Chi l’ha detto che la cucina è una cosa da uomini?
Nell’immaginario mondiale, sono gli chef maschi a dominare la scena. In effetti,
gli uomini ai fornelli sono molti di più delle donne. Fare lo chef è un lavoro
durissimo, richiede tanto spirito di sacrificio, una grande pazienza e una
buona dose di generosità, inoltre, fare questo mestiere, nelle cucine di un
ristorante, necessita di una volontà di condivisione notevole, di uno spiccato
senso del dovere nei confronti dei propri commensali e non per ultimo, abbisogna
di una certa dose di pazzia in quanto non è da tutti riuscire a stare in piedi
e concentrati per così tante ore. Uno chef non vive una vita normale.
Uno chef
vive per cucinare, ore e ore in posizione verticale in mezzo a coltelli,
bollitori e alimenti da impiattare. Durante l’adolescenza, uno chef, cucina.
Durante l’età della discoteca, uno chef cucina. Durante il periodo del
fidanzamento, uno chef cucina, così come prima e dopo il suo matrimonio, la
nascita di un figlio o di un nipote, uno chef cucina. Insomma, uno chef cucina sempre.
Uno chef impegna gran parte della sua vita a tagliare, affettare, bollire,
arrostire, zuccherare, infarinare, assaggiare e stressarsi al timore che
qualcosa vada storto. Se poi sei una donna, tutto quello che fai viene guardato
al pelo dell’uovo, si sa, in un mondo di maschi, noi donne veniamo sempre
additate e guai a fare errori. Gli errori non sono ammessi soprattutto in un
mondo maschile, che se pur fantastico, è sempre un mondo in cui predomina il
pantalone. In cucina però, non esiste la gonna e tutti portano i calzoni e
quindi, cari maschietti, mettetevi il cuore in pace, anche in questo settore
stiamo scalando le vette. Si, avete capito bene, stiamo salendo la scala del
fornello o della piastra a induzione. Regine di bollitore di tutto il mondo,
unitevi e fate vedere chi siete. Armatevi di coltelli rosa ben appuntiti e
infilateveli tra i denti, non per fare una battaglia, quella mai, ma per far
vedere quanto valete. Le chef donna oggi depongono l’immagine dell’angelo del
focolare per prendere in mano lo scettro a forma di padella. Ormai siamo così
avanti che le donne in cucina non sono nemmeno più quelle brutte e trasandate
sguattere o quelle arpie con le braccia flaccide, sono piuttosto le regine del
mattarello con corpi statuari e trucco perfetto anche in bocca a fumi dalle
temperature diaboliche. Sono veline con i capelli raccolti da un fermaglio alla
moda, madrine di stile con unghie laccate e fanciulle sexy con il rossetto
rosso. Le chef donna incarnano la nuova femminilità, le nuove principesse che
non aspettano il principe azzurro che le salvi da una grama vita in cucina, bensì
principesse che si salvano da sole facendo diventare la cucina il loro speciale
regno incantato.
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Helena Rizzo |
Diverse sono le donne che hanno deciso di cimentarsi nel
mestiere dello chef, senza perdere la loro femminilità, eccone alcune.
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Toya Legido and Tomás Zarza/©ICEX |
Elena Arzak.
Nel 2012 le è stato assegnato il premio come
miglior chef donna del mondo. Lei, basta puro sangue è la quarta generazione
del ristorante Arzak (aperto dal 1897) di San Sebastian. Una donna che sa ciò
che vuole e che ora, dirige una cucina che ha conquistato le tre stele
Michelin. Una cucina d’innovazione, conosciuta in tutto il mondo. Una donna che
non ha perso la femminilità, anzi direi che proprio nella cucina basta,
all’apparenza così maschile, lei è la quota rosa fondamentale che sa dare ai
piatti un tocco di dolcezza.
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Aurora Mazzucchelli |
Aurora è uno chef
che osserva, sperimenta, assaggia, custodisce, si confronta, dialoga, soffre
unitamente ai suoi piatti, che, nel corso degli anni sono diventati sempre più
eleganti e raffinati nel gusto. È una chef comandata da quell’amore viscerale
che alimenta la passione, da quel fuoco che genera genialità, da quel calore
interiore che diventa il new leitmotiv dei suoi menu.
Lo spazio del
piatto di Aurora Mazzucchelli, è l’accoglienza nei luoghi della libertà
gustativa. Ci accetta riaprendo le porte delle sensazioni, dentro cui non siamo
più stranieri. La sua cucina è apertura. Apertura che spalanca con i
sapori le dimore sbarrate dentro di noi. La cucina di Aurora Mazzucchelli cura
le ferite esistenziali portando sul piatto il calore materno.
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Cristina Bowerman |
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Alice Delcourt |
Cucina a metri zero, frutti dell’orto curati dalla chef, materie
prime attentamente selezionate in base a qualità, stagionalità e vicinanza. Una
chef dall’animo genuino e puro proprio come la sua cucina.
La lista potrebbe continuare all’infinito. Ora mi fermo qui. Ho
troppa fare ora per poter proseguire.
E brava Blue, questa è la strada :)
RispondiIl sessismo di questo articolo è imbarazzante, ma secondario solo al nulla abissale a livello di contenuti. Centinaia di battute di NULLA.
RispondiSarebbe interessante conoscere le storie di queste chef, le loro particolarità come professioniste e come persone, ma in questo post non c'è nulla di tutto ciò, solo un'accozzaglia di parole che si potrebbero dire di chiunque e risulterebbero comunque banali.
Carissimo Black Bean,
grazie per essere passato di qui e aver lasciato un commento.
Non c'è nulla di sessista in questo articolo, parla solo di donne. Non ho mai letto cose del genere quando parlavo di chef uomini, strano, ma si sa, il mondo è maschio.
Per il nulla abissale, rispetto il tuo giudizio, non si può scrivere per tutti e piacere a tutti. Per i contenuti più strutturati mi rimetto a professionisti del settore, non è certo questo il blog adatto in quanto qui si parla con leggerezza di tante cose: Arte, cucina, sesso, sentimenti, luoghi.
a presto
Blue