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lunedì 31 dicembre 2012

Re e Regine oltre il 2012



Un altro anno è passato. 365 giorni di passioni, tormenti, esperienze, emozioni, sorrisi strappati, amori sfumati, amicizie consolidate e altre perdute. Dodici mesi in cui non mi sono seduta a guardare la vita che scorreva ma l'ho presa di petto, ho afferrato il tempo tra le mani e ho gareggiato con lui. Se mi guardo indietro penso a quante cose ho fatto, a quanto sono cresciuta e a quante persone ho incontrato che mi hanno insegnato, nel bene o nel male, che il mondo è un posto meraviglioso e che siamo fortunati a camminare su una terra così piena di tutto. Dal primo Gennaio 2012 ho cambiato la bicicletta, la cover dell'IPhone, il nastro per legarmi i capelli. Ho cambiato posizione alle sedie in cucina, dei bicchieri dentro la credenza e ho spostato il parcheggio della bicicletta sotto alla finestra della stanza da letto (me l’hanno rubata troppe volte e allora ho maturato l’illusione che tenendola sotto il naso nessuno più possa derubarmi di un bene cosi prezioso). Ho cambiato agenda, cappotto e persino forma del tacco che non è più a spillo ma è diventato a forma larga (così rimango alta e non perdo l'equilibrio). Ho cercato di crescere dentro, studiare e studiarmi, cercare e ricercare ciò che andasse meglio per me per poi accorgermi, che è inutile andare lontano quando tutto quello che cerchi sta intorno a te. Basta solo tenere gli occhi aperti per accorgersene, basta aprirsi alle possibilità e coglierle al momento giusto. È sufficiente lasciarsi andare agli eventi e non averne paura.
In questo splendido, quanto difficile 2012, sono cambiata ma ciò che non ho modificato è la voglia di amare, la stima per alcune persone e l'amicizia profonda che mi lega a queste e allora nel 2013 mi porto ciò che più mi ha reso felice, i miei amici.

venerdì 28 ottobre 2011

Regina di cuori_ La Capreccion


La Capreccion alias Giovanna Gavioli è nata a Quistello (Mantova) classe 78’ e bolognese d’adozione dal 1996. Da ragazzina, il suo sogno nel cassetto era quello di fare l’infermiera. Si iscrive perciò alla Magistrale nel 92’ ma dopo solo tre mesi di frequentazione si rende conto che la strada era più lunga del previsto e quindi, decide di lasciare i banchi per aiutare il padre imbianchino nell’azienda di famiglia. Ritirata da scuola a Febbraio indossa cappello, tutona bianca, si munisce di pennello e inizia a dare una mano al padre fino all’inizio del nuovo anno accademico. Passato questo periodo è di nuovo il momento di ricominciare a studiare. Sulla scia della sorella si iscrive all’Istituto Statale d’Arte dove rimane un anno, al termine dello stesso la bocciano dicendo ai genitori che Giovanna non aveva voglia di studiare, si applicava solo nelle materie pratiche riuscendo di gran lunga meglio degli altri, ma nella vita si sa, a volte bisogna anche leggere. Lei non ne aveva proprio voglia, voleva solo dipingere.

lunedì 28 dicembre 2009

La Capreccion-

Ci sono giorni, come oggi, che prendere la macchina è impossibile, ormai la neve ha invaso ogni angolo della mia città e ha sequestrato la mia Smartina, la temperatura media è -10 gradi sotto zero e per terra troviamo solo lastre di ghiaccio, talmente scivoloso che anche una pattinatrice olimpionica super esperta farebbe fatica a piroettarci sopra. Per fortuna che io sono una donna previdente e quattro anni fa a Marbella, in piena, diciamo inoltrata primavera ho comprato uno splendido paio di Monn Boot di Dior-modello con logo—strepitosissimi e fashionissimi., cosi posso gironzolare per la city munita di questo oggetto del desiderio che qualsiasi donna vorrebbe ai piedi. Questa mattina alle 9 mi sono svegliata e affacciandomi alla finestra, un impellente voglia di cappuccino dai ragazzi del TelQuel caffe è stato il mio primo pensiero. Mi sono fiondata a lavarmi denti e ascelle, infilata un leggings blu, cappellino grigio e via come una saetta giu per le scale della casa degli gnomi di mia sorella. In quel piccolo tragitto che mi separava da Strada Maggiore i miei pensieri hanno cominciato ad ingarbugliarsi, forse seguivano un po il mio stomaco, e un po seguivano ciò che da ormai cinque mesi era il mio pensiero fisso o meglio quello della Capreccion-tal “Pinna Gialla”-(ho deciso di non chiamarlo con il suo vero nome perche non si merita nemmeno che gli faccia pubblicità, anche se ho intenzione di sputtanarlo ferocemente). Da buona osservatrice, ho studiato il soggetto quasi un anno e mezzo e a oggi posso realmente dire che è un essere spregevole e meschino.



“Gli uomini sono nati dalle donne ma non sono come noi..” la mia mamma me lo ha ripetuto da tutta la vita …ogni volta che succedeva qualcosa di strano e ogni volta che un amore moriva a suon di piatti rotti e parolacce lei era sempre li a ripetermelo… Che amore la mia Mamy, di quelle con la M maiuscola, che sanno sempre quello che ti devono dire e che ci sono qualunque cosa succeda, sono li quando pensi che la vita sia una truffa e che gli uomini tutti truffatori… In fin dei conti con un padre come il mio come avrebbe potuto essere diversamente, quel furbone ci ha messo subito alla prova fregandoci e insegnandoci in ogni modo che il sesso maschile, è e rimane un genere da evitare sempre e comunque, o se proprio non si può, bisogna sempre leggere le controindicazioni. Pare che alla Capreccion abbiano rubato il libretto illustrativo che spiegava come dosare l’abuso del farmaco Pinna Gialla, e haimè anche se io mi sono adoperata, per farle scrivere dalla ditta farmaceutica i consigli d’uso, lei non mi ha cagata (come sempre) e ha fatto di testa sua. Stare a spiegare dall’inizio ciò che succede ad una donna quando compie 30anni sarebbe troppo lunga, ma di una cosa posso essere certa, quel giorno c’è qualcosa che scatta in te e ti fa cambiare, improvvisamente hai voglia di famiglia , di Bebè di casetta con pannolini pieni di merd…puzzolente in giro nel rusco di casa, e non si sa il motivo per cui da quel momento in poi tutto convoglia nella ricerca forsennata di un uomo che rispecchi quei canoni di uomo per bene, capace di darti una serenità famigliare e di garantirti un matrimonio. Il 5 Luglio 2008 alle ore 21 è successo proprio cosi alla Camilla Capreccion, è Impazzita…!!!!! Ha deciso di deporre le armi di guerrigliera Bomb-Raider, appendere il braghino e il sandalo tacco 12 al chiodo e dedicarsi alla ricerca spasmodica di un uomo. Alla mitica festa di “Suonare Valeriani” del caro amico Silvio, che ci ha prestato il suo appartamento di quattrocento metri quadrati in Strada Maggiore, abbiamo festeggiato i 30anni della mia sorellina.



Una folla di 450 scalpitanti ospiti venuta da tutte le parti d’italia era accalcata nella meravigliosa residenza con soffitti affrescati. Un video sulla sua vita era proiettato sulle pareti e Jovanotti e la sua “Safari” rimbombava nella stanza principale dove lo champagne scendeva a fiumi nei bicchieri di cristallo e le aragostelle appena tiepide si appoggiavano dolcemente sui palati di svestite amazzoni in preda a crisi di calura. Quando la regina è arrivata il tasso alcolico era gia altissimo, se ci avessero fatto l’etilometro avremmo raggiunto tranquillamente i 5.0, lei era splendida nel suo straccetto di Roberto Cavalli, il bulbo cotonato da selvaggia le contornava un viso abbronzato e rilassato, con l’abito arricciato verso l’alto le si notavano le gambe esili e muscolose e il sandolino Chanel dorato con smalto bordeaux avrebbe fatto impazzire qualsiasi feticista accanito. Era davvero divina, al pari della regina Diana mentre andava verso il suo sposo il giorno del matrimonio con il principe Carlo d’Inghilterra.
Ad un certo punto della serata, con mille pacchettini in mano mi sento chiamare ripetutamente, come se la mia presenza fosse una necessità impellente.

”Simo Simo Vieni Qui”…la Capreccion urlava a squarciagola e si dimenava con il suo ghepardo addosso…

“Che c’è Gio…cosa di cosi urgente da distogliere la mia attenzione alla 14ma bottiglia di Ca’ del Bosco”…

“Vieni Simo ti presento…D…Pinna”…

Oddio…mi è quasi andato di traverso il millesimato R di Ruinart, una fattispecie di Omino Michelin gonfio mi schiaccia un sorriso a 36 denti e mi stringe la mano che quasi me la frantuma… una gomma piuma con i bicipiti tatuati, rasato come una palla da bigliardo… mi abbraccia e si presenta come il fidanzato ufficiale.
“e quello sarebbe il maschio da paura gran cartolone che mi dicevi…” sforzo un sorriso finto come quando per natale ti regalano un regalo che sicuramente hanno riciclato e accenno un “piacere Simona”…

Quella Dea della Capreccion si è andata a infossare in un dirupo…ma ancora non lo sa.


E’ passato un po di tempo, dove viaggi, regali, rolex, promesse di matrimonio si sono sprecate e dove la cosa piu facile sembrava amare…ma in realtà non è stato affatto cosi, ciò che sembrava era solo il frutto della solitudine di un uomo che aveva di fronte un inverno e doveva svernare con una qualsiasi a prescindere da chi fosse…una vale l’altra..per molti uomini non importa la qualità ma la quantità..il mio fidanzato dice…” anche se non è una gran gnocca, fa Curriculum” e lo fanno senza pietà, senza rispetto senza ritegno. Un inverno passando tra le stanze dell’hotel Costes nella fredda Parigi al residence con piscina della caldissima Malindi, tra una sciata in montagna e un week end in beauty-farm da capogiro. Sembrava un sogno…ristoranti tre stelle e champagne sempre freddo nel frigo, post-it con la scritta ti amo in tutte le lingue appese in ogni angolo della sua piccola casa.


Momenti indimenticabili, la vedevo veramente felice, ma in realtà al di fuori una sorella si rende conto molto prima quando c’è qualcosa che non va…l’amore copre gli occhi e rincoglionisce. Io non riuscivo a capire perché spesso, quando uscivamo, e sia ben chiaro che lui è sempre stato molto gentile con me, il suo bancomat non funzionasse…stranamente era sempre o smagnetizzato o rotto, anche al Costes con un conto di 1300€ non andava e per fortuna che la Capreccion dispone di una magnifica American Express Gold, (che potrebbe essere vuota come la mia, ma non lo è) e per quella volta si è prestata a pagare un albergo tra i piu costosi della bella Parigi senza batter ciglio. Ma questi sono solo particolari di un amore che io ho sostenuto perché ad una sorella si deve sempre dare la spalla ma obbiettivamente tutti questi segnali di fumo, io li vedevo e non potevo far nulla.
La mia dolce, amata, adorata, unica vita della mia vita è stata lasciata in un modo atroce e infame, senza una degna spiegazione senza un minimo di rispetto per una donna innamorata, una donna che aveva ricevuto una proposta di matrimonio il giorno 23 agosto 2008, che aveva creduto che si sarebbe realizzato il suo sogno. Si è spenta una storia, tra lacrime e sofferenza tra una caduta da un tetto e la perdita di un figlio di un uomo che non valeva e non vale nemmeno lo sforzo di un saluto. Un uomo che non ha avuto il coraggio di affrontarla e liberarla dal dolore. La Capreccion storia di una donna fantastica che è rimasta cinque mesi seduta sul divano, ha perso 13 kg e ora ringrazia perché la fortuna le ha regalato un corpo da mozzare il fiato e un sorriso da togliere il sonno.


W la Capreccion-----