I rapporti finiscono. Si dileguano, passano, si consumano, si
interrompono, giungono alla fine prima che si capisca che erano iniziati. Siamo
figli della velocità, dovremmo chiamarci forse futuristi? Dovremmo etichettarci
rapidi consumatori di emozioni? Oppure dovremmo solo essere consapevoli del
fatto che ciò che chiamavamo rapporto tale non era e quindi si è perso nei
meandri del tempo. Le persone vogliono amare ma non hanno più tempo da dedicare
all’amore, siamo automi in preda a bulimia affettiva che non sono in grado di
elargire sentimenti, non vogliamo impegnarci, lavoriamo troppo e spesso, anche
se non si dice, non abbiamo voglia di avere qualcuno a fianco che detti legge
sul nostro cervello. Ma perché siamo arrivati a questo, perché le uniche cose alle
quali pensiamo sono il lavoro e gli amici, perché ci chiudiamo in noi stessi e
non diamo spazio all’unica cosa che cambia veramente la vita?