Visualizzazione post con etichetta Apuleio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Apuleio. Mostra tutti i post

sabato 3 agosto 2013

Cuore.Ti sei di nuovo buttato dal condominio?


Amore e Psiche
I sassi nelle scarpe. Le schegge sotto le unghie. Le ciglia negli occhi. Le pietre sul petto. Quali di queste cose danno più fastidio? Quali fanno più male? Sono dolori diversi, elementi impercettibili agli altri, ma che si fanno spazio sul quel corpo martoriato, o dentro a quell’anima pesante, sono sofferenze che pesano su di te, prepotentemente. Ma c’è un dolore, uno così forte da non farti più stare in piedi, quello che ti costringe a chiuderti in casa, quello che se non l’avessi mai provato penseresti non esistesse. Il dolore più grande che tu possa provare è quello del cuore.

martedì 23 luglio 2013

Mantova, Palazzo Te e la favola di Amore e Psiche specchiata nel pavimento di Alfredo Pirri


Quando ci accostiamo a un’opera d’arte, senza altri interessi se non quello di sentirla il più intensamente possibile, oltrepassiamo i limiti di ciò che non possiamo sapere, i limiti della nostra ragione. Secondo Kant e i romantici, l’artista gioca liberamente con la sua facoltà conoscitiva e secondo Schiller, la sua attività è come un gioco ed è solo quando l’essere umano gioca che diviene libero perché è lui a creare le proprie leggi.
Palazzo Te
Giulio Romano ha giocato sempre, ma soprattutto lo ha fatto, creando  il palazzo del Te, la sfarzosa residenza di Federico Gonzaga, costruita tra il 1526 e il 1534 sostituendola a una scuderia. Un monumento singolare esente da limitazioni di carattere pratico e tecnico in quanto Giulio aveva a disposizione mezzi i economici elargiti dalla famiglia Gonzaga e la disponibilità da parte di Francesco che apprezzava la poliedricità Giuliesca di essere architetto, artista erede di Raffaello e consigliere sulle scelte della fastosa corte gonzaghesca. Una sede che non solo ha visto brillare una dinastia sotto il profilo architettonico e artistico ma che ha avuto grandi albe anche nella cucina dominata dalla personalità dello chef Bartolomeo Stefani che, nel XVII secolo, scrisse un importante trattato di cucina in cui faceva notare come gli alimenti non fossero mai “contro stagione”.