365 giorni di passioni,
tormenti, esperienze, emozioni, sorrisi strappati, amori inesistenti, amicizie
consolidate e altre perdute. Dodici mesi in cui NON mi sono seduta a guardare
la vita che scorreva ma l'ho presa di petto, ho afferrato il tempo tra le mani
e ho gareggiato con lui. Un anno in cui non è successo nulla di eclatante - per
fortuna - gli ultimi tre erano stati pazzescamente folli e intensi e credo che
non avrei sopportato così tante emozioni anche per il 2015. Un anno in cui ho
finalmente ritrovato il tempo di leggere, di pensare, di ascoltare, di
osservare. Un anno di lenti cambiamenti, ma in fondo chi l’ha detto che devo
andare sempre veloce.
E così mi guardo indietro.
Sto cercando nella memoria, un po’ perduta, eventi che possano classificare il
2015 come un anno da ricordare. Ma non ne ho, e non lo dico per essere
negativa, ma lo dico con la consapevolezza che la vita deve saperti regalare
anche emozioni miti e non solo picconate violente. I giorni possono susseguirsi
anche senza fiato corto e di questo, ora, ne sono convinta.
Il primo Gennaio 2015 l’ho
iniziato guardando, seduta da una panchina, la bellissima chiesa di San
Francesco. Un inizio che dice tutto. Mi sono seduta lì davanti con un’amica, a
guardare la quiete di quella magnifica piazza. Ho giubilato lo sguardo sulla facciata
che sembrava quasi avesse sulle guance un po’ di cipria, ho pregustato la
serenità con cui mi osservava, ho udito il suo languido rintocco di campane e la
sua suadente imponenza che mi ha fatto capire che dentro di me, c’era tutto quello
di cui avevo bisogno. Necessitavo di serenità, di caldi abbracci, tenere
parole, avevo bisogno di ritrovarmi e di ritornare ad innamorarmi di quella me
stessa che mancava da troppo tempo. Avevo la necessità di riscoprirmi più
grande, più matura, con più esperienze e rughe ma anche più amore da donare.
Avevo urgenza,
quella notte del primo gennaio 2015, di riappropriarmi di quella Blue che aveva
fatto un viaggio fuori da sé.
Nel 2015 ho lavorato su di
me, ripetendomi che abdicare da se stessi
è sempre una cosa sbagliata, allontanarsi dai propri valori, dalle
abitudini, dal proprio corpo cercando di martoriarlo con dolori evitabili, pene
massacranti e nodi troppo stretti fa male alla carne e all’anima.
Questo è stato un anno di
defaticamento. Decompressione da due anni di deliri emozionali, sali e scendi
al singhiozzo, impennate al metabolismo, affanno continuo in una corsa per
rincorrere qualcosa d’inesistente. Un anno di checazzomenefrega se arrivo in ritardo, di impensierisciti tu che io ciò da fare e di a far l’amore comincia tu che io devo lavorare. Un
anno di bella bimba sono tutto per te,
per poi scoprire che ha moglie, figli e pure quattro amanti che nemmeno
mantiene. Un anno in cui ho festeggiato il mio compleanno da sola sulla
spiaggia di Riccione, perché alla fine dei fatti di rompicoglioni non ne voglio
vicino e leggere un libro mi fa sentire meglio che lavar calzini.
Un anno in cui ho deciso di
stare da sola a ragionare sul mio futuro. Voglio crescere con consapevolezza
non indietreggiare come fanno certe persone della mia età.
Questo è stato l’anno in
cui ho dedicato tanto tempo agli amici, quelli veri, non ai Caronte di turno
che mi hanno comunque accompagnato e preso per mano, ma ho dovuto tagliare, non
per mancanza di amore, ma per urgenza di relazioni vere e vicine.
È stato un anno leggero. Un
anno in cui la felicità mi ha abbracciata e il dolore ha preso le distanze.
Un anno in cui mi sono resa
conto che non conta l’età anagrafica, conta solo l’amore che metti nel voler
tornare quella che eri.
Il mio corpo nuovo è
finalmente rifiorito accumulando un po’ di grasso ma mi piaccio ugualmente,
anche con due kg in più.
Un anno d’arte, di giovani
artisti che ho conosciuto e grandi artisti con cui ho avuto il privilegio di poter
lavorare. Un anno in cui ho cambiato il mio modo di vivere, ho rivisto
strategie, comportamenti, decisioni. Un anno in cui la parola mai si è ri-trasformata
in possiamo parlarne. Un anno in cui ho perdonato tanto e ancora lo
farei, si, perché il perdono ti fa stare bene ed è un atteggiamento da persone
mature.
Un anno in cui ho ripreso il mio cuore che precedentemente avevo gettato oltre all'ostacolo perché mi sono resa conto che il mio cuore deve stare
dove sta e non continuare ad avere balzi, - non fa bene alla salute passare da
60 battiti a 180 in pochi secondi -.
In quest’anno ho cercato di
crescere dentro, studiare e studiarmi, cercare e ricercare ciò che andasse
meglio per me per poi accorgermi, che è inutile andare lontano quando tutto
quello che cerchi sta intorno a te. Basta solo tenere gli occhi aperti, basta
aprirsi alle possibilità e coglierle al momento giusto. È sufficiente lasciarsi
andare agli eventi e non averne paura.
In questo splendido e
spensierato 2015, sono cambiata, come è nell’ordine delle cose, ma ciò che non ho modificato è la voglia di
amare, la stima per alcune persone e l'amicizia profonda che mi lega a queste e
allora nel 2016 mi porto ciò che più mi ha reso felice, loro: In ordine sparso.
Nicola.
AMOREEEEEEEEEE
ma esclusivamente con la R
moscia. E poi Piccolo Fiore o Regina Massima. Questi sono solo alcuni
dei nomi che ogni giorni attraversano le linee telefoniche tra Mondo Nicolesco
a Mondo Gaviolesco. Nicola è tutto quello che vorrei essere io: spregiudicato, urgentemente sempre se stesso e a culo con il mondo (anche più di me). È estremamente
sensibile e di una bellezza così pura e intensa che spesso mi lascia senza
parole.
La sua memoria è
impeccabile, saprebbe ricordare il nome di un passante conosciuto due anni
prima, mentre chiedeva di accendere una sigaretta.
Non potrei più pensare a
una giornata senza le nostre comunicazioni interminabili a raccontarci cazzate di
vario genere e a pianificare strategie improbabili per diventare i Re del cazzeggio.
È un amico fedele, un uomo preparato e molto intelligente. Quando penso a
Nicola mi si stampa un sorriso da paresi. Lui mi da gioia, mi fa vedere le cose
in maniera completamente differente da come le avevo pensate. È capace di
mescolare le carte e metterci quel tocco di cazzeggitudine,
sana e obbligatoria, per rendere il nostro lavoro una vacanza. La frase adatta?
Tante, troppe. Ma forse Lev Tolstoj, scrivendola pensava proprio a lui:
il
segreto della felicità non è di far sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre
ciò che si fa.
La Lety.
La riconfermo uno dei miei
più grandi amori. Col musetto saccente e il ditino sempre alzato, Maria
Letizia è una donna molto speciale. Mi sento molto fortunata ad averla come
amica e a poter condividere con lei anche la passione per l’arte. Lei, è un
caterpillar e un pozzo di risorse. Notti e notti di confronti al telefono per
finire progetti che parevano impossibili, settimane di stanchezza, occhi
assonnati, stomaco in subbuglio per ritrovarci a scrivere d’arte tra una
chiacchierata sull’amore e una tortina al cioccolato. Un’amica, prima di essere
una curatrice con la C maiuscola, una donna che ama oltre misura e sa
riconoscere il vero valore dell’amicizia.
La Lety è una delle donne
più sexy che conosco, a volte vorrei essere come lei, avere il suo morbido
seno, le sue dolci curve rassicuranti, il suo languido modo di atteggiarsi. Quando
penso a lei mi viene in mente una frase di Virginia Woolf “
Perché una
volta che il male di leggere si è impadronito dell'organismo, lo indebolisce
tanto da farne facile preda dell'altro flagello, che si annida nel calamaio e
che suppura nella penna
”.
La Robby F.
La porto con me nell’anno
nuovo (ormai sono 5 anni che siamo inseparabili) per il suo modo di essere, la
sua spontaneità, unita alla tenacia tipica della bresciana Doc. E’ riuscita ad
entrare nel mio cuore dal primo momento, circuendomi con una collaborazione
lavorativa e poi due, tre, quattro fino quando non ho potuto più fare a meno di
lei e della sua amicizia. Con lei abbiamo intrapreso tante avventure e spero ce
ne siano sempre di più. La mia Robby è una donna singolare e se posso dirla
tutta, mi ricorda tanto come ero io alla sua età: un fiume in piena, una
tempesta perfetta e un uragano vero. Denis Diderot diceva: “
Quando si scrive delle donne, bisogna intingere la penna
nell’arcobaleno
”
.
Questa
Biondina al punto giusto
con caschettino al seguito, gambe esili e addome piatto è un vero condensato di
energia multicolor e la porto con me nel 2016 non solo come amica ma anche come
compagna di lavoro.
La Capreccion.
Difficile definirla solo
un’amica, com’è altrettanto difficile classificarla solo una sorella. E stato
un anno di grande ripresa per il suo lavoro, grandi soddisfazioni lavorative
l’hanno fatta ritornare in auge. Venezia le ha portato fortuna e finalmente è
diventata professionalmente la donna che desiderava essere. Avevo già scritto
di lei e del suo essere unica, la Capreccion ama la vita più di ogni altra
persona che io conosca, la prende con un sorriso e la affronta con giovialità
danzando sui suoi tacchi a spillo. Per lei la frase giusta per aprire il nuovo
anno è:
“
La bellezza salverà il
mondo”
di
Fëdor Dostoevskij
.
Potty.
Il mio fantastico vicino.
Un grande amico, un consigliere, una persona speciale. Quest’anno per lui è
stato molto difficile, ha perso la sua grande compagna: la sua cagnolona Viky.
Per me Viky era una di famiglia, non solo un cane, era una persona non un cane.
È stato difficile perdere Viky anche se so che lei è sempre con noi.
Così come Paolo ha saputo
starmi vicino e consigliarmi con la sua esperienza ed è riuscito a darmi la
carica per andare avanti e farmi capire quanto è bello avere dei sogni e
inseguirli, così spero di riuscire a fare io.
Anche se Viky non c’è più quando
lo incontro nell’atrio di casa penso che L. Sabin avesse ragione nel dire “
Non importa se non avete
denaro o possedimenti, il solo fatto di possedere un cane vi rende ricchi
”.
La Bebe.
“I sogni si avverano
sempre, basta andarseli a prendere” Un altro anno passato insieme, noi, il
Club de Pirottines, (che non ho mai frequentato perche il lavoro mi risucchia
la vita) le nostre avventure cibesche, l’universo e la nostra immensa e, spero,
eterna amicizia. Saremo insieme anche quest’anno, in bicicletta per la città a
cercare localini dove rifucillarci e raccontarci delle nostre vite. Siamo state
insieme nella nuova avventura in Autostazione con il Te nel Giardino e, se pur
marginalmente, ho contribuito alla realizzazione del un suo piccolo sogno di
creare una sala da Te temporanea. Amo leggere il suo blog
ApranzoconBea
, adoro leggere Bebe sulla
parte Cultura del Resto del Carlino. Come dissi già in altri post in cui
tessevo le lodi della nostra conoscenza, sei un pezzettino della metà della
mela dell’amicizia che mi mancava e che speravo di incontrare da sempre. Per
conoscere Bebe
clicca qu
i.
Raul.
Un
bene così grande che il significato non trova spazio tra le pagine di un diario
come questo. Raccontare Raul non è facile, come non è facile poter mettere nero
su bianco la sua personalità, così eccentrica e raffinata allo stesso tempo.
Raul è un’esplosione di allegria giunta a eleganza, pazzia sotto controllo che
abita in un corpo ben tenuto e un cervello pieno di sapere affinato da anni di
viaggi su e giù per il mondo. Il suo
spirito nomade fa da padrone e il suo desiderio di libertà padroneggia su tutta
la sua vita e su tutte le sue relazioni. Credo che una relazione stabile non
sia la sua immediata urgenza perché lui è sposato e fedele solo all’arte, sua
grande madre, moglie e amante.
Quando penso a lui mi viene
in mente una frase di Gramellini: “
La
libertà non si può spiegare. Si può soltanto respirare senza pensarci, come
l’aria, e come l’aria rimpiangerla quando non c’è più. A differenza dei dogmi,
non reclama certezze e non ne offre. I suoi mattoni sono i dubbi e gli errori,
gli slanci e gli abusi. I suoi confini sono labili, mobili. E la sua rovina è
l’assenza di confini, che le toglie il piacere sottile della trasgressione
”.
Lo porto con me nel 2016 perché è una
persona speciale, senza orpelli o falsi moralismi. Raul ha saputo ascoltare il
mio tormento e guarirlo con i suoi disegni.
Raul è un
grande amico. La persona più vera che ho conosciuto negli ultimi due anni.
Alice.
Ormai un’amicizia
consolidata dal progetto comune di cambiare il mondo attraverso l’arte, Alice è
una compagna di merenda, di notti insonni, condivisioni di scrivanie, divisione
di compiti, Alice è la mia socia in SetUp. Indispensabile, inimitabile, senza
di lei nulla di ciò che è ora e di ciò che sarà avrebbe potuto essere. Alice è
una donna molto sensibile e dolce, anche se all’apparenza sembra dura e
spigolosa. Il suo corpicino racchiude una montagna di amore. Insieme siamo due
Caterpillar di Seta, mai nessuna definizione fu così pertinente.
Consapevolmente malata
della “sindrome di Salieri”, per la quale è provvista del dono di capire la
bellezza ma di non saperla produrre, sopperisce alla sua tara creativa con una
scrittura incisiva e potente... anche se "
L'arte è una mediatrice
dell'ineffabile, perciò sembra una stoltezza il volerla trasmettere nuovamente
a parole
" (Goethe). La porto con me nel 2016 perché questo sarà un
anno di grandi cambiamenti e rivoluzioni, quelle vere.
Giulia G.
Lei è il carro armato della mia
vita. Giulia è semplicemente se stessa in ogni momento. Sa essere dolce e
accondiscendente e decisa e precisa quando serve. È una donna che ho visto
crescere. Quando la vidi la prima volta, durante la festa del Padiglione Italia
alla Biennale di Venezia capii immediatamente che sarebbe stata la compagna
perfetta di interminabili giornate fatte a parlare di lavoro e di vita. Quando
la guardo, con i suoi occhioni neri contornati dal rimmel e la matita nera
vengo rapita dall’intensità della sua bellezza.
Il suo
sguardo mi ipnotizza, in lei vedo la purezza e la dolcezza dei trentanniQuando
penso a lei: “
Se sai come usarle, le parole, possono tanto. Se sai come
usarli, gli occhi, possono tutto
”.
Martina Liverani.
Amiche dal 2012, ormai ne
abbiamo da raccontare di storie. Lei è il mio momento di gioia, la mia felicità
costante, sa darmi gioia e serenità anche solo con un messaggio. Lei con il suo
essere una donna da DISPENSA mi permette di scrivere ciò che voglio,
permettendomi di parlare di cibo, sesso e arte senza tabù .È uno dei sogni
che volevo si avverassero, è la donna che avevo bisogno di conoscere mentre ero
alle prese con una stupida dieta. Lei con la sua filosofia Curvy mi ha fatto
capire che la felicità non sta chiusa in una 40 bensì in una cena luculliana
con le amiche in cui alcol cibo e risate allargano le prospettive. Nel 2016 me
la porto con la promessa che mi farà scrivere 12.000 battute su “padri, maestri
e profeti”, un argomento al quale sono legata e che sono certa ci darà
materiale su cui riflettere.
Pensando a lei che scrive
per amore e per lavoro mi viene in mente una frase di Johann Wolfgang von Goethe che dice: “
Gli autori più originali
non lo sono perché promuovono ciò che è nuovo, ma perché mettono ciò che hanno
da dire in un modo tale che sembri che non sia mai stato detto prima
”.
Difficile stilare una lista
di amici che mi sono stati vicini in così poche pagine.
Grazie anche ad Antonia
Storace (
Nel giardino dei ciliegi
)
, Les Pirottines,
Annita,
Alessandra M
aio, Enrica (
OneredCherry
), Gale,
Mamma
Germana e Crash, Papà e Silvia,
Viola B
, Norma, Veronique Frison (
cucinopertescemo
), Giovanni Saputo, Gaia
Fattorini, Beatrice Bianca Bertoli, Lucrezia Giovanardi, Giulia Fasiello, Ivana
M (la Wanda), Pina Siotto, Serena Achilli, Massimiliano Capo, Catia Sulpizi, Luca Moscariello, Paolo C, Paolo B, Francesca De Robertis, Alessandro Gav, Andrea Jari, Tarik, KomaKoma, Cry, Claudio ed Eva, Gregory - Marisa e Sara, Lavinia Turra Con dentro le parole, Etc…
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