Avete mai fatto il calcolo di quante donne
conoscete? Non vi siete mai accorti di che esercito agguerrito gironzola
indisturbato per strada. Vi siete mai resi conti di quante armi abbiano
addosso, dallo sguardo alle gambe, dal sorriso alle mani con unghie curate e
laccate, dal collo scoperto ai tacchi alti, per non parlare poi delle
scollature pronunciate o dei leggins stretti che scoprono sederi mozzafiato. Ma
non è tutto. È ormai morta la diceria che donna bella è uguale a stupida o
femmina provocante uguale oca o carina e in carriera uguale mignotta che per
arrivare l’ha data anche al gatto (come dice ma non pensa mia nonna).
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venerdì 10 febbraio 2012
Il potere rosa
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domenica 9 ottobre 2011
Chi dice donna non dice cucina.
Fino a qualche anno fa eravamo abituati ad associare la donna solo alla cucina. Chi potrebbe dimenticare l’immagine della propria nonna regina della casa con il grembiulone a righe bianche e blu mentre si divincola, tra mestoli e terrine, per preparare vivande da servire a tutta la famiglia. Le nonne e le mamme, non tutte, sia ben chiaro, –la mia mamy non riusciva nemmeno a fare gli spaghetti al pomodoro, ma all’attivo aveva altre fantastiche doti, come riuscire ad andare sui pattini incinta di nove mesi– riuscivano a mettere in piedi un cenone pre-natalizio con quattro cosine raccattate qua e la tra frigo e frizer. Mi sono sempre chiesta come potesse, mia nonna, preparare i tortelloni di zucca stando tranquillamente seduta a charlare
due ore con le amiche, mentre sul fornello aveva il brodo di gallina con bollito al seguito, e come fosse in grado di fare la crostata di marmellata di fichi mentre sul fuoco girava la polenta. Talento da vendere, si perché in cucina lei ci sapeva stare, ma sapeva anche tenere la casa, cucire, lavare, stirare, accudire quattro figli, otto nipoti, amare suo marito e farci l’amore due volte al giorno. Donna d’altri tempi.? Si, forse! Ma in realtà ora che sono diventata grande, mi accorgo che tante donne sono come lei.
lunedì 8 agosto 2011
Lungo il cammino dell’amore.
Quante volte passeggiando per la mia città deserta mi sono trovata a fermarmi un attimo per far prendere respiro ai miei pensieri ingarbugliati, quante riflessioni affannate mentre il passo si faceva veloce e la mente volava a un passato inesorabilmente presente solo nella mia memoria. Un trascorso che non puoi e non devi dimenticare mi dico ogni volta che qualche pensiero mi strappa un sorriso o una lacrima scende veloce sulla guancia. Ognuno di noi racchiude in se il fascino di una storia o di mille che insieme formano il nostro essere “qui e ora” in quello sterminato cammino che ci ha portato fin dove siamo adesso. E allora oggi, sotto ai portici, con le scarpe da tennis ai piedi, con il sudore che bagna la canottierina bianca, rifletto su come amano le donne e su come è possibile essere felici delle piccole cose partendo da un passato difficile che ha tracciato la linea dell’esistenza di una donna/mamma/amante con un vissuto indubbiamente tortuoso ma sicuramente fantastico.
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