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Ho letto e riletto decine di volte, in queste ultime quarantotto
ore, la lettera
scritta dalla ragazza della Fortezza da Basso. Una lettera
scritta dopo la sentenza di assoluzione dei sei accusati dello stupro di gruppo,
avvenuto nel 2008 a Firenze. Ho cercato di darmi una spiegazione sul perché
della assoluzione, ma chiaramente non ci sono arrivata, non ho le competenze di
un giudice, non sono in grado di trovare e di capire il perché loro, in sei,
siano stati assolti e invece quella ragazza, sola contro il branco sia stata
ritenuta “presente a se stessa anche se probabilmente ubriaca”, e quindi sia
stata oggetto, secondo qualcuno, consenziente perché non stata in grado di
ostacolare lo stupro che, ripeto, era uno contro sei.
Andiamo per logica, mettiamo i puntini sulle I. Nessuna, e
accento nessuna donna al mondo, se presa da sei uomini è in grado di difendersi
(tantomeno se alterata da un po d’alcool). Nessuna donna è in grado di reagire
a sei uomini che la tengono ferma per abusare di lei. Nessuna donna è capace di
districarsi se uno le tiene le braccia, uno le gambe e gli altri, a turno,
fanno del suo corpo ciò che vogliono.