se diventa ghiaiosa metti le scarpe protette, se va in salita
armati di forza nelle gambe e tanta pazienza per raggiungere la vetta. Non
farti vincere, ma sii vincitore. Mantieni il carattere, la personalità, la
tenacia, mantieni te stessa salda al terreno, a volte se ti parte la testa
riprendila con te e dalle uno schiaffo. Ma non essere mai e poi mai diversa da
quella che sei perché questo sarebbe sbagliato. Evadere da se stessi è il delitto più
grave che si possa commettere. Non uccideresti nessun'altra che te.
E
allora io dico che sono un donna difficile; non scendo a compromessi,
schiaffeggio quando parlo, trafiggo quando guardo, distruggo quando alzò i
tacchi. Sono una donna difficile perché mi hanno disegnata così. Perché il
bianco è bianco e il nero è nero, le tonalità tiepide le lascio agli altri, se
posso indosso una chioma rossa così si capisce subito di che pasta sono fatta.
Sono una donna difficile perché non ho bisogno di parlare, basta uno sguardo a
far capire ciò che provo, basta un’alzata di faccia per percepire che sono
incazzata, basta cambiare il tono di voce per rendersi conto che ciò che mi si
sta presentando davanti non risponde a ciò che voglio.
Sono
una donna difficile, lo sono stata anche da adolescente, quando pensavo che
essere adulti fosse una cosa lontana da me, ero grande già da bimba e sono
bimba anche da grande - ho solo in più un po' più di esperienza che mi fa essere
così come sono -. Chi mi ama, mi ami così, a me non interessa piacere per quella
che non sono, a me preme che chi sposa la mia causa caratteriale abbia ben
chiaro che o mi ami così o te ne vaiafanculo e se possibile cerca di farlo il
prima possibile perché io di tempo da perdere non ne ho più, non ne avevo a 3
anni figuriamoci a 36. Sono una donna complicata perché non sto mai zitta, dico
tutto quello che penso, la lingua mi diventa biforcuta e proprio non sa stare
al suo posto, divento feroce senza controllo quando mi si prende per il culo, quando mi si raccontano cazzate offendendo la mia intelligenza. Sono una donna complicata
perché il libretto delle istruzioni lo espongo chiaro e lo faccio leggere a
voce alta. Sono complicata perché diversamente non potrei essere, - il Basic non
mi è mai piaciuto-, lo regalo a chi ama vincere facile, a chi non ha carattere
indipendente e a chi vive sotto l’ombra di una donna che vorrebbe essere diversa
da ciò che è. Sono una donna complicata perché la minestra mi piace calda o di
prima cottura e non certo riscaldata, perché lo champagne deve essere a 6° e se
non è così lo tiro volentieri in testa a chi mi sta di fronte. Sono complicata
perché sono indipendente, autonoma, cazzuta, sfacciata, nomade, perché sono
precaria, sanguinaria, eroica e temeraria. Sono complicata perché a tutto
questo si aggiunge il fatto che ho comunque un cuore che uso solo ed
esclusivamente sotto tortura, lo stresso, lo agito, lo faccio sussultare di
gioia e lo lancio dal finestrino a 300km orari. Sono sempre complicata e come
dice qualcuno “ingestibile”. E chi se ne frega se lo sono, in fondo mica voglio
un uomo che mi gestisca, io voglio un uomo che mi ami con tutti gli oneri e gli onori del mio carattere. Voglio un uomo che mi dia la certezza che
gettarmi all’indietro a peso morto non sia una pratica impossibile ma sia una
certezza di sostegno. Voglio una vita che contempli la carta degli imprevisti
ma che al momento giusto tiri fuori anche la soluzione dal cappello magico, si
perché nella vita non vale solo sfidarsi, vale anche respirare e cercare la
serenità.
Sono
complicata perché non do la certezza che starò ferma, io un giorno me ne andrò
a scrivere su una spiaggia brasiliana e ascolterò Seu Jorge mentre il vento
accarezzerà la pelle diventata d’Oca. Ascolterò Carolina e intonerò le note
della felicità; io, me stessa, il mio Mac e la musica. Per l’arte c’è stato
tempo, quello si è consumato o meglio mi ha consumato, ora sarà solo il tempo
di aprire un ristorantino di sei tavolini e servire Mojito di frutta fresca
guardando l’oceano.
Ascolterò
Seu e mi ricorderò di quando ho preso un aereo per Lisbona per sentirlo vantare
dal vivo. Rammenterò la platea gremita di gente, il vociferio diffuso per la
Meo Arena e le ragazzine che intonavano in coro, "tou namorando aquela
mina mas nao sei se ela me namora". Avrò un sorriso quando penserò
al pubblico che affollava quell’ovulo di emozioni situato di fronte all’oceano,
il pubblico che un po' seduto un po' in piedi non stava più nella pelle,
canticchiando sottovoce aspettando che il cantante preto uscisse e sfoderasse la sua voce calda e suadente.
Seu
Jorge, il 13 ottobre, presentava in anteprima il suo ultimo disco "Musica
parà churrasco Vol.2 " ma ricordo come fosse ora che non mancavano in
repertorio le canzoni che lo avevano fatto entrare nel cuore di fan in tutto il
mondo: e allora tutti in coro un " Pretinha, Uuuu Uuuu faço tudo pelo
nosso amor"e poi a braccia alte "Burguesinha". Il cuore
batteva forte, Seu era al massimo, un brivido potente, lo sguardo coperto dagli
occhiali, maglietta bianca e camicia slacciata, stile da vendere quel
brasiliano padre della nova musica brasiliana contemporanea . Quel giorno era
tutto full, l’Auditorium, Lisbona e il cuore della gente. L'energia sprizzava
dal pavimento, dalle pareti, persino le luci avevano una carica diversa, quella
sera. Mi si consumò la laringe a forza di urlare, la voce sparita, gli occhi gonfi di
lacrime, "è isso ai... Como a gente achou que ia ser", incontenibile
l'emozione di sentirla dal vivo. Sotto al palco il corpo non stava fermo, le
gambe andavano da sole, si cantava senza remissione fin che si aveva forza. Non
mancarono i colpi di scena, il pubblico assecondava la nenia romantica e quando
arrivò l'esecuzione di
Carolina
le migliaia di persone presenti alzarono le
mani e cominciarono una ola ondeggiante e passionale che fece gonfiare tutta Lisbona.
Ricordo come una doccia fredda la chiusura leggendaria con
"Mas que nada" che mise letteralmente in ginocchio tutti, o meglio i
salti erano tutti a colpi di ginocchiate e di samba raffazzonato.
Fu un concerto memorabile, voce inspiegabile, atmosfera
senza precedenti, fu un altro tassello dei miei desideri che si esaudì. Si
esaudì mentre stavo cercando di riprendermi da una brutta caduta, mentre stavo
cercando di rivolgere lo sguardo nuovamente verso l’infinito, mentre stavo
cercando di riprendermi la mia vita. Seu Jorge è stata la pillola salvifica di
quel periodo in cui, il libretto delle istruzioni non era stato rispettato, la
guardia era stata abbassata e il sogno di scrivere su una spiaggia brasiliana
era stato rimandato a data da destinarsi.
Ritornata a casa da Lisbona un senso di svuotamento mi
catturò. Da li capii che nulla sarebbe stato più come prima.
Riscrissi il libretto delle istruzioni alla volta del
Brasile. Io sono già li che scrivo.
Leggerti mi ha emozionata. Ti ho riconosciuta in tante frasi ma non in tutte, com'è logico, data la nostra relativamente breve conoscenza...
RispondiSei una bella persona Blue. Davvero.
Un abbraccio e ancora grazie, per avermi fatto sentire a Lisbona!!!
Wanda ��
Cara Wanda,
mentre ero li ti ho pensato molto e ho pensato alle nostre chiacchierate. Ho pensato a tutto ciò che ci siamo dette in quei brevi attimi in cui il cuore esultava di gioia o appassiva per il dolore. ma il nostro cuore è come un girasole, gira con il sole, si riposa e ritorna a fiorire sempre.
Quando ho sentito Carolina pensavo di morire di gioia. Un universo di emozioni mi ha attraversato e ho chiamato chi amavo per fargli sentire la potenza di quella voce che tuonava nella Meo Arena. Avrei voluto chiamare anche te per condividere quel momento ma era notte fonda. Ti penso sempre, sei nel mio cuoricino mia dolce e cara amica.
a prestissimo e ricordati che sei un diamante
Blue