“Era questo che mi spaventava: che dietro la grande amoreuse si nascondesse una
piccola borghese che cercava la sicurezza nell’amore. Quel che mi attrae in te
è che tu sei rimasta l’amante. Mantieni il fervore e l’intensità. E poi c’è il
fatto che non è il piacere che posso darti che ti attrae a me, infatti lo
ripudi quando non sei emotivamente soddisfatta. Ma sei capace di tutto e io lo
sento. Sei aperta alla vita, e ti ho aperto io… Come ti amo quando ti rifiuti
di comunicare col corpo, cercando altri mezzi per invadere l’intero essere.
Eppure all’inizio non sopportavo la capacità che avevi di chiuderti, mi sembrava
di perdere il mio potere…”
Un vestitito arancio fluò
avvolge il corpo cosi stretto da far quasi male. La spilla con una gigantesca
vedova nera si arrampica lungo il collo. I capelli hanno già il caldo colore
del sole, sembrano accesi da un rosso peperoncino provocante. I sandali aperti
mostrano le unghie più laccate che mai. È primavera. I capezzoli si
inturgidiscono al minimo alito dio vento, sono cosi sensibili da apparire
persino sfacciati. Le labbra gonfie di lipgloss stampano sorrisi di desiderio.
Le rose emanano il loro profumo più forte mentre si schiudono i boccioli nelle
mattine di Maggio.
È l’alba di un nuovo
giorno. Prendo la macchina senza pensare alla destinazione. Una fresca brezza
mi bagna la pelle. La tangenziale è vuota. Corro più che posso con il piede
sull’accelleratore e il finestrino abbassato. Risuonano le note di Madelaine
Peyroux e mi accorgo di essere felice. Mi accendo l’ultima sigaretta prima di
arrivare sotto una casa che non è la mia. Parcheggio, ha iniziato a piovere.
Scappo sotto al
porticato e veloce mi infilo nel portone, salgo le scale in affanno e il cuore
mi batte forte. Un battito che esce dallo sterno, trapassa l’abito e salta
oltre il limite, quel limite che mi sono imposta di superare, varcare,
affrontare, sfidare. Chi se ne frega della paura di correre senza freni, chi ha
detto che non si possa frenare con i talloni, chi potrebbe giurare che è meglio
fermarsi prima per non gareggiare rischiando. Io non ci sto. Non ci sto a
rimpiangere un sogno, a rimanere seduta a guardare che cupido prenda di nuovo
il volo dal condominio, il mio. Questa volta aprirò la porta e succeda quel che
succeda, conterò i gradini della scala che mi dividono dall’emozione di
stringerti.
Mi spoglio, mi infilo
sotto la doccia, mi sciacquo l’idea di me e del mio odore, scivolo sotto le
coperte. Profumo di sesso, si corpi avvinghiati, di carne bollente che suda
sotto a un piumone senza memoria. Il cervello mi parte, non controllo più
nulla. Non voglio più controllare nulla. Non m’importa.
Svengo.
L’odore del caffe mi
sveglia. Ho sognato? Si, Come sempre. Ho sognato che un uomo meraviglioso mi
amava senza paura di ciò che sarebbe successo dopo. Ho sognato un amore di
quelli che non respiri più senza il cuscino impregnato del suo aroma. Ho
sognato che sarei stata felice a pensarti scrivere di me.
Mi alzo, oggi è il mio
compleanno.
Penso a ciò che mi dice
sempre mia nonna e sorrido: “ Trova un uomo da amare fino all’ultima alba della
tua vita”.
Mi vesto. Colazione,
cappuccino estivo e amore.
Auguri Blue.
“Non sapeva che, quando in una donna
l’erotico e il tenero si mescolano, danno origine a un legame potente, quasi
una fissazione". Anais Nin
Chic, Chic baby! do you like the ideea of following each other?;X
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