La gola è una debolezza del sesso debole. Ma quale sarà mai
il sesso debole? Lo sono tutti, solo in modo diverso. Quando si parla di gola e
peccati capitali, i sessi sono cosi deboli da cadere sempre in tentazione. Ma è
la donna, che ai tempi di internet non è più l’angelo del focolare o la timida
verginella, rimane sempre la vera protagonista e icona da mangiare e
conquistare. Ora le donne sono tutt’altro che deboli, soprattutto quando si
parla di peccati.
Il marchese de Sade scrive ne La nuova Justine: “Dopo i piacere della lussuria […] non ce ne sono
di più divini di quelli della tavola… […] poiché è facile infiammarsi per i
piaceri dei sensi e di conseguenza è impossibile non eccitarsi per i piaceri
della gola. Oh, lo confesso […] l’intemperanza è la mia divinità e piazzo il
suo idolo nel mio tempio, accanto a quello della Venere; ed è solo ai piedi di
entrambi che riesco a raggiungere la felicità”.
Da quando esiste la donna, esiste il peccato. Balzac, ne La vieille fille, descrive la signorina
Cormon come una “pernice paffuta che alletta il colletto del buongustaio”. Zola
in Nanà descrive la donna come “
cotta da tutti i lati, calda come una quaglia”. Nella letteratura da Balzac a
Zola, da Allende a Esquivel, da Montalban a Barreau è la donna a incarnare la
metafora sessuale del piacere alimentare. Così, anche il cinema diventa
gastroerotico come ne La grande Abbuffata
di Ferreri, in cui Andréa diviene immagine formosa e selvaggia del sesso a
tavola oppure ne Il pranzo di Babette,
dove la cuoca seduce e inebria
i commensali, seguaci di
una vita priva di piaceri.
L’erotizzazione
dell’atto alimentare produce un inevitabile riserbo nella donna onesta al cospetto dei piaceri gustativi
[1]
. Mangiare o bere troppo,
significa amare troppo i piaceri della carne e questo non va per mano alla
donna della classe borghese, in quanto, la sobrietà è guardiana della virtù
femminile. Fortunatamente non siamo più nel 1300 e il riserbo e la temperanza
nel mangiare non sono più motivo di raccomandazioni di Francesco da Barberino.
Per fortuna i tempi sono cambiati e il comportamento a tavola non è più lo
specchio dei costumi femminili. Questi galatei, naturalmente scritti da uomini,
impedivano a una donna di mangiare certi cibi e bere vini che riscaldassero gli
animi o il loro basso ventre. La tavola doveva essere un luogo di remissione
dai peccati, doveva essere un momento di nutrimento dello spirito e non poteva
in alcun modo divenire un’orgia che anticipava l’alcova e l’abbandono dei
sensi.
Siamo
nel 2014. Il galateo lo scrivono anche le donne, la femminilizzazione
dell’erotizzazione dell’atto alimentare è in corso. Abbiamo bruciato al rogo le
vecchie abitudini che ci vedevano costrette a fare l’amore per volere di Dio e
non per desiderio del nostro clitoride. Urliamo orgasmo a pieni polmoni e
spesso quando ci viene negato abbiamo in borsa un mini rossetto a vibratore che
raffredda i bollori. Questo non significa che siamo tigri del materasso o
qualcosa del genere, lungi dal pensare anche solo un attimo questo. Ma significa
che abbiamo una libertà comportamentale che dalla tavola al letto ci permette
di esprimere tutte noi stesse. Il sesso parte dalla tavola. E non per questo ci
sentiamo volgari o di malaffare. Anzi.
Iniziamo
la nostra serata con un aperitivo fatto con il pomodoro (o pomo dell’amore),
che ricordiamolo pure, era vietato perché aveva tutte le carte in regola per
essere il vero frutto proibito: sfacciatamente rosso, traboccante di succhi
allusivi (sangue, liquidi vaginali o altri) e dal sapore eccitante. Il pomodoro
è indissolubilmente un afrodisiaco visivo, olfattivo, tattile e gustativo.
Allora
diciamolo pure il Bloody Mary è in maniera assoluta il cocktail perfetto per la
nostra personale rivincita in fatto di modi a tavola. Affareinculo le buone maniere che tanto non servono a nulla se non
a reprimerci e a crearci pesantezze d’animo. È tempo di pomodoro (frutto amorale
per eccellenza) con base di vodka e condito con spezie piccanti (che scaldano
il monte di Venere) salsa di Worcestershine, tabasco, sedano, sale, pepe nero,
pepe di Caienna e succo di Limone. Non sarà un caso che il nome di questo
succulento cocktail sia associato a diversi personaggi femminili prima tra le
quali la regina Maria I d’Inghilterra detta la sanguinaria perché fece
decapitare oltre 300 malcapitati nel suo regno.
Il
Bloody Mary in effetti ha un effetto decapitante. Si, taglia testa, gambe e
inibizioni.
L’estate
sta finendo ma questo non significa che il pomodoro sia finito. C’è vita nello
spazio, anzi c’è Bloody Mary nello spazio.
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