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mercoledì 2 luglio 2014

Ingabbiata da un biscotto al cioccolato


Il mio orgasmo inizia a tavola. Guardo. Tocco. Respiro. Sento e alla fine, che è inizio, introduco nella cavità orale, solo (spero) ed esclusivamente, qualcosa che mi darà piacere. Il cibo è sempre stato il mio modo di far capire se volevo fare sesso o se volevo mandare a fanculo qualcuno. Quando mangio non ho bisogno di parlare; sono le mani, gli occhi, la bocca che raccontano quello che desidero. Una cena è la cartina di tornasole tra una grande scopata o una gran rottura di didimi che si consuma tra persone che, o sanno troppo ciò che vogliono o non lo sanno affatto. A tavola si può oscillare tra l’impellente voglia di lanciare l’insalata condita con il limone in faccia a qualcuno, mostrando la  guerriera lancia-fiamme che è in te, o il sentirsi una vergine in gabbia con lo spasmodico desiderio di mangiare un biscotto al cacao brasiliano che si scioglie in bocca frammentando le sue briciole sul palato. Io, alla guerriera che scaglia foglie non sempre verdi di triste lattuga in faccia a un imbecille, preferisco la vergine ingabbiata in un orgasmo sensoriale multiplo dato da frammenti di Madelaine che si sbriciolano sulla lingua.