Dopo
un anno di vuoto cosmico, promesse
mancate, cazzate con le ali, stronzate che facevano rima con il soffitto del
muro. Un anno di: “aspettami un attimo
che ora ho la febbre”, “rivediamo i
programmi che ora devo lavorare”, un anno di: “sei una donna intelligente ma il cervello lo devi far ragionare di meno”.
Un anno in cui hai fatto a botte con la tua smisurata certezza di essere una
donna poco rassicurante, di quelle che non
ne vuol sapere di scendere a patti con nessuno, di quelle che al massimo ti
distrugge casa se qualcosa va storto, di quelle che ti tirano un piede in
faccia perché le girano le eliche. Dopo un anno che ti sei rotta i didimi di
ascoltare sempre le stesse noiose parole lanciate a Eolo in un momento di
furente pazzia. Un anno in cui avresti voluto anestetizzare i tuoi sentimenti,
in cui la parte razionale di te è andata in “congedo” e in cui il prima di subito è stato gettato giù
dall’orifizio del lavandino. Dopo un anno in cui anche l’ultimo briciolo del
tuo smisurato emporio del sentimentalismo è stato svenduto a prezzo di costo ecco
che una mattina ti svegli e… Sei stanca.