Quando ero piccola, l’estate finiva con lo scoccare della
mezzanotte del Ferragosto. Sistematicamente la mattina del 16, le spiagge si
svuotavano, i lettini erano deserti e nessun asciugamano appeso più agli
ombrelloni. Il mare in burrasca e il vento tagliava le guance, Estate finita,
Arrivederci. Agosto è sempre stato il mese della vita vissuta a metà tra la
voglia di costume da bagno e l’angoscia del ritorno alla scuola. È sempre stato
il mese dei cambiamenti, delle giornate che si accorciano, degli amori che si
salutano e dei ricordi che danno una sberla alla felicità. Agosto è sempre
stato il mese del dentro o fuori, delle decisioni prese a due mani,
del pulviscolo tra luce e ombra, del vatteneaffanculo
che a Settembre ricomincio una nuova vita.
Agosto è come se fosse l’ultimo mese del calendario
dell’amore, quell’amore che, iniziato in Novembre, con il primo freddo, con la
voglia di scaldarsi, con il desiderio di coprirsi l’uno dell’altro, finisce con
l’uscita allo scoperto del Re, che in fondo tanto Re non era. Si, perché ad
Agosto dimostri davvero di non avere gli addominali, ma dimostri pure di non
avere nemmeno un cervello, di un cuore, poi, neanche l’ombra. Ad Agosto togli
le maschere, fa troppo caldo per quelle, mica sei al carnevale di Venezia (e
poi il carnevale è a Febbraio e li di coperture ne hai parecchie). Agosto è il
mese delle chiusure, quelle nette, poi se devi riassettare o ricucire o che ne
so, fare qualcosa ci pensi in Autunno, quando le fiamme si sfiammano. Agosto
che non passa mai, e che se ti saltano le vacanze sei fregata. Agosto che è
solo l’ultimo mese di una lunga serie di mesi estivi che ti hanno dato
fastidio: al corpo, alla mente e al cuore. Allora diciamola tutta che è
l’Estate che scopre gli altarini. Era
meglio starsene al calduccio in casa se poi ti deve capitare tutto questo
delirio.