El Museo bajo la luz de la media tarde
E' inutile che lo
ripeta. A me Bilbao piace da morire. Sarà per il clima, per il panorama o per
la gente. Sarà per lo spirito divertente, per il vino che costa 1,50€ a calice
o per quella splendida pioggerellina chiamata Txirimiri che ti arruffa i
capelli. Sarà per il Museo Guggenheim, per la torre di Iberdrola o per il ponte di Calatrava. Fatto sta che io farei carte false per abitare nella città dove
si possono ammirare le opere delle più grandi ArchiStars mondiali inebriandomi
lo sguardo con un tramonto rosso fuoco mentre mi gusto un buon Pintxos al Txatca
(granchio) e un bicchiere di Cava al settimo piano del Grand Hotel Domine.
A pensare che poco
più di vent’anni fa era
una città soffocata da acciaierie e container del
porto fluviale e industriale, rimango
incredula.
Il Museo Guggenheim a Bilbao ha cambiato la faccia della città dandole
una nuova vocazione culturale capace di attirare turisti da tutto il pianeta.
Quest’anno, la splendida scultura di Frank O. Gehry, compie 15 anni e con le
sue trentatremila scaglie di titanio ha letteralmente conquistato chiunque. Lo
splendido pesce che riflette sulla Ria del Nerviòn è stata capace di
accattivarsi le simpatie tanto di curiosi esigenti quanto di letterati
sofisticati, il museo piace a tutti, grandi e piccini, impiegati o manager,
casalinghe o imprenditrici. Tra le sue braccia ci si sente come in un porto
sicuro dove approdare o un cielo sereno dove non passerà mai una tormenta. Bilbao
è l’onda perfetta da cavalcare, il mare calmo su cui navigare e la nuova
frontiera da superare se amiamo l’arte e l’architettura contemporanea.
Arrivando in aereo, già l’aeroporto Sondika ci dà la sensazione di ciò
che ci aspetta, è, infatti, di Santiago Calatrava la colomba bianca che scorgiamo
dal finestrino. Prendendo l’autobus arriviamo nel centro di Bilbao passando
direttamente sul ponte de La Salve e sotto la rossa opera di Daniel Buren
(Arcos Rojos) che apre le porte della città e ci immette lo sguardo in
direzione museo. Impossibile annoiarsi in una cosi immensa distesa d’arte, il
nostro occhio cerca di catturare più immagini possibile, si susseguono
freneticamente opere di Yves Klein, Jeff Koons,
Louise Bourgeois e
Anish Kapoor e il riflesso delle scaglie del grande
pesce si stampa sulla nostra retina. Bilbao crea dipendenza già dal primo
minuto. Sembra impensabile che la popolazione fosse contraria all’approvazione
della chirurgia plastica che avrebbe reso questa città ciò che è ora. In un
solo anno, il museo, costato circa 100 milioni di dollari, si è ripagato e a
oggi le stime parlano chiaro,
"il più
grande monumento di un'intera generazione” secondo Philip Johnson e la “nuova Notre Dame” secondo Frank Gehry,
ha generato nel 2011 ben 311 milioni di euro derivati dall’attività del museo e
un mantenimento di 5885 offerte di lavoro.
Il gioco è valso la candela, non c’è che dire. Per i 15 anni di attività,
il calendario degli eventi sarà affollatissimo. A
rte, musica, danza, moda, gastronomia
e architettura sono solo alcune delle discipline che faranno da cornice alla
programmazione artistica di tutto il 2012, caratterizzata dalle mostre delle
più importanti figure del panorama artistico contemporaneo come David Hockney,
Claes Oldenburg, Egon Schiele o Cristina García Rodero.
Vista diurna del Museo Guggenheim Bilbao
Da non perdere per un autunno fuori dalle righe, il cambio di fiori
dell’icona Puppy, il cagnolino di Jeff Koons che, con il suo benvenuto ai
visitatori, sfoggerà per l’occasione il “traje floral”. Per i più fortunati o
meglio per i membri onorari, i big della Fondazione e gli sponsor, il 18
Ottobre, si potrà mangiare all’interno delle splendide sale museali, dove tra
un piatto prelibato di Alija e uno sguardo a “la materia del tempo” di Richard Serra o alla “installazione per
Bilbao” di Genny Holzen sarà veramente difficile non cadere vittime della
sindrome di Stendhal.
Mahatma Gandhi disse: "Dobbiamo
diventare il cambiamento che vogliamo vedere". Bilbao sembra aver
seguito alla lettera la frase del grande pensatore indiano e allora, avanti
tutta, salpate e approdate qui dove la gente vi saluterà in basco accogliendovi
con un simpatico ONGI ETORRI. (Benvenuto).
Louise Bourgeois, Maman, frente al Guggenheim Bilba
E adesso come si fa a non andare!!!! Alla prima occasione.. e che sia l'autunno. Che voglia! adoro Louise Bourgeois Anish Kapoor e che dire di Richard Serra... fantastico!!!
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