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sabato 2 maggio 2015

Ma alla gente il verbo "restare" fa schifo?

È ufficiale. Il verbo restare è stato sostituito dal verbo scappare. Resto per far due chiacchere, per ascoltarti parlare, per starmene tranquillo. Resto per guardarti, per ammirarti, per capire cosa mi attrae di te. Resto un attimo, due o forse tutta la vita. Resto a pranzo, a prendere un caffè, a cena e perché no, resto a colazione che significa ho dormito con te e sono inguaiato dalla testa ai piedi e non posso più fare a meno di vederti in qualsiasi modo, anche con la bavetta che ti scende sul cuscino. Resto perché in un mondo in corsa verso qualcosa che mi è ignoto, ho capito che l’unico motivo valido per smettere di correre è il tuo viso e la gioia che mi trasmette quando mi sei vicina. Resto perché non mi è mai capitato di starmene a guardare una donna come guardo te, senza volerla cacciare a calci da casa.

lunedì 11 agosto 2014

Incontrarsi sempre a metà strada


Io l’amore l’ho visto. Negli occhi di lei: azzurri, profondi, grandi. Negli occhi di lui: scuri, lucidi, intensi. Ho visto quell’amore che dista anni luce dai rapporti da social, che non si consuma con un messaggio o una emoticon, quell’amore che vive di parole, litigate, pianti, abbracci e poi riconciliazione. Quell’amore che esiste nel respiro dell’altro ma sa anche esserne indipendente, quell’amore che ci si parla di tutto ma anche del niente, quell’amore che si discute sul colore del vestito ma anche sul non colore delle mutande. Quell’amore che è completo e abbigliato di quotidianità fatta di caffè del mattino, fesa di tacchino lasciata troppi giorni nel frigo, caffè Nespresso senza zucchero e ristorante della sera con terrazza con vista sulla felicità.